Il popolare “Baronio” è diventato celebre quando ha cominciato a vincere a Vallelunga con le Alfa Romeo GTA biancorosse preparate da Franco Angelini. Poi il feeling vincente con la pista di casa è proseguito con i monomarca in particolare Mexico, Renault e Alfa Romeo, e si è protratto fino ai tempi più recenti quando proprio a Vallelunga ha vinto il titolo italiano con la Ferrari 430 preparata da Romeo Ferraris.
«I miei primi contatti con Vallelunga sono nella prima metà degli anni Sessanta. Erano tempi molto divertenti. L’Abarth 850 con cui correvo, che era poi la macchina con cui andavo all’Università, me l’aveva preparata Angelino Ciaffi nella sua officina. Allora il “mostro sacro” della categoria a Vallelunga era Franco Chiari con la macchina di Genovese, che andava come una…palla. Poi c’erano Roberto Addamiano con la macchina di Marco Narconti, che non andava male, e il buon Cristiano Del Balzo famoso nel mondo delle corse, perché era molto tranquillino, con la macchinina perfettina, e correva con lo pseudonimo “Gero”. Erano i tre romani forti. Insomma eravamo quattro o cinque, ma il più veloce come macchina e come guida, ripeto, era Chiari che a Vallelunga riusciva a stare davanti anche alle macchine di Trivellato quando scendevano a Roma».
«Cosa molto divertente ai tempi dell’Abarth 850 si andava quasi sempre in comitiva, Ignazio con la Giulietta Ti, Pietro Raddi con la BMW 700, Gianfranco Valentini pure con la BMW 700, e si partiva o in moto o alla massima con il rinvio rigido dietro con cui si trainava la vettura. Questi gli …inizi».
«Con Angelini è cominciata invece in modo abbastanza strano. Avevo un gruppo di amici, tra cui Romano Murri, che faceva il giornalista ed era molto amico di Angelini. In quel momento stava vincendo molto con Giunti. A fine anno, le malelingue dicevano in maniera …interessata, perché c’era molta polemica fra l’Ing.Chiti e lo stesso Angelini, mentre in verità era lui che andava! Ignazio è stato ingaggiato dall’Autodelta e la sua macchina è rimasta libera per l’ultima gara di Campionato. Allora Angelini ha organizzato un test a Vallelunga con un’Alfa GTJ. Eravamo Mario Radicella, Luigino Rinaldi ed io. Chi faceva il tempo migliore avrebbe corso con la GTA. L’ho fatto io. Il sabato mattina della gara sono uscito dall’officina alle 8 con la macchina da corsa con la “papera” sullo scarico, perché era stata finita tardi. Sono arrivato in moto a Vallelunga e ho ottenuto il miglior tempo nelle prove, 1’35”2. C’erano “Riccardone”, Zuccoli, Zeccoli, allora le corse delle GTA erano roba vera! In gara ho dato un giro a tutti. In verifica ci hanno fatto la macchina a pezzi, fino alla scocca. Ma era tutto a posto e Franco ci si è…arricchito. »
«Da lì è cominciata una stagione favolosa, con quella macchina spettacolare – a Milano, all’Autodelta l’avevano presa proprio male, non si rendevano conto perché andasse tanto forte – abbiamo vinto diciotto gare, con l’assoluto Turismo e Gran Turismo. In circuito, tolta l’ultima di Monza, dove abbiamo avuto un bel po’ di problemi con i freni, pur classificandoci terzi e vincendo il Campionato, Siracusa dove ho rotto il cambio in una notturna e il Mugello dove ho perso una ruota, le abbiamo vinte tutte. All’Aosta-Pila, con un po’ di fortuna, perché sono partito quando l’asfalto era un po’ meno bagnato, di quando sono saliti Merzario e Ortner con i prototipi Abarth, ho fatto anche l’assoluto. Una stagione fantastica. »
«Ci hanno smontato un miliardo di volte, ma era proprio la macchina di Angelini che era favolosa. Un periodo indimenticabile, belle corse. Gli altri preparatori erano incavolati neri, non solo Autodelta, ma anche Conrero, il gruppo dei toscani, Cortini, con cui in seguito ho disputato il Trofeo Alfasud. Ma la polemica più forte era con l’Autodelta, e il buon Franco di certo non le mandava a dire. Lui nasceva come meccanico della Mondial, ed è vero, nonostante qualche …esagerazione, che i suoi motori giravano più in alto. Era un meccanico con la “M” maiuscola, con i motori ci giocava, capace di fare un lavoro di fino spettacoloso! Romeo Ferraris con il quale corre adesso mia figlia Michela, me lo ricorda un po’. Bravissimi anche i carburatoristi, i Tofani, Mariano e poi Franchino. Allora contavano da matti, un pò come è oggi l’elettronica. Però, mentre nella mappatura delle centraline alla fine quelli bravi ci vanno molto vicini, con i carburatori era davvero un’arte, e ci voleva molto più feeling».
«Adesso mi viene da ridere, ma andavamo sulla Roma-Civitavecchia appena aperta e poi la Roma Fiumicino a “fare” la carburazione. Dunque ho vinto il Campiono con il GTA nel 1969, e nel 2009 ho vinto il Campionato GT Cup con la Ferrari, e credo di essere l’unico a essere riuscito a bissare un titolo italiano a distanza di…quarant’anni!
Ovviamente ricordo la Coppa Renault R5, dove ho vinto italiano ed europeo, e il titolo nel Trofeo Ford Mexico. In questo caso mi aveva chiamato Carlo Micci per fare da …guardiaspalle a Lella Lombardi che puntava al campionato. C’erano Fargion, Schenetti, Mascagni, Negri, tutti un po’…”caldini” e la buttavano fuori con facilità, per cui le ho dato una mano. Abbiamo fatto un paio di 4 Ore insieme, ed ho vinto anche due gare, e lei alla fine ha conquistato il titolo. Poi è toccato a me l’anno dopo, e il Mexico si è aggiunto ai titoli con il GTA, l’R5, l’Alfasud ecc.»
«Come tutti i vecchi sono affezionato alla prima Vallelunga, quella che girava in senso antiorario, con l’uscita della Roma dove c’era il muretto e dietro la tribunetta dove tutte le domeniche c’erano i “Soloni” che sentenziavano su come si doveva guidare… Parliamo ancora della pista di 1,8 km. Poi c’è stato l’allungamento, e secondo me era la miglior Vallelunga, perche si facevano i Cimini al contrario con la prima veloce e la seconda più lenta. Il Curvone non aveva significato. La Roma è come doveva essere, perché era chiusa in uscita, la “Esse” era in discesa, il salto che si faceva in pieno, ed ho delle foto con il GTA con le quattro ruote sollevate».