
FE, luci e ombre dopo il giro di boa: i successi di Nissan, la solidità di Porsche, la ritrovata competitività di Mahindra

FE, Evans (Jaguar) dalla pole alla vittoria, la 14/a "elettrica". Wehrlein e Porsche riaprono il mondiale

FE, nuova pole senza duelli: due Jaguar in prima fila a Berlino, quella ufficiale di Evans e quella della Envision di Frijns

FE, libere con miglior crono e tamponamento per Wehrlein (Porsche), che centra il compagno di squadra da Costa
SHANGHAI – Dopo le due gare del Giappone, la Formula E resta in Asia e torna in Cina, ancora sul rimaneggiato circuito permanente di Shanghai che ospita anche la Formula 1, dove lo scorso anno si erano imposte le scuderie che al termine della stagione si sono spartite i tre titoli in ballo: la Jaguar Tcs con Mitch Evans (vittoria a squadre e costruttori) e la Tag Heuer Porsche con Antonio Felix da Costa (alloro piloti con Pascal Wehrlein). In dodici mesi la situazione è cambiata. E molto.
Alla vigilia degli ePrix 10 (sabato 31 maggio) e 11 (domenica 1 giugno) la Nissan sta dominando l'undicesima stagione. Con Oliver Rowland è al comando della classifica individuale (161 punti, 77 di margine sul più immediato inseguitore, il campione in carica Wehrlein), grazie soprattutto allo stesso pilota britannico guida anche la graduatoria a squadre (il contributo di Norman Nato si limita a 11 punti e il vantaggio sulla Tag Heuer Porsche è di 15 lunghezze), mentre per effetto anche degli incoraggianti risultati del team cliente Neom McLaren è in testa al trofeo costruttori a quota 256 (Porsche è seconda a 212).
Gli equilibri del mondiale sono cambiati profondamente e la Jaguar, protagonista degli ultimi campionati, è quasi uscita dai radar pur avendo vinto la gara di apertura con Evans, che non è poi più riuscito ad andare a punti. Grazie a Sébastien Buemi, con la monoposto fornita alla cliente Envision, la casa britannica ha trionfato di nuovo a Monaco, ma è lontana dalle posizioni che contano e a fine stagione “divorzierà” anche dal suo Team Principal James Barclay, che passerà al Wec con McLaren. La Porsche si conferma solida (un vittoria e sette podi, sei della squadra ufficiale e uno ciascuno di quelle clienti), anche se dalla Andretti con il suo ex campione del mondo Jake Dennis e il pilota sotto contratto con la casa di Zuffenhausen Nico Müller era forse lecito attendersi di più.
Dopo diverse stagioni più che anonime è tornata ad essere competitiva la Mahindra (con 99 punti ne ha già collezionati più che nelle ultime due stagioni messe assieme), addirittura terza nella classifica a squadre (il quarto posto nel trofeo costruttori si spiega con il fatto che a differenza dei rivali ha due sole monoposto in corsa: ma il podio è a sole 28 lunghezze) con l'ex iridato Nyck de Vries sesto e Edoardo Mortara, l'elvetico con passaporto italiano, settimo. Con la Ds Penske e con Maserati, il gruppo Stellantis è protagonista di una stagione in qualche modo “interlocutoria”: entrambi i costruttori hanno vinto un ePrix (quello francese a Jeddah con Maximilian Günther e quello italiano a Tokyo con Stoffel Vandoorne), ma ancora non hanno trovato la continuità necessaria.
Nonostante schierino gli unici due piloti ancora fermi a quota “0” – il tedesco David Beckmann e il rookie delle Barbados Zane Maloney – anche la scuderia debuttante Cupra Kiro e il costruttore esordiente Lola Motors (assieme a Yamaha e Abt) si sono già ritagliati uno spazio sul podio. La prima (motorizzata Porsche) con Dan Ticktum, terzo nel secondo ePrix di Tokyo, la seconda con la piazza d'onore con il sempreverde Lucas di Grassi a Miami. L'obiettivo stagionale minimo è già stato raggiunto.