Angelo Sticchi Damiani, numero uno dell Aci

Il motore della mobilità sostenibile. Le monoposto elettriche perfetti testimonial della svolta verso le emissioni zero

di Angelo Sticchi Damiani
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Finalmente ci siamo! Oggi e domani si svolgerà il primo GP di Formula E a Roma in un circuito cittadino nel quartiere Eur. Oltre al rilievo sportivo di questa innovativa competizione, al prestigio per la nostra Capitale e alla sua importanza per lo sviluppo tecnologico della trazione elettrica, questo Gran Premio offre l’occasione per fare il punto su tutta la mobilità sostenibile e sui possibili scenari che si verranno a concretizzare nei prossimi anni. Tengo a ricordare che tutto è iniziato il 5 dicembre del 2013 quando si presentò in Campidoglio, alla presenza di Jean Todt, Presidente della FIA, Alejandro Agag, Ad di Formula E, e Gianni Alemanno, Sindaco di Roma, il primo GP della neonata Formula E, il cui esordio sarebbe dovuto avvenire proprio a Roma nel giugno del 2014. Purtroppo con la successiva giunta capitolina il progetto fu accantonato, nonostante i miei inutili tentativi di riproporlo, per cui il primo GP di Formula E della storia si tenne poi a Pechino il 14 settembre 2014.

Jean Todt, pertanto, si impegnò fortemente per concretizzare la Formula E, convinto che un Campionato del Mondo ad essa riservato avrebbe promosso la mobilità elettrica, nonostante le auto non avessero ancora un’autonomia tale da correre l’intero GP e con la necessità della sostituzione della vettura a metà gara.
Questo “limite” avrebbe evidenziato il problema dell’autonomia per la trazione elettrica, ma si ritenne che l’importante sarebbe stato partire, confidando sui progressi tecnologici che sarebbero intervenuti tanto in merito alla capacità delle batterie quanto all’efficienza delle power unit: così è avvenuto e nel prossimo Campionato, che inizierà a novembre, non sarà più necessario sostituire la macchina durante la gara. Al contempo la decisione di svolgere le gare solo in circuiti cittadini ha da subito esaltato la sostenibilità ambientale complessiva di questo tipo di auto, rendendola visibile e tangibile a tutti.

E arriviamo all’oggi: finalmente il progetto, dopo 4 anni, è stato tirato fuori dal cassetto e, con la collaborazione della giunta Raggi, la Capitale ha il suo Gran Prix di Formula E. Un evento che ha immediatamente suscitato molto interesse, per la novità assoluta e, forse, perché Roma non ha tanti grandi eventi di eguale rilevanza. Ovviamente un circuito cittadino non offre l’accoglienza e l’organizzazione di un autodromo, per questioni di spazio e per i limiti dell’essere tra palazzi, e i posti disponibili si sono esauriti in poco tempo. Segno del successo!

Per il quale dobbiamo anche ringraziare i romani, in particolare quelli residenti all’EUR, per gli inevitabili disagi che dovranno affrontare nonostante il corretto piano della mobilità che è stato approntato. Il risultato sarà all’altezza dell’impegno di tutti, vedremo auto sfrecciare nel silenzio tra straordinarie architetture e queste inconsuete immagini faranno il giro del mondo, regalando ulteriore fama alla bellezza di Roma. Soprattutto anche in Italia si “toccherà” il futuro della nostra mobilità, la capacità della mobilità elettrica. Un futuro vicino ma quanto prossimo?
Perché la mobilità elettrica diventi concreta e diffusa è necessario che accadano tre cose. Energia elettrica sufficiente e che sia prodotta da fonti non inquinanti. Una efficiente e capillare rete di ricarica, con colonnine anche sulle autostrade e le principali arterie di grande comunicazione. Automobili elettriche con equivalenti prestazioni per autonomia di quelle a motore tradizionale (le performance di accelerazione sono già migliori) e con prezzi accessibili.

Quanto tempo ci vorrà? È difficile dirlo. L’Enel ha deciso di impegnare grandi risorse, dimostrando di credere molto ed in tempi non molto lunghi all’avvento in Italia della mobilità elettrica. Anche alcune primarie case automobilistiche stanno investendo in ricerca e nella produzione di veicoli che sono oltre la city car.
Sullo sfondo il problema della limitazione delle emissioni voluta dalla Commissione Europea che “spinge” i costruttori a scelte conseguenti. Nel maggio prossimo dovrebbe uscire una nuova direttiva comunitaria in materia di de-carbonizzazione dei trasporti e quindi con nuovi e più severi limiti alle emissioni nocive.
A questo proposito, In questi giorni molti mi chiedono se in un prossimo futuro la FE potrà sostituire la F1, il cotè sportivo sul futuro della mobilità elettrica. Io penso che in tempi brevi sarà molto difficile per diverse ragioni ad iniziare dallo spettacolo perché ci vuole tempo affinché la Formula E possa competere per tensione sportiva ed eccezionalità con la F1.

Siamo in una situazione in continua evoluzione, nella quale le innovazioni tecnologiche che arriveranno determineranno tempi e modalità. Per questo l’ACI, tramite la propria Fondazione Caracciolo, ha ritenuto di dedicare la scorsa Conferenza del Traffico e della Circolazione alla mobilità e al rapporto con le fonti di energia, con l’obiettivo di fornire agli automobilisti un’informazione, corretta e puntuale, su cosa accadrà nel breve e medio periodo. Abbiamo cioè coinvolto nella discussione tutti coloro che trattano, a diverso titolo, questa materia e insieme a loro pochi giorni fa si è avviato un osservatorio italiano del settore della mobilità. Ma stiamo già studiando un’iniziativa permanente di livello europeo in grado di cogliere e analizzare gli aspetti tecnologici come quelli economici e sociali della prossima mobilità sostenibile, anche al fine di orientare i cittadini, sostenere le necessarie politiche pubbliche, valorizzare le iniziative private. Per questo nostro impegno, un altro evento importante si terrà oggi, il giorno prima della gara: lo “Smart Cities Forum” organizzato dalla FIA con la collaborazione di ACI, che approfondirà i cambiamenti in atto della mobilità.

È questa la quinta edizione del Forum che ogni anno sceglie una delle città dove si corre il GP di Formula E. Il Forum vuole sottolineare che una mobilità sostenibile è un elemento essenziale per conseguire uno sviluppo urbano sostenibile ed un adeguato livello di qualità della vita. Per raggiungere questi obiettivi il sistema della mobilità urbana deve garantire ai cittadini l’accesso a servizi, socialità e opportunità economiche.

Per migliorare la sostenibilità di una città e ridurre le forme di inquinamento da traffico non basta la sola tecnologia, i motori sostenibili, ma occorre contemporaneamente agire nella direzione di ri-concepire o ri-pianificare le modalità di spostamento dei cittadini premiando, ad esempio, le forme di trasporto collettivo rispetto a quelle individuali, convinti che si debba agire in più direzioni: nuova organizzazione della mobilità urbana, nuove tecnologie più rispettose dell’ambiente e comportamenti responsabili per i nostri spostamenti quotidiani. Avremo modo di approfondire. Ora diamo la parola ai piloti, alle vetture, alla competizione, testimoni straordinari quanto concreti del nostro futuro.

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Lunedì 16 Aprile 2018 - Ultimo aggiornamento: 17-04-2018 12:22 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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