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MADRID – Tommaso Volpe, il manager calabrese che dirige le operazioni di Nissan in Formula E, è sorridente a Madrid. Ai box, le indiscrezioni che avevano preceduto i test trasferiti a tempo di record dal circuito di Valencia a quello di Jarama, alle porte della capitale spagnola, danno la monoposto del costruttore giapponese, fornita anche alla Neom McLaren, come particolarmente veloce e affidabile. Alla domanda se sia soddisfatto o meno delle prove generali, Volpe si sbilancia con garbo: «Lo sono, ma è chiaro che ci sono tante cose da migliorare – spiega – Sono piccoli problemi da sistemare, che è normale in questo momento della stagione».
Non è che vi siete tenuti un po' nascosti?
«Il tempo sul giro, come se fosse una qualifica, lo possono fare tutti, però no, non ci siamo nascosti. E non abbiamo nemmeno cercato a tutti i costi il miglior crono».
Come mai?
«Questa volta è tutto più complesso, perché, ad esempio, puoi provare il tempo, ma con le gomme non al meglio: sono passaggi interessanti per gli ingegneri, che se uno analizza solo i dati che si vedono sugli schermi non emergono».
Simbolicamente il miglior tempo è importante.
«Non lo abbiamo ottenuto in alcuna sessione. Se vogliamo cercare un segnale positivo, allora possiamo dire che quando abbiamo simulato la gara Rowland era al comando dopo il pit stop, anche se poi abbiamo deciso di ritirarci. Ma non vuol dire molto, perché magari gli altri stavano provando cose differenti».
C'è qualcosa che ti ha sorpreso di questi test?
«Data la situazione anche solo riuscire a farli è stata una sorpresa: dobbiamo dire un grande grazie all'organizzazione per essere riuscita a rimetterli in piedi in pochissimi giorni».
Altro?
«Eravamo consci del fatto che queste macchine fossero più complesse di quelle impiegate fino allo scorso anno, ma ci siamo accorti che lo sono più di quanto avessimo immaginato. Il livello della loro complessità è superiore, anche per quello che riguarda ciò che piloti e ingegneri saranno chiamati a gestire. Lo vedremo quando si tratterà di mettere a punto le strategie in gara, con molte più variabili da tenere in considerazione».
Vale a dire che le gare saranno più spettacolari?
«Saranno più divertenti perché la differenza delle prestazioni fra le monoposto con e senza Attack Mode attivato sono notevoli. Spero invece che, per la stessa ragione, non ci siano più incidenti: se crescono le performance cambiano aumentano anche i rischi».
Altre sorprese, magari che riguardano scuderie differenti?
«Ci aspettavamo una Kiro (la ex Ert, ndr) più veloce perché il powertrain è nuovo (è fornito dalla Porsche, ndr), ma, oggettivamente, o stavano inseguendo i migliori tempi in assoluto (nessuno dei due piloti impiegati, Dan Ticktum e David Beckman, è stato ancora messo sotto contratto e hanno probabilmente fatto di tutto per “mettersi in mostra, ndr), oppure hanno veramente ottenuto risultati importanti in pista».
Torniamo alla Nissan, qual è l'obiettivo?
«E se ci nascondessimo anche durante la stagione? Battuta a parte, vogliamo combattere fino alla fine del campionato per almeno uno dei tre titoli e mi auguro che a Londra saremo in grado di farlo, anche se l'ultimo passaggio dipende sempre da molte cose».