Jody Scheckter e Gilles Villeneuve a Montecarlo

70 anni di Formula 1, dai duelli Lauda-Hunt alla scoperta di Gilles Villeneuve

di Franco Carmignani
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Niki Lauda inizia alla grande la nuova stagione 1976. Il Campione del mondo fa un sol boccone dei primi due Gran Premi della stagione in Brasile e in Sud Africa con la 312 T, prima anche a Long Beach con Regazzoni.Intanto sono cambiate e stanno cambiando tante cose. Al muretto della Ferrari non c’è più Luca Montezemolo, chiamato in Fiat, ma Daniele Audetto ex navigatore Lancia, mentre sul trespolo dei box manca la storica fidanzata di Niki Mariella von Reininghaus. A una festa di Curd Jurgens, Lauda ha incontrato l’affascinante Marlene Knaus e in primavera sono già sposati. James Hunt è diventato l’avversario più pericoloso, è stato infatti ingaggiato dalla McLaren al posto di Emerson Fittipaldi che si è trasferito armi e bagagli alla traballante impresa familiare Copersucar.

Al Gran Premio di Spagna Ferrari fa debuttare la nuova 312 T2 che ha perso il…periscopio – la FIA ha infatti abolito le prese d’aria di quel tipo – a favore di due grosse “bocche” laterali davanti al cockpit. Scende in pista l’inedita Tyrrell P34 a sei ruote che fa sensazione! Con questa soluzione, che prevede un doppio treno anteriore con gomme da 10”, il progettista Derek Gardner ha cercato di ottenere una sezione frontale ridotta per creare una minore resistenza aerodinamica.

Jarama sarà comunque decisiva per le sorti del campionato, anticipando tutti i terremoti successivi. Alla vigilia, le McLaren sono nell’occhio del ciclone, dal quale escono senza danni tra il malumore della Ferrari e di altri team. Hunt vince rifilando mezzo minuto a Lauda, sofferente per un incidente al di fuori delle piste, ma questa volta sulla sua M23 si abbatte la scure dei commissari tecnici che rilevano una misura anomala degli pneumatici posteriori. Inevitabile la squalifica. La McLaren fa reclamo.

Lauda, vince in Belgio e a Montecarlo e “sarebbe” così quasi quasi a punteggio pieno. Ma dopo un terzo posto in Svezia, dove si registra la prima e unica vittoria della Tyrrell a sei ruote con Jody Scheckter, segue un periodo di stravolgimenti. Niki per la prima volta è costretto a ritirarsi con il motore fuso. I nove punti vanno a James Hunt, che il giorno dopo si vede restituire da tribunale d’appello della FIA anche i nove punti della Spagna. In Inghilterra è di nuovo caos, questa volta a danno dell’inglese, coinvolto nel groviglio alla prima curva di Brands Hatch, Hunt viene squalificato per essere ripartito con il muletto, e questa volta senza appello. Lauda è primo e il titolo sembra ormai una formalità. Ma il primo agosto al Nurburgring….Il rogo, la terribile ripresa, il diluvio del Fuji, la resa.

Paura o contestazione? Lauda, non è al momento un mostro di simpatia e parte della stampa si scatena, incurante che, dopo quello che ha passato, l’uomo possa avere avuto un crollo e magari il pilota che già al Nurburgring aveva contestato la pista e la gestione della sicurezza, in Giappone si sia ribellato a quel modo di far correre, più o meno forzatamente gli attori del circus (dal 1970 erano morti più di una dozzina di campioni solo in F1, NdR). Finisce con Hunt campione del mondo con un punto (ricordate la Spagna?) su Niki. Senza essere un grandissimo, James non ha demeritato, ha corso con grande determinazione in quella che è stata la sua annata magica, evidentemente arricchito e reso popolare dal duello con Niki e la “rossa”. Quell’incanto si ripeterà solo sporadicamente l’anno successivo, per poi svanire del tutto e portarlo al ritiro

