La Alpine A480 di Lapierre-Negraõ-Vaxiviere che ha vinto la 6 Ore di Monza

Alpine batte Toyota alla 6 Ore di Monza tra tante emozioni. Debutto amaro per Peugeot e Ferrari ad un soffio dalla vittoria nelle GT

di Nicola Desiderio
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Battaglie, colpi di scena e tanto spettacolo alla 6 Ore di Monza, quarto appuntamento del Campionato Mondiale Endurance che ha assegnato la vittoria assoluta alla Alpine, la seconda della stagione dopo quella di Sebring, guidata dal trio Lapierre-Negraõ-Vaxiviere, e ha visto in extremis l’affermazione della Chevrolet Corvette nella GTE-Pro della Porsche 911 RSR sia nella GTE-Am.

La vettura francese ha avuto ragione delle Toyota dopo bellissimi duelli, uno al limite del regolamento quando, a 4 ore e mezza dall’inizio della gara, Vaxiviere ha toccato Kobayashi da dietro in pieno rettilineo a 300 km/h facendo esplodere lo pneumatico della sua GR010. Per fortuna il pilota giapponese è riuscito a controllare la vettura, infilarla nel tratto di erba che costeggia la striscia d’asfalto e portarla fino ai box dove il team lo ha messo in grado di rientrare in pista dopo solo un minuto e mezzo, ma trovandosi comunque attardato di un giro. A quel punto l’altra Toyota, la numero 8 di Buemi-Hartley-Hirakawa, non è riuscita a colmare il gap dovendosi accontentare del secondo posto per meno di 3 secondi.

Complicato il fine settimana delle Peugeot 9X8 che arrivavano al loro debutto in gara di fronte agli occhi di del numero uno del gruppo Stellantis, Carlos Tavares, e del ceo del marchio, Linda Jackson. Le due vetture sono apparse molto veloci durante le prove libere, ma al dunque si sono sciolte. Durante la sessione di qualifica infatti la numero 93 non è riuscita a fare il suo giro veloce partendo dal fondo dello schieramento e cominciando a manifestare grossi problemi sin dalle prime battute fino al ritiro dopo numerose e lunghe soste ai box. La numero 94, dopo una gara giudiziosa, ha cominciato anch’essa ad andare a singhiozzo ed ha concluso al 33° posto, a 28 giri dal vincitore.

Sfortunata invece la Glickenhaus che, potendo contare su un balance of performance assai favorevole – 20 kW in più e circa 50 kg in meno di peso – ha sbaragliato tutti nelle qualifiche e al via è subito fuggita, ma poco dopo l’inizio della quarta ora, ha mandato un inequivocabile sbuffo di fumo bianco che ha infranto il sogno della cenerentola capace di battere i giganti. La vettura, sviluppata dalla Podium Advanced Technologies con sede a Pont-Sant-Martin, vicino a Aosta, e gestita in pista da un team espertissimo come la Joest Racing – innumerevoli le sue vittorie con Audi e Porsche alla 24 Ore di Le Mans – ha comunque mostrato un ottimo potenziale dopo aver ottenuto il terzo posto all’ultima edizione della 24 Ore di Le Mans dove aveva mostrato anche un’ottima affidabilità portando entrambe le macchine al traguardo.

Grande gara anche da parte della Ferrari, che però ha visto sfumare la vittoria a due giri dalla fine a favore di una Corvette C8.R velocissima e che ha fatto meglio i conti con i consumi. Le due 488 semiufficiali della AF Corse sono state infatti costrette a rientrare ai box per un rabbocco di benzina. Peccato, perché la numero 51 di Alessandro Pierguidi e James Calado ha prima ottenuto la pole position e ha poi condotto lungamente la gara prima di essere attardata da un problema ai box mentre la numero 52 di Miguel Molina ed Antonio Fuoco, si è dovuta accontentare del terzo posto dopo aver condotto anche lei la gara. La Corvette di Tommi Milner e Nick Tandy ha avuto il merito regalare bei duelli con le due vetture del Cavallino e attendere un loro errore che è arrivato al momento giusto.

Hanno sfiorato l’impresa nella GTE-Am invece Rahel Frey, Michele Gatting e Sarah Bovy le tre donne che, dopo aver ottenuto il miglior tempo e aver condotto la gara per lunghi tratti con la loro Ferrari 488 dell’italiana Iron Dames, hanno dovuto cedere il passo alla Porsche 911 RSR portata in pista da un team esperto come il Dempsey Proton Racing e da un terzetto altrettanto consumato come quello formato da Ried-Priaulx-Tinknell. La seconda categoria delle derivate di serie ha anche regalato il brivido peggiore al pubblico di Monza quando l’Aston Martin di Henrique Chaves è letteralmente decollata alla variante dopo il curvone a 250 km/h atterrando a testa giù sull’asfalto e capotando in prossimità del guard rail opposto. Per fortuna il pilota è uscito illeso senza conseguenze. Decisa nelle ultime fasi anche la disputa nella LMP2. Se l’è aggiudicata la Oreca-Gibson della Realteam by WRT guidata da Andrade-Habsburg Lothringen-Nato che ha avuto ragione per 11 secondi sulla vettura della Jota di Gonzales-Da Costa-Stevens che per poco non bissava la vittoria ottenuto alla 24 Ore di Le Mans di un mese fa. Prossima tappa del WEC l’11 settembre al Fuji, in Giappone.

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Lunedì 11 Luglio 2022 - Ultimo aggiornamento: 13-07-2022 10:49 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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