In alto la BMW iFE18

BMW, il motorsport nel Dna: arriva nel campionato elettrico chi è abituato a vincere

di Nicola Desiderio
  • condividi l'articolo

ROMA - Era strano che una come lei, che era stata tra le antesignane dell’auto elettrica, non fosse ancora arrivata in Formula E. Ma da questa stagione, dopo anni vissuti facendo un po’ da garzone del negozio, anche la BMW sarà ufficialmente della partita con la iFE.18, la monoposto presentata all’ombra del quartier generale di Monaco. Per sottolineare l’importanza di questo passaggio, sono scesi dalle famose torri due membri del consiglio di amministrazione – Klaus Fröhlich (Motorsport e Ricerca e Sviluppo) e Pieter Nota (Sales e Marketing) – e c’era anche Jens Marquardt, direttore del reparto Motorsport.

La casa tedesca è presente sin dagli albori delle monoposto ad emissioni zero nel 2014 attraverso le auto di servizio in ogni E-Prix: la i8 adibita a safety car, le i3 utilizzate dal direttore e dal medico di gara e infine la X5 xDrive40e attrezzata a macchina di soccorso erano i segni tangibili che qualcosa bolliva in pentola.
Poi, nel settembre del 2016 l’annuncio: torniamo nelle gare di durata WEC ed IMSA ed entreremo ufficialmente in Formula E. E così è stato per un costruttore che sull’elettrico aveva persino anticipato i tempi introducendo nel 2011 la i8 ibrida plug-in e la i3 elettrica – oggi ne circolano oltre 140 mila – ed ora è pronta a rilanciare con un piano che prevede 25 modelli entro il 2025 tra cui 12 ad emissioni zero, 4 dei quali in vendita già nel 2021 come iX3, nuova i3, i4 e iNEXT, senza contare la Mini Electric. L’era dell’elettrico dunque è arrivata e ci sono gli avversari di sempre da battere, sulla pista così come sul mercato ovvero Audi e Mercedes, quest’ultima attesa per la stagione 6 insieme a Porsche.

Era dal 2009 che BMW non era direttamente coinvolta nel mondo delle monoposto, da quando cioè aveva lasciato la Formula 1. Era il primo anno del KERS e da quella prima esperienza di elettrificazione applicata alle competizioni a Monaco sono partiti per sviluppare il loro primo powertrain elettrico sfruttando anche tutta l’esperienza di chi, in questo campo, ha sempre fatto tutto in casa, prima di tutto i motori che battezzano la Bayerische Motoren Werke.

Quello della iFE.18 è costruito in titanio, ceramica, fibra di carbonio, resine ad alta conduttività e tessuti isolanti a base di rame, ma la cosa più interessante è il suo sistema di raffreddamento che arriva fin nei punti nevralgici per assicurare costanza di rendimento e affidabilità. I 250 kW massimi di regolamento sono ottenuti con la metà del peso del motore della i3 da 130-135 kW e un terzo dell’ingombro e BMW ha anche sviluppato in casa, come da tradizione, la centralina di controllo del motore che, in questo caso, è un inverter al carburo di silicio.
Per avvolgerla e per la scatola della trasmissione ha applicato poi tutta la sua conoscenza della fibra di carbonio. Vere chicche tecnologiche sono i puntoni delle sospensioni, realizzati in stampa 3D, e i semiassi: in acciaio in corrispondenza dei giunti e in composito al centro per coniugare resistenza e leggerezza.

Grazie a queste soluzioni, gli uomini del reparto Motorsport hanno raggiunto un peso nettamente inferiore ai 900 kg previsti e possono utilizzare più zavorra, ottimizzando così il baricentro e rendendo la vettura più adattabile sia ai singoli circuiti sia alle esigenze dei piloti. Il primo sarà il portoghese Felix Da Costa, veterano della Formula E, l’unico a scendere sotto la soglia dell’1’17” nei test a Valencia precedendo il campione in carica, Jean-Éric Vergne, e il compagno di squadra, il britannico Alex Sims. Segno che la iFE.18 c’è e potrà dire la sua. A gestire le monoposto in pista sarà il team americano Andretti – anche loro veterani della Formula E – sotto le insegne BMW i Andretti Motorsport e la guida dell’inglese Roger Griffiths.

  • condividi l'articolo
Martedì 12 Marzo 2019 - Ultimo aggiornamento: 20:19 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
COMMENTA LA NOTIZIA
0 di 0 commenti presenti