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Alla vigilia dell’E-Prix di Monaco, un primo bilancio della stagione 7 di Formula E si può già fare: la Mercedes domina sia la classifica per Team sia quella dei piloti con Nyck de Vries e Stoffel Vandoorne saldamente in testa. Le monoposto della Stella hanno vinto 3 round su 6, sono le uniche ad aver permesso ad entrambi i piloti di vincere e inoltre le sole ad aver conquistato pole, superpole e giro veloce in gara. La Mercedes è solo alla seconda stagione in Formula E, ma anche qui mostra la stessa attitudine che da anni la caratterizza in Formula 1. A condurre le operazioni del team Mercedes EQ è Ian James che è ovviamente soddisfatto dei risultati, ma invita alla cautela.
I numeri dicono che siete i più forti…
«I numeri dicono che, al momento, abbiamo la macchina più competitiva – ammette il team principal – ma la Formula E è una categoria molto complessa ed è concepita proprio in modo da essere imprevedibile. La nostra partenza della stagione 7 è stata indubbiamente molto positiva. Alla fine della nostra prima stagione ritenevamo di aver messo buone basi per il futuro e fa naturalmente piacere raccogliere i frutti del nostro lavoro. È ancora presto per dire come andrà a finire, credo però che ad oggi abbiamo gli ingredienti per lottare per il podio in ogni gara».
Quali team fanno più paura?
«DS Techeetah è sempre il team più temibile, sia per quello che abbiamo visto nelle prime gare sia per quello che hanno fatto nelle ultime stagioni. Sono sicuramente grandi conoscitori di questa categoria e sanno come vincere. C’è anche Jaguar che ha avuto un ottimo inizio lo scorso anno e anche quest’anno si sta confermando. Anche Nissan eDams e Virgin Envision hanno grande esperienza. E aggiungo anche Venturi che utilizza il nostro stesso pacchetto tecnico e più volte ha mostrato di essere competitiva. C’è sicuramente un gruppo nutrito di contendenti con cui sai di dover lottare duramente in ogni gara».
Questa è la prima volta per il team Mercedes EQ a Monaco e la prima volta per la Formula E sullo stesso percorso della Formula 1. Quali sono le vostre aspettative?
«Beh, prima di tutto è un grande privilegio correre in luogo simbolico come questo. Personalmente, sono stato qui già nella stagione 5 per seguire il lavoro dell’HWA (il team pilota che ha anticipato l’arrivo ufficiale di Mercedes nella stagione 5, ndr). Correre sul circuito completo aumenta notevolmente le difficoltà rispetto agli altri anni e ci sono cambiamenti che riguardano anche l’attack zone che stiamo valutando, ma è comunque una sfida affascinante».
Il fatto che corriate sullo stesso circuito della Formula E farà scattare ancora una volta il confronto con la Formula 1…
«Siamo consci di questo, ma le due categorie sono molto diverse nel loro approccio. In Formula 1 l’obiettivo è la velocità pura, in Formula E la gestione dell’energia ha un ruolo fondamentale. Per noi essere a Monte Carlo è motivo di grande piacere ed eccitazione. Ovviamente siamo tutti curiosi di vedere i primi dati cronometrici. Vedremo…»
A proposito di dati, avete condiviso i dati relativi alla pista con il team di Formula 1?
«No, perché le macchine sono molto diverse e molto diverso sarà quello che dovremo affrontare sulla stessa pista. Credo comunque che avremo una situazione molto simile a quella che abbiamo trovato a Valencia: questo è in pratica un circuito permanente nel quale il gruppo di qualifica conta poco o nulla. Quello che invece condividiamo con il team di Formula E è il metodo di lavoro e lo spirito con il quale affrontiamo le competizioni».
Quanto sono vicine le collaborazioni e le relazioni tra voi e il team di Formula 1? Non parlo solo di spirito, di dati e tecnologie, ma anche di persone…
«Siamo molto vicini tant’è che siamo entrambi a Brixworth, dove vengono sviluppare le power unit per le monoposto di Formula 1. Ma questa è una scelta che è stata fatta di proposito sin dall’inizio: volevamo che i due team condividessero prima di tutto la stessa cultura e oggi sempre di più condividiamo obiettivi tecnici. In un primo momento, noi abbiamo sfruttato le conoscenze che Mercedes aveva già acquisito per i motori elettrici nelle competizioni, adesso sta accadendo il contrario: il lavoro che è condotto in Formula E ritorna a Brackley, dove viene sfruttato in Formula 1. E questo è un beneficio per entrambi i team».
Mercedes ha messo in campo il progetto EQXX che ha l’obiettivo di fare un’auto elettrica con un’autonomia di oltre 1.200 km in collaborazione con entrambi i team. Quanto siete coinvolti effettivamente in questo progetto?
«A Brixworth ci siamo noi, il gruppo di lavoro che si dedica alle power unit di Formula 1 e quello che si occupa di EQXX. La cosa che ci accomuna tutti e tre è il motore elettrico e l’obiettivo è condividere i risultati tecnologici a beneficio dell’altro, dunque anche a favore delle auto elettriche di serie. Io stesso mi tengo in contatto con i responsabili del progetto EQ a Stoccarda e tutti noi che partecipiamo a EQXX lavoriamo a stretto contatto. Non ci telefoniamo tutti i giorni, ma ci sentiamo molto spesso».
Dal momento che Mercedes è così coinvolta nell’elettrificazione anche nelle competizioni, perché è ancora dubbiosa sulle Gen3?
«L’elettrico è il futuro e abbiamo bisogno di svilupparne le tecnologie coinvolte il più velocemente possibile. La Formula E è sicuramente un modo per farlo. Il fatto è che la Formula E è una categoria nuova ed è in continuo sviluppo, ma dobbiamo ancora riflettere sulla struttura del campionato e sugli sviluppi tecnici. Vogliamo prenderci tutto il tempo per lavorare insieme con la Formula E e la FIA e assicurarci che il nuovo corso risponda alle nostre esigenze e porti effettivi benefici a questa categoria, per questo i nostri tecnici stanno comunque lavorando a pieno ritmo alla Gen3».
Quando annuncerete la vostra decisione?
«È una buona domanda, ma onestamente non lo so. Di sicuro non ci vorrà molto. La stagione si conclude ad agosto e diremo sicuramente qualcosa prima o in occasione della fine del calendario».
Le Gen3 saranno molto più potenti e leggere, dunque avranno prestazioni molto superiori alle attuali. Non avete paura che siano troppo veloci per i tracciati cittadini?
«No, ne abbiamo già discusso studiando la questione sulla base dei circuiti attuali e, insieme alla FIA, abbiamo deciso il livello di potenza massima di 350 kW. Guardando anche oltre, personalmente, mi piacerebbe vedere auto ancora più potenti gareggiare anche su qualche circuito permanente».
Un’altra sfida tecnica è la potenza elevata della ricarica: si parla 450-600 kW. Si può fare o rappresenta un problema?
«No, le tecnologie in questo senso avanzano giorno dopo giorno e mi aspetto enormi progressi nel prossimo futuro. Vedo positivamente la possibilità di integrare e sperimentare la ricarica ad alta potenza all’interno di questa categoria».
Quali sono le sensazioni del team e dei piloti alla vigilia di una gara così affascinante?
«Come puoi immaginare, per tutti noi è molto emozionante. I nostri piloti hanno già corso in altre categorie e, all’apparenza, stanno affrontando questa vigilia con la concentrazione e la freddezza solite, ma sono sicuro che sotto la superficie anche loro vivono sensazioni particolari. La cosa importante è quello che riusciremo a portare a casa entro stasera».