Bruno Famin, da quest'anno responsabile dello sviluppo dei motori di Alpine

Famin (Alpine): «Quello che è successo con il Bop dimostra che il processo non funziona correttamente»

di Mattia Eccheli
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LE MANS – L'altalena del Bop, il balance of performance (Bop), il sistema di bilanciamento per cercare di uniformare le prestazioni delle macchine, non è andata giù alla Alpine, il marchio sportivo controllato da Renault, che alla 24h di Le Mans è presente in grande stile con il miglior “balcone” privato che si affaccia sul circuito. Dopo la prima gara del mondiale di Endurance, il Wec, la potenza era stata tagliata, poi in parte restituita dopo la piazza d'onore di Spa e quindi ulteriormente “aggiustata” alla vigilia dell'hyperpole della gara francese. Venerdì è arrivata una nuova tegola: i commissari non solo si sono ripresi i 7 kWh che avevano concesso alla A480 Gibson, ma ne hanno tolti altri 3.

«Quello che è accaduto – esordisce Bruno Famin, dagli inizi di quest'anno responsabile dello sviluppo dei motori di Alpine, ma con trascorsi in Peugeot, marchio di cui è stato direttore del Motorsport e con cui, tra le altre cose, ha vinto 3 Dakar, e alla Fia, che lo aveva ingaggiato come responsabile delle operazioni - dimostra che il processo non funziona correttamente». «Così non funziona – aggiunge - Speriamo che ciò che è accaduto serva per migliorare il sistema. L'anno prossimo avremo tra gli otto e i dieci costruttori e non possono succedere cose del genere».

Qual è il suo auspicio?

«Le regole devono essere semplici, chiare e stabili. Siamo felici di dare una mano su questo fronte, ma è chiaro che il sistema debba essere modificato».

Alpine è il solo costruttore impegnato nel Wec e anche in Formula 1: non è uno spreco di risorse?

«Invece è molto utile: perché stiamo ricostruendo il marchio e con il motorsport ne stiamo sviluppando l'impatto. Vogliamo accrescere la notorietà di Alpine. Lavoriamo anche allo sviluppo delle tecnologie che verranno impiegate sulle Alpine del futuro. Insomma: vogliamo innescare un circolo virtuoso».

Ma siete i soli ad affrontare il doppio impegno in queste classi...

«Non so se siamo i soli, ma credo che sia giusto avere programmi differenti e raggiungere anche diversi tipi di pubblico. In ogni caso non siamo qui solo per promuovere qualcosa: il nostro è un impegno a lungo termine che per il momento non ha una scadenza.

Avete altri programmi in mente?

«Chi lo sa, magari anche più di due. Perché no?»

Visto che la nuova auto arriva nel 2024 con che vettura gareggerete l'anno prossimo?

«Ancora non lo sappiamo, ma ci stiamo lavorando. Quello che è certo è che questo sarà l'ultimo anno della macchina attuale: nel 2023 non correrà più. Assieme a Signatech stiamo analizzando le varie opzioni».

Avrete una ibrida?

«Non penso. Per il 2023 abbiamo bisogno di qualcosa di più semplice per preparare l'arrivo della nuova macchina del progetto Lmdh 2024».

È contento dell'annunciata massiccia concorrenza per il prossimo campionato?

«Naturalmente sì. Amiamo il motorsport e anche per questo non ci piace troppo l'attuale Bop. Avere tanti rivali è salutare: fa bene agli eventi e ai campionati. Il loro ulteriore sviluppo è un interesse condiviso da tutti gli stakeholder».

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Sabato 11 Giugno 2022 - Ultimo aggiornamento: 20:03 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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