La V21L, la moto elettrica da corsa della Ducati con la quale si correrà il campionato mondiale di MotoE dal 2023 al 2026

MotoE, ecco i dati tecnici della Ducati elettrica da corsa che scenderà in pista dal 2023

di Nicola Desiderio
  • condividi l'articolo

Il prossimo anno la MotoE parlerà ancora italiano ed emiliano. Al posto infatti della Energica di Modena, il fornitore unico per i mezzi impegnati nel campionato mondiale delle due ruote elettriche sarà Ducati fino al 2026. La celebre aziende bolognese si è già messa al lavoro da tempo per onorare i suoi impegni ed ora è pronta a svelare i primi dati tecnici ufficiali della propria moto da competizione ad emissioni zero.

La V21L è stata studiata congiuntamente all’interno di R&D Ducati e Ducati Corse riunendo le competenze di entrambi i reparti: il primo sta sviluppando le tecnologie di propulsione che vedremo sulle Ducati stradali del futuro e per questo è interessato a svilupparle utilizzando le competizioni come banco di prova; il secondo porta invece tutta l’esperienza di un costruttore che da anni lotta al vertice di Superbike e MotoGP. Questo connubio dimostra l’importanza strategica del progetto MotoE ed il risultato tecnico è già segnalato da proporzioni snelle, risultato tutt’altro che scontato per un mezzo che deve avere a bordo una batteria ingombrante e, soprattutto, pesante.

Da questo punto di vista, i tecnici Ducati sono andati oltre gli obiettivi facendo una moto che alla bilancia denuncia 225 kg, 12 kg in meno rispetto ai requisiti minimi prefissati dalla Dorna e della FIM. Il telaio sfrutta come struttura portante l’involucro in fibra di carbonio della batteria. Per l’architettura elettrica a 800 Volt Ducati si è servita del centro di eccellenza del gruppo Volkswagen di Salzgitter utilizzando 1.152 celle cilindriche 21700 (21 mm di diametro e 70 mm di altezza) ottenendo una capacità di 18 kWh per 110 kg di peso. La batteria è posizionata con lo spigolo verso la parte bassa lasciando spazio nella zona posteriore, in basso, al motore da 110 kW e 140 Nm: pesa 21 kg ed è capace di regimi fino a 18.000 giri/min. La trasmissione dovrebbe essere a rapporto singolo.

Grande attenzione è stata prestata al sistema di raffreddamento a liquido, con doppio circuito, per assicurare affidabilità e prestazioni costanti andando incontro alle esigenze non solo del motogeneratore, ma anche dell’inverter – che pesa 5 kg – e della batteria. Per quest’ultima anzi c’è la possibilità di ricaricarla senza attendere che si raffreddi dopo l’attività in pista utilizzando la presa posizionata nella zona del codone. Va detto che il caricatore è da soli 20 kW, ma basta per incamerare l’80% dell’energia possibile in 45 minuti. Il fornitore dei sistemi di ricarica in pista sarà ancora una volta Enel X. Alla capsula che avvolge la batteria sono incernierati, sia di fronte sia dietro, le strutture in alluminio preposte a sostenere le sospensioni. Davanti troviamo una forcella Öhlins NPX 25/30 pressurizzata con steli rovesciati da 43 mm di diametro, direttamente dalla Superleggera V4.

Il forcellone posteriore in alluminio ha una geometria molto simile a quella della Desmosedici di MotoGP, pesa 4,8 kg ed ha un ammortizzatore Öhlins TTX36. Stesso fornitore anche per l’ammortizzatore di sterzo. Altri elementi qualificanti della ciclistica sono la struttura reggisella, anch’essa in fibra di carbonio, e i freni forniti da Brembo. Davanti troviamo un doppio disco in acciaio da 338,5 mm dotato di alettatura all’interno per il raffreddamento. Le pinze sono le GP4RR con pompa radiale PR19/18 mentre al retrotreno agisce una pinza P34 e una pompa PS13 su un disco d’acciaio da 220 mm di diametro e 5 mm di spessore. Per azionare il freno posteriore i piloti potranno utilizzare il pedale a destra o la leva sul manubrio di sinistra, così da poter tirare fuori la gamba nella fase di staccata e avere più luce per la piega.

Ducati non parla di sistema di recupero dell’energia mentre la grande novità è il controllo elettronico su trazione, impennata, frenata e scivolamento che attualmente non sono permessi in MotoE, ma sono già presenti sulle moto di serie. La messa a punto ha avuto l’obiettivo di dare alla modo risposte del tutto simili rispetto a quelle che utilizzano ancora il V4, patrimonio comune sia della Desmosedici MotoGP sia della V4R Panigale derivata dalla serie e impegnata nella Superbike. Ci hanno lavorato i piloti Michele Pirro, Alex De Angelis e Chaz Davies su varie piste tra cui Misano, dove la V21L è apparsa per la prima volta il 21 dicembre scorso, e al Mugello dove è stata capace di raggiungere i 275 kmh. Sarà interessante vedere qual è l’evoluzione delle prestazioni sia in termini di tempo sul giro (oggi siamo a metà strada tra quelli della Moto3 e della Moto2) sia di autonomia. Le moto in gara per la prossima stagione saranno 18.

  • condividi l'articolo
Domenica 3 Luglio 2022 - Ultimo aggiornamento: 06-07-2022 11:21 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
COMMENTA LA NOTIZIA
0 di 0 commenti presenti