La rivincita è programmata per il 1977. Ancora una volta è un Lauda diverso, ferito nell’orgoglio, incattivito, in polemica con Ferrari per i fatti di agosto, con l’ingaggio poi stoppato di Peterson e quello di Reutemann, che è ora titolare della seconda macchina al posto di Regazzoni. C’è da ricacciare indietro Hunt, ma la concorrenza si è arricchita di Jody Scheckter decisamente a suo agio con la nuova Wolf e della Lotus in crescita esponenziale con la T78 con minigonne e effetto suolo e “Piedone” Andretti al volante. C’è poi la Brabham che inaugura il travagliato rapporto con l’Alfa Roma al rientro ufficiale come motorista. Ma Niki più che un che un computer ha una gestione chirurgica. Con la 312 T2 evoluta che è la più bella della serie 312 T, vince il Gran Premio del Sud Africa funestato dall’incredibile incidente che coinvolge un addetto alla pista che attraversa la pista e la Shadow dello sfortunatissimo Tom Pryce, poi riesce a contenere i ripetuti exploit di Scheckter e Andretti.

Intanto al Gran Premio di Gran Bretagna c’è una svolta epocale. Sul circuito di Silverstone si schiera al via la Renault RS01. La gialla monoposto guidata da Jean Pierre Jabouille riporta in F1 la tecnica della sovralimentazione, non più utilizzata dal 1952. Il rapporto di equivalenza è ora favorevole con una cilindrata di 1500 cc rispetto ai 3000 cc dei motori aspirati, ma la novità introdotta dalla Regie è relativa al sistema di sovralimentazione, non più il volumetrico con presa di forza sul motore stesso, ma il turbocompressore azionato dai gas di scarico. Il compatto V6 Gordini è stato a lungo sperimentato sulle Alpine A440 e in F2 prima del salto in F1.

Il sapore aspro della rivincita Niki lo assaggia a Hockenheim dove è stato spostato il Gran Premio. Nonostante la vittoria, il pubblico lo fischia sonoramente per aver boicottato il Nurburgring (e te credo!) , poi infila il secondo posto nel Gran Premio di casa a Zeltweg, e vince di nuovo in Olanda sul circuito delle dune a Zandvoort.

A Monza c’è la vittoria amarcord di Mario Andretti con la Lotus, ma Lauda, secondo può già festeggiare il secondo titolo mondiale. E’però l’inizio della fine del rapporto con la Ferrari. Dopo uno svogliato quarto posto nel Gran Premio degli USA, non correrà in Canada e in Giappone. Accanto a Reutemann ecco Gilles Villeneuve. Ferrari l’ha visto in TV nella gara d’esordio in Inghilterra dove ha fatto miracoli con una vecchia McLaren e l’ha immediatamente voluto conoscere. Al volante della “rossa” combina subito guai. In Giappone salta sulla macchina di Peterson e vola su un gruppetto di spettatori che hanno invaso una zona comunque off-limits. Muoiono un commissario e un fotografo, i feriti sono una decina.

Gilles viene tuttavia confermato per il ’78. La strana coppia formata dal “tormentato e tormentoso”, come lo definisce Ferrari, Reutemann e l’ex stella delle motoslitte dovranno opporsi al “traditore” Lauda portato dallo sponsor in sella alla Brabham-Alfa Romeo e sviluppare gli pneumatici radiali della Michelin. E’ però l’anno di Andretti. L’”eroe dei due mondi” primo in sei gran premi è alla fine campione del mondo con la sua Lotus 79, ma non può festeggiare. Alla partenza del Gran Premio d’Italia si innesca il terribile incidente che costerà la vita a Ronnie Peterson suo compagno di squadra alla Lotus e un grave ferimento a Vittorio Brambilla. Dopo il Gran Premio di Svezia quando aveva vinto con la sua BT48 equipaggiata con il famoso “ventilatore” posteriore, la gara, ormai senza senso, vede un secondo successo contestato di Niki Lauda, grazie alla penalizzazione di un minuto per partenza anticipata di Villeneuve e Andretti che danno spettacolo in testa. La stagione si conclude però nel segno della Ferrari, prima negli USA con Carlos Reutemann, e quindi in Canada, dove arriva la prima vittoria di Gilles Villeneuve a un anno di distanza dal suo esordio.

