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Antonio Giovinazzi è uno dei tanti piloti della F1 che non conosce il circuito del Mugello. Comprensibile per gli stranieri, ma strano per lui che è italiano. Eppure è così: la carriera agonistica di Giovinazzi prima della F1 si è sempre sviluppata livello internazionale all’estero, prima in F3 europea e poi in GP2 e quindi al Mugello, dove correvano soltanto categorie nazionali, non aveva mai messo le ruote.
«Ci ho girato una volta sola» ammette «un paio d’anni fa con una Ferrari GT 488 prima della 24 Ore di Le Mans per fare pratica con la Granturismo, ma non posso dire di conoscere la pista. Anche perché vista la sua conformazione, farla con una GT e con una monoposto dotata di tanta downforce è un’altra cosa. Sarà una pista nuova per me».
Non conoscere la pista è un grande svantaggio per un pilota?
«Abbastanza. Conoscerla è sempre meglio, specie se ci hai girato già con una F1 invece che con un’auto GT come me. Fa tanta differenza. Dovrò fare il maggior numero di giri possibili in prove libere per impararla bene».
Che caratteristiche ha secondo te?
«È molto veloce. L’ho scoperta per bene oggi girandola a piedi: ci sono curve velocissime e soltanto tre veri punti di frenata. È un circuito da velocità medio-alte, sarà impegnativa e la gara sarà difficile perché i punti di sorpasso sono davvero pochi: praticamente solo la prima curva, e poi anche seguire qualcuno sarà difficile perché le scie disturbano molto nelle curve».
Mark Webber ha detto del Mugello: dieci giri qui con la F1 sono più impegnativi che mille ad Abu Dhabi…
«Ha ragione! Ci sono curvoni veloci e impegneranno molto il collo; 59 giri di gara saranno durissimi. Sarà una bella sfida per noi piloti».
È adatto alla vostra Alfa Sauber o no?
«Credo che sia un tracciato difficile per noi. È molto diversa da Monza, ma abbiamo avuto piste simili a questa, come per esempio l’Ungheria che è circuito più lento è vero, ma anche quello richiede un assetto aerodinamico molto carico come il Mugello. E lì abbiamo fatto molta fatica con la nostra macchina».
Che ti auguri per la gara?
«Prima di tutto di entrare in Q2 sabato. La qualifica al Mugello sarà molto importante perché come ho spiegato prima i sorpassi saranno molto limitati e quindi partire più avanti aiuterà a restare davanti in gara».
A proposito di sorpassi, sei il pilota che compie più sorpassi in partenza. Anche a Monza da 18esimo in griglia hai superato quattro macchine in tre curve superando anche una Red Bull accodandoti alla Ferrari. Come fai a districarti così bene in partenza fra le altre macchine?
«Il sabato dedico tanto tempo rivedere i video on board delle partenze dei mie avversari negli anni passati. Studio e analizzo al sabato sera tutti i dettagli: dove ci sono linee e traiettorie più adatte, mi esercito bene ad analizzare lo stacco della frizione. E per adesso questi studi mi sono serviti davvero per avanzare in gara. Per questa gara dovrò dedicare ancora più tempo alle analisi del sabato sera perché viste le difficoltà di sorpasso dovute alla conformazione della pista,, farsi largo in partenza sarà ancora più strategico. E poi proprio al Mugello dalla griglia alla curva ci sarà molto spazio, e essere così lontano è un vantaggio. Perché più distanza hai, più possibilità di sorpassi hai. Purtroppo stavolta non avrò video on board del Mugello perché qui la F12 non ha mai corso, quindi dovrò fare un lavoro di analisi maggiore».