Alcuni Commissari della FIA in Formula E durante i test prrstagionali a Valencia

Gli “angeli blu” della Fia, un lavoro “monstre”: sono 800 i parametri in mano a direzione gara e steward per decidere

di Mattia Eccheli
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VALENCIA – Gli “angeli blu” della Fia della Formula E, la squadra fissa che sovrintende e regola la disputa del campionato elettrico, sono poco meno di una trentina. A Valencia, in occasione dei test ufficiali che anticipano l'avvio dell'ottava stagione che scatta in Arabia Saudita a fine gennaio, hanno spalancato le porte del loro “caveau” per spiegare e chiarire cosa succede a bordo pista e nelle stanze dei bottoni dove vengono prese le decisioni che contano: quelle della direzione di gara e degli steward, che come i marshall (circa 150 per ogni EPrix), sono impegnati a titolo gratuito.

Sono dei volontari chiamati ed esprimersi su episodi che riguardano una competizione attorno alla quale ruotano centinaia di milioni di euro. «Mi sono chiesto perché sia così – dice il tedesco Achim Loth – e la ragione è che è il solo modo per garantire indipendenza e autonomia. Se fossimo pagati magari staremmo a preoccuparci di un eventuale rinnovo del contratto». Non è un mistero che diverse decisioni adottate dalla giuria siano risultate non solo poco tempestive, ma anche incomprensibili. «Il nostro compito è prendere decisioni giuste, non veloci», assicura Loth ricordando come un eventuale drive through non si possa poi revocare.

Sui monitor degli “angeli blu” (in realtà non è una vera divisa, perché ci sono maglie e camice con tonalità diverse dello stesso colore) compaiono una quantità mostruosa di dati. Durante la corsa chi deve decidere dispone di 800 parametri, mentre ai box ne hanno poco più di una decina. È sulla base di questi dati (in Formula E non c'è la telemetria) che è stato accertato che a Londra Lucas Di Grassi non si era fermato al muretto e quindi declassato nonostante il disappunto, almeno iniziale, del Team Principal di Audi Allan McNish. A fine gare la montagna di dati viene “liberata” e messa a disposizione delle scuderie, che, anzi, hanno accesso ad un numero anche superiore di riferimenti.

Il direttore di gara, l'americano Scot Elkins, può intervenire e comunicare sia individualmente con i piloti sia con con “the world”, il mondo, cioè anche le scuderie e le televisioni. Il caveau è attrezzato anche con una bilancia per verificare che tutto rispetti anche il cosiddetto “passaporto tecnico” che riguarda i componenti, con controlli anche a campione. Più che la repressione, l'obiettivo è quello della collaborazione. Assieme all'organizzazione, i delegati della Fia puntano alla condivisione delle informazioni per prevenire le infrazioni. Perché alla fine ciò che conta è lo spettacolo e la creazione di un “prodotto” credibile.

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Lunedì 6 Dicembre 2021 - Ultimo aggiornamento: 09-12-2021 08:45 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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