Nella foto, Chase Carey CEO di Liberty Media e Jean Todt, presidente FIA

In F1 si prevedono tensioni per il rinnovo del Patto della Concordia che scade a fine 2020

di Massimo Costa
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Tra le tante cose che il mondo della Formula 1 dovrà risolvere, c'è anche il rinnovo del Patto della Concordia in scadenza a fine 2020. Nessuna delle dieci squadre iscritte al campionato ha aderito alle nuove proposte di Liberty Media, ma è normale in quanto tutto ruotava attorno al nuovo regolamento tecnico che doveva entrare in vigore nel 2021, ma è stato rimandato causa Coronavirus al 2022 per contenere i costi delle squadre per via di una stagione quanto mai incerta. Nel Patto della Concordia vi è inserito anche il budget cap, ovvero un tetto massimo di spesa che non si deve superare e che è stato fissato a 175 milioni di dollari. Tanto per fare un esempio, Ferrari e Mercedes superano abbondantemente i 400 milioni mentre la Haas si ferma a 125.

In questa situazione di stallo, Liberty Media e la FIA sono tornate all'attacco perché vorrebbero ridurre il budget cap a 100 milioni di dollari, una bella sforbiciata che sicuramente provocherà irritazione presso i top team. E già si prevede la loro astensione dal rinnovo del Patto della Concordia davanti a un budget cap di 100 milioni di dollari. Insomma, non mancheranno i motivi di tensione: "Prima che qualsiasi scuderia rinnovi per cinque anni, dobbiamo tutti sapere se usciremo da questa crisi. Adesso non è un argomento di cui si parla, ci sono cose più importanti", sono le parole di un team principal rimasto anonimo ai microfoni del settimanale tedesco Auto Motor und Sport. Segno che, probabilmente, la definizione del nuovo Patto della Concordia subirà qualche slittamento.

Viste le circostanze, l'idea di Liberty sarebbe quella di offrire alle squadre un "contratto ponte", valido solo per il prossimo campionato. In questo modo la proprietà americana guadagnerebbe tempo per disegnare il futuro assetto commerciale, sciogliendo vari nodi di carattere burocratico. Dall'altro lato, i team non sarebbero ancora chiamati a impegnarsi a lungo termine, con tutte le incognite del caso. Vale soprattutto per i grandi costruttori, legati alla volontà dei consigli di amministrazione, e forse per la Haas, il cui patron non ha dato certezze assolute sul proseguimento dell'avventura nel Mondiale.

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Lunedì 6 Aprile 2020 - Ultimo aggiornamento: 07-04-2020 09:51 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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