Assieme alla navigatrice e compagna Anna Andreussi, il fuoriclasse toscano ha conquistato il nono titolo italiano di rally. Adesso insegue per Peugeot anche il tricolore costruttori: perché a 50 anni ha ancora fame di successi

CIR, Andreucci come Beethoven: arriva la nona. Peugeot vince l'8°titolo tricolore

di Mattia Eccheli
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CIVIDALE DEL FRIULI - La nona universale è di Beethoven, ma quella italiana è di Paolo Andreucci. L'intramontabile fuoriclasse del volante si è imposto nel rally del Friuli e si è aggiudicato così assieme alla compagna e navigatrice Anna Andreussi l'ennesimo titolo italiano piloti, il sesto con Peugeot. Naturalmente con due gare di anticipo sul calendario del CIR. E adesso insegue anche la vittoria fra i costruttori al volante della sua Peugeot 208 T16.


Nel 2015 il rallista toscano ha festeggiato i cinquant'anni, ricorrenza per la quale la scuderia del Leone gli ha regalato la partecipazione alla tappa nazionale del mondiale WRC, in Sardegna. Con le ultime due prove, quelle di Roma Capitale (29 settembre) e delle Due Valli (11 ottobre in provincia di Verona), Ucci potrà ricambiare la “cortesia” e vincere anche per la squadra, come sottolinea la compagna: “Vittoria del rally e del campionato – commenta Andreussi, classe '72 e 8 titoli in bacheca, tutti vinti con Ucci, dal 2003 in poi - Fantastico, farlo sulle strade di casa ha un sapore ancora più particolare. Una grande gara, in testa dalla prima prova speciale. Grazie a tutti, di cuore! Ora festeggiamo e poi ci concentriamo sull’ultimo obiettivo della stagione, il Costruttori. Vogliamo assolutamente completare l’en plein”. Con 8 successi, Peugeot è il marchio estero più vittorioso in Italia. Il “bottino” 2015 di Peugeot include il titolo ottenuto a già San Marino da Michele Tassone e Daniele Michi, che pure si sono dovuti ritirare in Friuli al loro debutto con la 208 T16.


Con il tricolore conquistato a Cividale del Friuli Paolo Andreucci ha scritto un'altra pagina di storia del rally nazionale, confermandosi “il pilota più vincente di sempre nella storia del CIR” avendo superato già nel 2014 Dario Cerrato (7 titoli). Ucci ha accolto l'ennesimo trionfo (il primo risale al 2001) con la gioia di un esordiente: “Felicità è l’unica cosa che provo in questo momento. Un campionato fantastico che chiudiamo con due rally d’anticipo. Una vittoria, come tutte quelle di questi anni, frutto del lavoro di squadra”, ha commentato. Ha poi ricordato che non si vince così tanto per caso: “Non mi stanco di ripeterlo, è con il lavoro e la concentrazione di tutti che si ottengono le vittorie. Grazie a Peugeot Italia e a Peugeot Sport, a tutti i tecnici e i ragazzi che hanno lavorato intensamente per raggiungere questo risultato. A Total, a Pirelli e a tutti i nostri sponsor che ci hanno supportato con la consueta grande passione”.


In politica, Giulio Andreotti faceva scuola con la sua massima “il potere logora chi non ce l'ha” e nello sport quasi omonimo Andreucci potrebbe permettersi di parafrasare che “il rally logora chi non vince”. Una sorta di elisir di “lunga vita” per un cinquantenne che non smette di aver voglia di gareggiare e frequentare il podio, preferibilmente il gradi più alto. Un po' come un altro fuoriclasse italiano dei motori, quel Valentino Rossi che a 36 anni è molto vicino ad un nuovo trionfo mondiale. Il “dottore” cura così il tempo che passa. Per Beethoven, la nona (sinfonia) fu l'ultima, mentre per Andreucci la nona (vittoria del CIR) può avere un seguito.
 

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Sabato 27 Febbraio 2016 - Ultimo aggiornamento: 03-03-2016 23:55 | © RIPRODUZIONE RISERVATA