La Mini di Carlos Sainz

Dakar 2021, parte la sfida tra Sainz e Loeb. Il campione spagnolo: «Lotta ristretta tra Mini e Toyota»

di Franco Carmignani
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JEDDAH - Gli iscritti alla Dakar sono complessivamente 295 tra moto, auto, truck, quad, side-by-side e “classic”, la nuova categoria con debuttate in questa 43ma edizione, che si metterà in moto il 2 gennaio.

Tra le auto si rinnova la sfida tra MINI e Toyota. Con i buggy X-Raid Mini John Cooper Works puntano ad allungare i loro record di vittorie il campione uscente Carlos Sainz e “Mr.Dakar” alias Stephane Peterhansel, mentre sul pick-up giapponese c’è Nasser Al-Attiyah, spalleggiato dal sudafricano Giniel De Villiers e dal saudita Yazeed Al Rajhi.

Il padre del nuovo pilota Ferrari dice: "Non vedo l'ora di competere di nuovo con X-raid alla prossima Dakar. Cercherò di difendere la mia vittoria nel 2020. Ora che il tempo è passato, devo dire che è una delle vittorie di cui sono più orgoglioso. La prossima Dakar sarà senza dubbio un altro grande evento - e dopo il primo anno di esperienza in Arabia Saudita - probabilmente sarà anche meglio. Per quanto riguarda il Mini Buggy JCW, anche in questi tempi difficili, siamo riusciti a migliorare in alcuni settori. La squadra ha fatto un ottimo lavoro e credo che siamo ancora più forti ".

Nello schieramento manca Fernando Alonso. Il campione spagnolo, protagonista convinto ma sfortunato della passata stagione, è troppo impegnato nella preparazione al ritorno in F1, che probabilmente gli impedirà di completare la “triple crown” con la vittoria a Indianapolis, dopo quelle nel mondiale della massima formula e Le Mans.

Il testimone passa a un altro “grande” che lancia un nuovo assalto al traguardo che finora gli si è negato, con il buggy BRX T1 della Prodrive che avrà anche Nani Roma un altro big della Dakar . “E’ sempre difficile la Dakar- è il nove volte campione del mondo rally che parla - ti chiedi cosa ci fai qui, ma c'è un lato avventuroso che ti permette di andare in posti incredibili che sarebbero totalmente inaccessibili senza questa gara. Quindi, quando torni, ci sono ancora delle immagini incredibili e ti viene voglia di tornare indietro. L'ultima volta che l'ho fatto ero abbastanza competitivo anche se non abbiamo vinto. Mi sentivo bene in macchina, non sono rimasto bloccato nella sabbia, sono riuscito ad attaccare tra le dune mentre prima cercavo solo di superarle. Spero di poter trovare la stessa sensazione questa volta.

I primi test che abbiamo fatto con ProDrive sono stati abbastanza buoni, non abbiamo avuto molti problemi. Non abbiamo danneggiato motore, cambio, cambio o ammortizzatori. Il BRX T1 si guida più o meno come le auto che sono abituato a guidare nel WRC. È un 4x4 mentre la Peugeot era un buggy a due ruote motrici che era sicuramente più versatile su terreni accidentati. L'obiettivo è lottare per la vittoria e per farlo la macchina deve essere affidabile, spero che sia così. Sappiamo molto bene che le vetture che finiscono di essere costruite ad ottobre e arrivano alla Dakar a gennaio raramente vincono. Nonostante tutto, spero che funzioni dall'inizio e che ci comportiamo bene. In ogni caso l'obiettivo non è il 5 ° posto ".

Altri piloti da seguire sono il campione FIA Baja sono il polacco Jakub 'Kuba' Przygonski (MINI), Martin Prokop (MINI) e lo sceicco Khalid Al-Qassimi (Peugeot), mentre l’ex protagonista del mondiale rally Kris Meeke debutta nella specialità mentre nella categoria SSV (side-by-side) dove c’è anche Michele Cinotto .Tra gli italiani il posto d’onore spetta a Franco Picco, alla ventisettesima partecipazione

Appassionato delle grandi sabbie Africane, Picco guarda all’Arabia Saudita come un nuovo scenario dove potersi divertire e ritrovare i terreni a lui più congeniali, con l’aggiunta di scenari mozzafiato. I suoi 65 anni di età hanno suscitato qualche dubbio nell’organizzazione quando hanno visto la sua richiesta di iscrizione, ma nei rally un’esperienza così vasta può avere un impatto molto importante sulle performance e a volte essere più determinante di una migliore condizione atletica.

