Claudio Francisci detiene probabilmente il record di partenze a Vallelunga, dove corre ininterrottamente dal 1965 quando ha debuttato con il K250, per proseguire poi con la Giannini 500, la Formula 850, la F3, la F2, l’Alfasud, la Ford Mexico, i prototipi… Una vita!
«Ho cominciato con i kart. In verità era mia sorella Luana, di due anni più giovane di me, che già correva alla Pista d’Oro e non solo. A un certo punto ha lasciato uno dei suoi kart e l’ho adoperato io. Poi è arrivato il K250. La prima gara di questa categoria a Castiglioncello il 18 settembre 1965, alla presenza del Presidente Gronchi, l’ho vinta io. E a Vallelunga ho cominciato proprio con il “Kappa”, alla Coppa API nel mese di ottobre, in cui mi sono piazzato secondo alle spalle di Gian Luigi Picchi, realizzando il giro più veloce in 1’04” sul “corto” a 101,250 km/h. L’anno dopo ho iniziato con la 500. Poi sono passato direttamente in F3».
«De Sanctis era amico di mio zio. Conosceva anche mio padre Carlo. All’epoca quelli di Roma si conoscevano tutti. Io volevo prendere una Brabham. Invece mio zio insisteva per la De Sanctis. L’ho provata a Vallelunga, e l’abbiamo presa. In F3, in cui ho corso per tre anni, di corse ne ho vinte proprio tante. Poi ho preso la “famosa” Brabham di Salvatore Genovese. E’ stata una bella cosa. Tra l’altro è venuto a darci una mano a metterla a punto Mauro Forghieri. A un certo punto c’è stata una lite, ma più che altro direi un’incomprensione. De Sanctis aveva rifatto una macchina nuova, quella con il tirante, ispirato alla …Brabham . Mi chiese di provarla. Io ero uno che avrebbe guidato qualsiasi cosa. Andiamo a Vallelunga, non lo diciamo a nessuno…Invece Genovese è venuto a saperlo, e lì è andato tutto a monte».
«In effetti con il F850 e con la F3, a Vallelunga quante litigate, a ruotate!. Una volta correvo con il F850 e con il F3 nella stessa giornata. In F850 non dovevo esserci, ma Gino mi fa “Dai, corri”. C’era uno di Milano, Pino Pica. Partiamo in batteria e giù a ruotate. Dovevo poi fare il F3, che mi interessava di più. Allora mi sono detto: vado davanti e poi mi fermo. Sono riuscito a passarlo, e mi sono fermato…Alla fine ha vinto Pica, ma l’hanno squalificato. Insomma era una lotta, reale!».
«Eravamo in amicizia con Peterson. Arrivava con la macchina e il furgone. A Vallelunga è stata un corsa epica! Io avevo la macchina di Salvatore, lui la Tecno. Viene da noi e ci fa: “Come si gira al Tornante?”. “In prima!” “E al Semaforo?”. “In seconda!”. “Io lo faccio in prima”. “E fallo in prima, io lo faccio in seconda”».
«Quella, secondo il mio parere, è stata una delle più belle corse, il terzo è arrivato a un minuto! Abbiamo duellato per tutta la gara fino a due giri dalla fine, quando ho mollato. Per sei o sette volte abbiamo abbassato il record sul giro. Mi ha letteralmente demolito. Alla fine avevo la mano, quella del cambio, piagata. Ho provato a passarlo, e lui non mi ha chiuso, ma si è messo al centro. Poi non ho più avuto l’occasione di attaccarlo. Stavo lì, sempre su un decimo. Ma ripeto mi ha demolito, a due giri dalla fine non ce la facevo più. Quell’anno ha vinto a Montecarlo. Poi è andato subito in F2».
«Anche io sono passato alla F2 con la Tecno della Iris. Siamo andati fortissimo a Monza, alla prima gara. Poi ho fatto altre gare, e anche quelle di Vallelunga non erano male. Nella seconda gara a Vallelunga, la Tecno voleva darmi la macchina ufficiale di François Cévert, che era andato in America. Ma non è stato possibile per una questione di sponsor».
«Non ho mai fatto il conto, ma a Vallelunga di corse ne ho fatte un’…enormità. Da quando ho ripreso con i prototipi, era il novanta, mi pare ne ho fatte duecento, comprese le gare club. E negli anni d’oro, dal ’67 ne ho fatte proprio tante. All’epoca c’erano le gare club, erano più divertenti delle odierne gare di campionato. Ero anche assiduo delle prove Ferrari Qualche tempo fa un ragazzo mi ha regalato una foto di grandi dimensioni che ora ho in ufficio. C’era Chris Amon che provava il Can Am e nello sfondo c’ero io».
«Con Ferrari c’è stato un tentativo per correre il Gran Premio Roma con la Dino... Sono andato a Maranello con Gioacchino Vari nel 1968. “Ah, lei vorrebbe correre con noi. Però lo sa che dobbiamo provare”. E io: “Ingegnere, io non ho mica problemi”. “Sì, però sappiamo tutto, che è andato di qua , è andato di là…”. Poi: “Allora, al Gran Premio Roma di F2 Brambilla corre di sicuro. De Adamich ha avuto un infortunio e non si sa se recupera in tempo. Anche Bell ha avuto un infortunio, ma è un pilota portato dalla Shell e non possiamo non farlo correre. Se uno dei tre non c’è e allora provo lei”. E invece, De Adamich è arrivato con il collare, quell’altro con le stampelle…»
«Invece, per il Gran Premio della Repubblica F1 del 1972, dovevo prendere una macchina, inglese, ma alla fine non se ne fece nulla. Poi, visto che c’erano solo otto iscritti, mi volevano far correre con il F2…»