Per il 1979 ci sono cambiamenti importanti. Niki Lauda ha detto basta ed ha lasciato il ruolo di prima punta della Brabham Alfa Romeo al brasiliano Nelson Piquet, mentre la seconda vettura viene assegnata a un “ragazzo con la valigia” (in termini semplici che porta soldi…), l’argentino Ricardo Zunino. Reutemann preferisce andare alla Lotus campione del mondo, ma non azzecca la scelta, come spesso gli accade, perchè la supremazia del team di Colin Chapman si spegne come un cerino. Si accendono invece Ligier, con tre primi di Jacques Laffite posti nel…girone d’andata, e Williams. Dopo anni di precariato, all’ex pilota di F3 che a suo tempo aveva fondato una scuderia per far correre l’amicone Piers Courage dolorosamente scomparso a Zandvoort 1970 nell’incendio della sua De Tomaso, è riuscito il colpo di agganciare i capitali arabi. Questo significa poter contare sulle migliori forniture da parte di Cosworth (motori) e Goodyear (pneumatici).Il primo successo Williams in F1 è firmato da Clay Regazzoni (fa così strano vederlo alla guida di una vettura bianca) a Silverstone, poi esplode l’australiano Alan Jones che cala un poker di successi nella seconda metà della stagione.

Cresce anche il numero di italiani al via con Elio De Angelis che debutta con la Shadow, Vittorio Brambilla e Bruno Giacomelli con le Alfa Alfa, Riccardo Patrese con la Arrows, Merzario con la…Merzario e Gianfranco Brancatelli che non ha la fortuna di passare le prequalifiche, con la Kauhsen e con la stessa Merzario.Tuttavia, la stagione è legata a Jody Scheckter e Gilles Villeneuve ripagando le scelte della Ferrari.

La nuova 312T4 è il compendio delle esperienze maturate con i pneumatici Michelin, sull’effetto Venturi al fondo scocca, e della pulizia aerodinamica della carrozzeria già anticipata sulla T3. Non è bella, gli viene appioppato il soprannome “Pantofola”, ma efficace. Jody Scheckter, che è ormai una certezza, approda a Maranello con la ferma intenzione di vincere il titolo mondiale, lasciandosi alle spalle la Wolf e il team concentrato esclusivamente sulla sua vettura, il sudafricano è convinto di aver raggiunto il massimo con la WR7 e che per vincere il titolo ci voglia qualcosa di più. Jody vincerà il mondiale in modo chirurgico. E’ primo in Belgio, a Montecarlo e a Monza, tre volte secondo, quattro volte quarto, una volta quinto una sesto. Al secondo posto è “lui:, Gilles Villeneuve! Ed è la prima volta dopo il 1961 che due Ferrari occupano i primi due gradini del podio mondiale. Gilles si è dimostrato un compagno leale per Scheckter, nonostante un inizio stagione nettamente migliore. A Monza nella corsa che vale il titolo, gli copre le spalle fino al termine della corsa. Poi ha via libera negli ultimi due Gran Premi che chiude con un primo e un secondo posto.

Ma questi sono solo numeri. L’immagine del canadese che ha scaldato i cuori dei milioni di tifosi Ferrari e’ in quell’incredibile finale del Gran Premio di Francia a Digione, il primo luglio, che addirittura fa passare la prima vittoria del motore turbo realizzata da Jean Pierre Jabouille con la Renault. Quel giro matto a ruotate con René Arnoux è leggenda!

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Martedì 24 Novembre 2020 - Ultimo aggiornamento: 26-11-2020 11:42 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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