“Corro ancora perché mi diverto e perché ho la curiosità di scoprire posti nuovi – confessa il motard vicentino - Sono sempre stato innamorato della sabbia, per questo il Sud America non mi ha mai convinto più di tanto, ma l’Arabia Saudita ha tutte le carte in regola per farmi divertire. La ASO ha messo in piedi una macchina organizzativa impressionante per organizzare la gara di questi tempi, bisogna riconoscerlo. Sono anche stati scettici ad iscrivermi quando ho fatto la richiesta, pensavano che con la mia età sarebbe stata troppo duro correre in moto, ma nei rally raid l’esperienza conta tanto quanto la prestanza atletica e alla fine hanno ceduto. Ho chiesto il 65 come numero proprio per ricordare a me stesso che ho 65 anni e che devo andarci cauto. Però nelle mie varie partecipazioni ho anche visto tanti. Il fisico un po’ si lamenta, perché non sono più un giovanotto da salti mortali, ma regge bene. Oltretutto quest’anno sono anche molto allenato perché sto cercando di trasmettere a mio figlio la passione per le moto, con questa scusa ogni momento libero è stata un’occasione per uscire in moto e macinare preparazione fisica.”

Dopo la sconfitta di un anno fa KTM punta alla rivincita tra le moto. Toby Price il migliore dei piloti KTM se la vedrà dunque con il campione in carica Ricky Brabec con la Honda 450 CRF. Van Beveren e Quintanilla di Husqvarna, completa la lista. Fari puntati sulla spagnola Laia Sanz ancora alla ricerca della top ten assoluta dopo l’impresa del 2015.

“Devo ammettere che il 2020 è stata la mia peggiore Dakar in molti anni - racconta - Ho avuto un grosso incidente all'inizio del secondo giorno, ho perso molto tempo nella tappa marathon e ho pensato di recuperare nella seconda settimana. Tuttavia, la seconda metà del rally è stata così veloce, così diversa dalle precedenti edizioni, che non c'è stato modo. Quindi, ho pensato che la cosa migliore sarebbe stata finire e mi sono concentrata su quello. Sono molto realista. Una Dakar come l'anno scorso, con un profilo così veloce, non fa per me. Mi piace di più quando c'è la navigazione e quando entrano in gioco la gestione degli pneumatici o problemi meccanici.

In questo incidente alla Dakar mi sono strappata i legamenti di entrambe le mani, ma non ce siamo accorti subito. Pensavo di essermi ferita solo una mano. Quando sono tornata in moto soffrivo molto ed è stato allora che è venuta fuori la serietà dell'infortunio che avrebbe richiesto un intervento chirurgico. Alla fine mi ci sono voluti circa 5 mesi per riprendermi.

E poi, per continuare questo anno terribile, sono caduta all'inizio del Rally dell'Andalusia, riportando un'ustione da sfregamento sul mio avambraccio causata dallo scivolamento a terra. Con tutto questo, è chiaro che non arriverò alla Dakar al meglio della forma. L'obiettivo? Non voglio pensarci troppo, anche se mi dico sempre che voglio essere tra i primi 15. " Laia in sella a una GasGas 450 sarà sfidata dalla connazionale Sara Garcia su Yamaha 450, con una KTM è invece la francese Sara Jula

Kamaz è l'indiscusso egemone della categoria camion alla Dakar, che dal 2000 ha vinto in tutte le occasioni tranne quattro. Tuttavia il quattro volte vincitore Eduard Nikolayev lascia la cabina di pilotaggio per nuove responsabilità nella squadra, che schiererà quattro piloti: il due volte campione della Dakar (2014 e 2020) Andrey Karginov, il vincitore del 2015 Ayrat Mardeev, il secondo classificato nel 2020 Anton Shibalov, e il più giovane dei quattro, Dmitry Sotnikov, secondo nel 2017 e di nuovo nel 2019. I quattro vantano un totale di 31 vittorie di tappa alla Dakar e saranno difficili da battere.

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Sabato 2 Gennaio 2021 - Ultimo aggiornamento: 04-01-2021 10:17 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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