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Il ritiro dell'Alfa Romeo impegnata nel rilancio industriale e la prevedibile superiorità della Ferrari 375 inducono la Federazione Internazionale a una mossa a sorpresa. Nel biennio 1952-1953 il Campionato Mondiale Piloti (ecco il punto!) si correrà con le F2 con motore aspirato di 2.000 cc.
Via dunque i compressori e i motori 4,5 litri, che potranno correre solo nelle gare di formula libera, organizzate per lo più in Gran Bretagna dove continueranno a correre la BRM (British Racing Motors) che era un po' l'orgoglio britannico con la problematica V16 e la Thinwall , ovvero la Ferrari 375 acquistata dal re delle bronzine Tony Vandervell che gareggia con una livrea verde. All'epoca e fino all'ingresso dei “title sponsor” i costruttori devono usare i colori nazionali rosso per l'Italia, bleu per la Francia, verde per la Gran Bretagna, bianco per la Germania, giallo per il Belgio ecc.
Lo stesso Ferrari utilizzerà la 375 per il “sogno americano”, la 500 Miglia di Indianapolis, dove purtroppo non avrà fortuna. Ma questa è un'altra storia.
Il 18 maggio del 1952 si parte con il Gran Premio di Svizzera a Berna dove comincia la sinfonia Ferrari che schiera la tipo 500 – il numero si riferisce sempre alla cilindrata unitaria del motore, il quattro cilindri progettato dall'Ing.Aurelio Lampredi, il geniale tecnico livornese che aveva già realizzato il V12 della precedente 375.
Fangio, il campione 1951, non ha ancora una macchina, però salta da un impegno all'altro nelle gare non titolate con la BRM. A giugno è a Monza per la Coppa Autodromo, dove subisce il più grave incidente della sua carriera. Un incidente che non doveva succedere, lui veniva dalla Francia, aveva guidato tutta la notte da Parigi a Modena, perchè non aveva potuto prendere l'aereo, perchè a Parigi c'era la nebbia. E' arrivato in Autodromo alle 10 della mattina. E'andato a riposarsi un paio di ore. La gara partiva alle due...E'partito ultimo, ha fatto due o tre giri.e poi è volato fuori! Non dovevano farlo partire...fratture alle vertebre e stagione andata.
Vince Piero Taruffi dopo tre ore di gara - all'epoca i Gran Premi si correvano su distanze tra i 400 e 500 km – che mette subito in evidenza la superiorità della tipo 500. L'ambiziosa Gordini T16 dell'ex meccanico di Nuvolari, che ha fatto fortuna in Francia, accusa un gap che non riuscirà a colmare nonostante gli sforzi dei suoi piloti Robert Manzon e Jean Behra.
In Belgio torna Alberto Ascari, assente a Berna per l'impegno a Indianapolis, ed è subito chiaro fin dalle prove che questo è il “suo” campionato. A Spa il pilota milanese che già aveva sfiorato il titolo l'anno precedente vince davanti al compagno di squadra Nino Farina, poi replica a Rouen nel Gran Premio di Francia che si conclude con tre Ferrari 500 davanti a tutti, secondo è Farina, terzo Taruffi, e prosegue in Gran Bretagna, in Germania dove sul mitico Nurburgring si affianca al grande Bernd Rosemeyer con tre centri consecutivi e chiude la partita trionfando in Olanda e così a Monza il suo pubblico può festeggiarlo Campione del Mondo. Farina e Taruffi chiudono al secondo e terzo posto siglando il trionfo Ferrari e dei colori italiani.
“Ciccio” parte alla grande anche l'anno successivo sempre al volante della Ferrari 500. Vince a gennaio in Argentina, dove rientra Fangio con la Maserati A6AGM, poi allunga in Olanda e in Belgio.
La gara seguente è il Gran Premio di Francia. Questa volta si corre a Reims nella patria dello champagne, su un circuito stradale di oltre 8 km, velocissimo, caratterizzato da un lungo rettilineo con due curve secche di raccordo – Muizon e Thillois – e da altri due tratti veloci, a chiudere la forma triangolare, con al vertice il curvone del Calvaire che richiede un staccata di precisione. Ascari non è nella sua miglior giornata, cosa che invece capita a Mike Hawthorn, la nuova scoperta di Enzo Ferrari. Il pilota inglese, che ama correre con la visiera al posto degli occhialoni, un giacchetto verde e il farfallino, con un ultimo giro memorabile va a beffare Fangio e il suo “compare” Gonzales con le Maserati. Hawthorn diventa così il primo inglese a vincere un Gran Premio di F1. Ascari, solo quarto in Francia si riscatta subito a Silverstone, ma deve rinunciare al poker sull'amato circuito del Nurburgring, dove in prova è il primo pilota a scendere sotto i dieci minuti. In gara perde una ruota, torna ai box, sale sulla macchina del suo amico Villoresi, fa un giro veloce ancora sotto i dieci minuti, ma rompe il motore. A fregare Fangio. che verso la fine ha qualche problema, questa volta è Nino Farina. Al Bremgarten tre settimane dopo il Gran Premio di Svizzera decide tutto, vince Ascari che incassa il secondo titolo mondiale consecutivo, davanti a Farina ed Hawthorn. E' l'ultimo successo della straordinaria Ferrari 500.
A Monza al termine di una corsa combattutissima Ascari commette un errore in Parabolica, e il giovane Onofre Marimon fa la frittata. Fangio con la Maserati A6GCM (la sigla sta per Alfieri Maserati, 6 il numero di cilindri, G per la costruzione in ghisa del motore, C per corsa e M per monoposto) può lasciare il segno anche nel mondiale con le F2.
Questa parentesi si chiude con la Ferrari 500 che ha vinto 14 volte, quasi il totale delle 17 corse valevoli complessivamente per il Campionato Mondiale Piloti 1952-1953, la 500 Miglia di Indianapolis, pleonasticamente è in calendario, per un mai realizzato connubio con le realtà europee. Undici di queste vittorie portano la firma del due volte iridato Alberto Ascari, finora l'ultimo pilota italiano Campione del mondo. (continua)