Andrea Adamo, a capo del motorsport di Hyundai

Adamo (Hyundai): «Il titolo costruttori obiettivo concreto. Loeb ha portato entusiasmo»

di Mattia Eccheli
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ALZENAU – Andrea Adamo è il nuovo numero uno della divisione Motorsport di Hyundai, la casa coreana reduce dal titolo iridato della Fia World Touring Car Cup (Wtcr) e che insegue lo stesso alloro anche nel Wrc, il campionato mondiale di rally. Con l'incarico affidato al 47enne manager con trascorsi in Maserati e Honda l'Italia torna a contare anche nel rally. C'è da chiedersi come mai il Belpaese sia quasi sparito dal palcoscenico internazionale...


«L'Italia ha perso la capacità di incidere – risponde Adamo – la Federazione la capacità di far crescere il movimento, i piloti quella di fare sacrifici. Più in generale è un mondo che ha perso la capacità di comunicare».

Un giudizio pesante.

«In Italia si è persa la professionalità».

Che mandato le ha affidato Hyundai?

«Hyundai non mi ha dato un mandato di alcun tipo, ma non saremmo professionisti se ci fosse bisogno di dire quello che c'è da fare».

Quindi si tratta di vincere il mondiale di rally.

«Il titolo costruttori è un obiettivo, sì».

Ed è alla vostra portata?

«Dobbiamo recuperare dal punto di vista delle prestazioni, che nella seconda metà della scorsa stagione hanno cominciato a calare. Da quando sono arrivato, in gennaio, abbiamo impostato un piano per lo sviluppo sulla vettura».

Quando si potranno vedere i risultati?

«Ci sono dei tempi e delle scadenze tecniche. Per luglio avremo preparato due novità. Però ci sono innovazioni che richiedono procedure più lunghe».

Quindi potreste non farcela?

«Dovrei rispondere: 'Sentiamoci dopo l'Australia'. Mi sento però di dire che non vincerà chi ha la macchina più veloce, ma quella più affidabile».

Hyundai si è impegnata molto e ha addirittura quattro equipaggi.

«Che sono tra i più forti del Wrc».

L'arrivo di Loeb cosa ha portato?

«L'arrivo di Sébastien ha portato nuovo entusiasmo ed ha avuto un effetto adrenalinico sull'intero gruppo, anche se il suo apporto è stato ancora limitato, visto che ha esordito subito dopo essere rientrato dalla Dakar».

Riesce ad immaginarsi un rally con macchine elettriche?

«Per il momento riesco ad immaginarmelo al massimo ibrido: l'elettrico va sicuramente bene per la pista. Però è difficile prevedere cosa accadrà, basti pensare a come era ancora organizzato il rally alla fine degli anni Novanta ed a come è diventato adesso».

Mai dire mai, insomma.

«Esatto. Quando l'ho detto mi sono sbagliato»

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Martedì 23 Aprile 2019 - Ultimo aggiornamento: 16:10 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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