Giacomo Agostini, il quindici volte Campione del Mondo di motociclismo nelle classi 350 cc e 500 cc, a Vallelunga ha dovuto attendere un po’ per vincere, per una buona dose di sfortuna che l’ha perseguitato nelle prime esperienze sulla pista di Campagnano. Poi, visto che la classe non è acqua sono arrivate le due vittorie nella 500 nei Gran Premi Roma del 1968 e del 1973. Così anche l’albo d’oro di Vallelunga può vantare la firma di “Ago” e della MV Agusta!
«Ho corso per la prima volta a Vallelunga nel 1964, con la Morini 250 il primo anno da Seniores, e ho avuto una brutta esperienza, sì sono caduto. Purtroppo s’è rotta la pompa dell’olio, s’è bloccato il motore. Ho fatto un volo salendo dal curvone veloce – allora si girava al contrario – mi si è bloccata la moto: risultato ho fatto cinquanta metri strisciando per terra.
Anche con la MV è successo un’altra volta. Sono caduto, e mi son detto: porca miseria questa pista non mi porta bene. Sono caduto dopo la Curva Roma. Eppure il circuito mi piaceva tanto, ma evidentemente c’era un momento negativo. Insomma ero un po’ preoccupato: possibile che a Vallelunga …. Poi invece i risultati sono arrivati, e ho vinto.
Il primo ricordo del 1964, a parte la caduta, era un’emozione incredibile, in quanto cominciavo a correre con una moto senior, e poi Vallelunga era una pista di cui avevo sentito parlare molto. Insomma una grande emozione, e indipendentemente dal risultato, è stata una bella esperienza”
Siamo tornati anche per delle prove. Grazie al tempo mite che c’era a Vallelunga d’inverno, quando negli altri posti c’era la neve, si cercavano le condizioni migliori e riuscivamo a provare.
Il vecchio circuito era bello, anche se un po’ pericoloso, ma all’epoca non si lavorava molto per la sicurezza…. Il posto era gradevole. Insomma c’era un bell’ambiente, l’albergo vicino a 50 metri, senza dover prendere la macchina, i ristoranti…
Negli anni ‘70 l’esperienza con la Chevron F2 in un Gran Premio Roma. Purtroppo è stato un anno un po’ balordo perché non mi trovavo con quella macchina e non riuscivo a ingranare. Quando a fine stagione ho provato la March sono riuscito ad andare molto meglio, ma ormai era tardi. Probabilmente avevo scelto una macchina che non si confaceva alle mie caratteristiche».