Caos gomme: rischio gara spezzata in due anche domenica nel Gp del Texas

Caos gomme: rischio gara spezzata in due anche domenica nel Gp del Texas

di Lorenzo Baroni
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Domenica il terzo appuntamento del motomondiale 2016 sul circuito di Austin nel Texas, ma la storia che sta tenendo banco è ben altra. Tutto ha inizio il sabato con lo scoppio della gomma posteriore di Scott Redding, che ha riportato alla mente il precedente scoppio della gomma posteriore di Loris Baz nei test pre campionato. Insomma in entrambi i casi le nuove gomme Michelin, introdotte dal 2016 in sostituzione delle precedenti Bridgestone, sembravano non reggere le sollecitazioni e le potenze delle attuali Moto GP. L’esplosione del sabato sulla Ducati di Redding ha indotto la direzione gara del Gp di Argentina a dividere la corsa in due parti con cambio di gomme e moto a metà gara, questo per aumentare la sicurezza dei piloti e la durata dei pneumatici. Ma questo oltre a falsare la gara costringendo tutti i piloti a un innaturale “ride through”.

I problemi qui emersi oltre che riguardare l’incolumità dei piloti vanno ricollegati a due aspetti, il primo è il cambio del fornitore di pneumatici da Bridgestone a Michelin che arriva in Moto GP in un momento piuttosto complicato e con moto sempre più potenti e veloci che innalzano continuamente il livello di impegno per qualsiasi costruttore. Il secondo ancor più focalizzante è il cambio di elettronica nella gestione del motore.

Infatti dal 2016 tutte le moto utilizzano la medesima centralina per il controllo della trazione, vale a dire il sistema che evita alla gomma posteriore di perdere aderenza e di slittare sull’asfalto o che almeno cerca di limitare quanto più possibile questo fenomeno. La nuova centralina unica prodotta dalla Magneti Marelli sostituisce quelle precedenti che ogni casa motociclistica sviluppava e costruiva per se stessa. Il risultato è che oggi il livello del controllo della trazione è molto meno evoluto rispetto a un tempo con l’intento di livellare le differenze tra alcune moto e con l’obbiettivo di lasciare più margine di controllo al pilota, che acquista così un ruolo ancora più importante. Nella pratica il risultato è che tutte le moto pattinano di più rispetto a prima e soprattutto le moto più potenti e brusche nell’erogazione del motore (come ad esempio la Ducati) deteriorano prima delle altre gli pneumatici posteriori.

La soluzione per ora non sembra certo dietro l’angolo e probabilmente nelle prossime gare potremmo assistere ad altre situazioni di questo tipo. Come già accaduto la domenica del GP di Argentina la Michelin dal canto suo ha deciso di ritirare entrambe le gomme posteriori per motivi di sicurezza e di introdurre un composto "speciale" almeno fino a quando non sarà determinata la causa. Vengono così sospese entrambe le opzioni utilizzate fino ad oggi per il posteriore, vale a dire la 'hard' e la 'soft'. Quello utilizzato in gara (e mai precedentemente provato) era infatti un pneumatico 'medio 'con una costruzione più rigida di quella 'comune' delle pre-designate gomme morbide e dure. In questi giorni la Michelin sembra stia correndo ai ripari cercando di studiare meglio le sollecitazioni e le condizioni che hanno portato alla rottura del pneumatico di Redding. Di sicuro gran parte del problema è legato anche alla nuovissima elettronica che lascia gli pneumatici più liberi di scivolare sull’asfalto surriscaldandosi in modo anomalo.

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Martedì 5 Aprile 2016 - Ultimo aggiornamento: 10-04-2016 04:06 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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