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La sfida impossibile. Preferite il circuito di Imola o quello di Monza? E' la domanda che, a sorpresa, la Ferrari ha lanciato nei giorni scorsi su uno dei propri social media, Twitter. Per curiosità, per divertimento, per sondare l'umore degli appassionati. L'Italia è riuscita a riavere due Gran Premi nel calendario del Mondiale F1, addirittura tre nell'anno del Covid, il 2020, quando si corse per la prima volta nella storia al Mugello oltre che a Imola e Monza. Il circuito posto sul confine tra Romagna ed Emilia (è romagnolo o è emiliano? L'eterna diatriba...) è rientrato stabilmente nel giro della Formula 1 ed ha ospitato il Gran Premio dell'Emilia Romagna proprio a partire dal 2020.
La sua storia col Mondiale è iniziata nel 1980 strappando il GP d'Italia a Monza, poi dal 1981 al 2006 si è corso sotto la denominazione di GP San Marino. Poi l'addio alla F1, la ristrutturazione ulteriore del circuito (la prima era stata compiuta dopo il drammatico weekend del 1994 costato la vita ad Ayrton Senna e Roland Ratzenberger) e anche del paddock. Monza invece, rappresenta la storia (quasi) completa della F1 che vi ha disputato i Gran Premi fin dal 1950, l'anno della nascita del campionato del mondo. La denominazione è sempre stata quella di GP d'Italia, a parte quella "macchia" del 1980 che impedisce all'autodromo brianzolo di vantarsi di avere ospitato la F1 tutti gli anni dalla sua creazione. Sono ben 72 i GP che si sono disputati a Monza.
Ma che ne pensano i tifosi che si sono lanciati nel rispondere al quesito posto dalla Ferrari? Mentre scriviamo, sono quasi 1.200 le risposte fornite su Twitter e possiamo dire che la divisione è quasi perfetta. Monza per molti fans rappresenta la continuità, la storia, con le mitiche curve della Parabolica, la Variante Ascari, la doppia piega di Lesmo. Un circuito che odora di leggende, da Alberto Ascari a Jim Clark, da Graham Hill a Emerson Fittipaldi, da Niki Lauda ad Ayrton Senna e Michael Schumacher fino ai campioni dei nostri giorni. Si può tranquillamente affermare che tutti i piloti di F1 hanno frequentato quel paddock, quelle curve e questo porta i tifosi ad avere un grande sentimento col tracciato monzese. A cui va aggiunto il fascino del podio enorme realizzato nell'ultimo decennio che si affaccia sul rettifilo di arrivo permettendo ai primi tre classificati di "abbracciare" metaforicamente la folla.
Il circuito di Imola, invece, dal 1980 è subito entrato nel cuore dei tifosi di tutto il mondo con quelle collinette, Tosa e Rivazza, che si trasformavano in un muro umano. Ma soprattutto per la conformazione della pista che tutti i piloti e addetti ai lavori hanno sempre definito un piccolo Nordschleife, il circuito del Nurburgring più lungo e difficile del mondo che fino al 1976, l'anno dell'incidente di Lauda, rappresentava il punto massimo del calendario di quei tempi. Imola era il tracciato che tutti i team di F1 sceglievano per svolgere i test collettivi nel mese di aprile proprio per la sua conformazione, fatta di un lungo tratto "a tutto gas", dalla Variante Bassa alla Tosa, ma con curve insidiose come il Tamburello e la Villeneuve, e una parte mista che mettevano a dura prova i freni e l'aerodinamica delle monoposto. Un circuito probante come pochi. Ma il dramma del 1994, aveva portato la Federazione a chiedere per motivi di sicurezza pesanti cambiamenti nel disegno della pista e così si sono create due varianti al Tamburello e alla Villeneuve, stravolgendo il volto di Imola. Nonostante ciò, è rimasto un tracciato impegnativo, che piace ai piloti di ogni categoria, dalla F1 alla F4 con quelle curve Piratella e Rivazza che sono una vera sfida.
Imola o Monza dunque? Chi vince il derby? Nessuno. L'Italia, appassionati e non, devono ammirarli entrambi perché nessun altro Paese in Europa può vantare due circuiti così affascinanti e straripanti di storia del motorsport. Due perle inimitabili.