La Ferrari di Sebastian Vettel

Ferrari, lo spreco del Cavallino: poco cinica quando il gap era a suo vantaggio

di Giorgio Ursicino
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SOCHI - C’è un po’ di amarezza. Il filo di tristezza. Il più dispiaciuto è Sebastian Vettel. Il tedesco di titoli se ne intende, non a caso ne ha conquistati quattro, addirittura di fila. E questo, purtroppo, sembra ormai sfuggito. Con il trionfo di ieri lo svantaggio il classifica generale è salito a 50 punti (306 a 256) sui 125 ancora in palio. Per pareggiare i conti servirebbero due vittorie secche con l’inglese mai in zona punti, un’ipotesi sulla carta da non poter prendere nemmeno in considerazione. Quello che più preoccupa e lascia poco spazio ai sogni di gloria è però il trend. Per il fenomenale britannico è la terza vittoria di fila, la quinta nelle ultime sei gare.
Dal Gran Premio di Gran Bretagna vinto da Sebastian con la Ferrari l’8 luglio a Silverstone, Hamilton ha recuperato sul tedesco del Cavallino ben 58 punti, una rimonta travolgente. A Sochi e a Singapore, ma anche a Monza le Stelle in gara andavano più forte delle Rosse e per i piloti di Maranello non c’è stato molto da fare.

I rimpianti sono sopratutto per la prima parte della stagione quando Sebastian ha commesso diversi errori perdendo punti e regalandone al rivale, in un momento in cui la SF71H era nel complesso la monoposto migliore, sia in prova che in gara. Ma non è il caso di gettare tutte le colpe su Sebastian, un pilota profondamente legato alla Ferrari che anche quest’anno ha fatto eccellenti gare e forse è stato tradito dal suo eccessivo entusiasmo e dalla mancanza di freddezza che invece accompagna Hamilton.

Ieri Lewis ha dato l’impressione di sverniciare Seb, ma aveva la monoposto migliore e per il tedesco c’era poco da fare. Vettel ha detto che non si è accorto dell’attacco del britannico; in realtà ha evitato di portare avanti un duello difficile da sostenere e con il quale aveva tutto da perdere. Anche sul fronte Costruttori le speranze sono poche, ma i punti ancora a disposizione molti di più: Maranello deve recuperare su Stoccarda 53 lunghezze (495 a 442) e ora la monoposto più in forma è quella tedesca.
 
Ci sono state tante polemiche per il gioco di squadra messo in atto dal team di Toto Wolff, ma è una tempesta in un bicchier d’acqua. La SF71H, come è stato più volte detto, è una vettura formidabile, in grado di ritrovare competitività in un attimo, quindi la Mercedes ha fatto bene a massimizzare il risultato. Nel team campione del mondo le gerarchie sono precise, come in quello di Maranello. La prima guida è Hamilton, è lui che ha vinto sette gare quest’anno, è lui che deve vincere il titolo. Valtteri un pilota veloce, un bravissimo uomo squadra, ma nel 2018 non è mai riuscito a salire sul gradino più alto del podio. Toto Wolff che a fatica gli ha chiesto di lasciare strada al compagno è quello che lo ha voluto in Mercedes e che lo ha sempre difeso. A Valtteri è dispiaciuto dare strada, ma sa bene che era la cosa giusta da fare.
 

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Sabato 6 Ottobre 2018 - Ultimo aggiornamento: 00:39 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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