A sinistra Yari Mischinelli, 34enne torinese, e Matteo Demetz, 31 anni di Ortisei

Due italiani alla corte del team Volkswagen: mani e menti preziose la leadership

di Mattia Eccheli
  • condividi l'articolo

BARCELLONA – Tra i “chirurghi” che lavorano al cuore delle Volkswagen Polo R che dominano il FIA World Rally Champioship (WRC) ci sono anche diversi italiani. Nella tappa catalana “operano” in due: Yari Mischinelli, 34enne torinese, e Matteo Demetz, 31 anni di Ortisei. Per entrambi il motorsport è più di un semplice lavoro: è una passione. Mischinelli è capomacchina di Andreas Mikkelsen, la “promessa” norvegese del rally: ha cominciato con lui nel 2010 quando gareggiava con Skoda UK e lo ha seguito nel 2012 quando è stato ingaggiato da Volkswagen. “C'è tanto anche dei meccanici in queste auto”, spiega tra un boccone e l'altro, dopo aver finito di convertire l'assetto da sterrato in quello da asfalto. “Pilota e navigatore – aggiunge – guidano l'auto nei test ed in gara, ma nel resto del tempo ce l'abbiamo in mano noi. E dopo ogni gara la smontiamo, pezzo per pezzo”.

Per Mischinelli, che ad Hannover ha portato la famiglia, il ricordo più bello della carriera di meccanico nel motorsport è il successo nel Rally di Spagna del 2015: “Andreas ha vinto dopo essere stato dietro, con oltre un minuto di ritardo”, dice. Anche lui, come molti colleghi e come Fabrizio Borra, altro italiano alla corte di Volkswagen, è ormai uno zingaro del cacciavite: “Girare il mondo è uno degli aspetti belli di questo mestiere”. Tra una cosa e l'altra è lontano da casa almeno 150 giorni l'anno. “Ho sempre sognato di fare il meccanico in qualche campo – ammette – Smontare e rimontare le cose mi è sempre piaciuto. Poi sono andato a vedere il Rally di Montecarlo, ho cominciato a fare il navigatore e poi a guidare. E alla fine, eccomi qui”. Il sogno è quello di vincere il titolo mondiale con Mikkelsen: “Ce la può fare”, assicura.

Demetz è un altro che ha il destino nel dna: lui è ingegnere elettronico, ma il bisnonno già costruiva impianti di risalita in provincia di Bolzano. Originario di Ortisei, Demetz è in Volkswagen da 5 anni e oltre che del WRC si è occupato anche del Rallycross negli Stati Uniti. Il suo campo è l'elettronica: sensori e dati sono il suo pane quotidiano. Ha una grossa responsabilità per il 2017: “Ci stiamo occupando anche del nuovo differenziale centrale attivo”, precisa. “Dal punto di vista professionale – aggiunge – è una grande soddisfazione sentire il pilota che scende dalla nuova auto che ha appena provato e ti dice che il sistema lo aiuta nella guida”. Come per il piloti, il rally esercita un fascino superiore rispetto alle prove su pista anche per gli ingegneri: “La macchina deve andare forte sull'asfalto ed anche sullo sterrato, non ripete sempre lo stesso giro, insomma.

Deve essere leggera ma allo stesso tempo robusta e affidabile per assorbire anche eventuali colpi”, osserva. Anche Demetz confida il suo obiettivo: “Sarebbe bello arrivare in una serie in cui l'elettronica è necessaria non solo per la gestione dei sistemi – concede – Una serie in cui hai la potenza dell'auto completamente in mano, una serie completamente elettrica”. Ma anche mentre lo dice, il suo sguardo segue sempre il lavoro dei colleghi, perché il rally è sempre il rally. E il 2017 dirà quanto importante è stato il suo lavoro.
 

 

  • condividi l'articolo
Mercoledì 19 Ottobre 2016 - Ultimo aggiornamento: 20-10-2016 11:30 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
COMMENTA LA NOTIZIA
0 di 0 commenti presenti