Esteban Ocon, è un ragazzo alto, magro, con i piedi a papera, che a volte fa arrabbiare i propri compagni di squadra per atteggiamenti, diciamo così, poco consoni. A Baku, per esempio, ha sbattuto contro il muro Pierre Gasly, e sé stesso, nel giro finale sgretolando oltre alle due vetture, punti preziosi per il team Alpine. Lo scorso anno, ha litigato in più di una occasione con Fernando Alonso, sempre in casa Alpine, per non parlare degli episodi con Sergio Perez quando correva per la Force India. Oppure, rimane indimenticabile il colpo di testa nel GP del Brasile del 2018, quando da doppiato ha speronato il leader della gara Max Verstappen a cui seguirono insulti e mani addosso. Insomma, un bel tipetto questo Ocon.
Però, quando non mette nel mirino i compagni, gli capita di essere tremendamente veloce e di compiere vere e proprie imprese. Come nella qualifica di Montecarlo, con quel quarto tempo stampato chissà come con una Alpine-Renault che è notoriamente più lenta di Mercedes e Ferrari, oltre che ovviamente di Red Bull e Aston Martin. E invece, su un tracciato in cui, se si trova il giusto sentimento, si entra in una sorta di dimensione mistica che ti porta a compiere gesta memorabili, Ocon ha compiuto quello che può essere definito qualcosa di assolutamente inatteso, o impossibile. Un quarto posto a soli 188 millesimi da Alonso e a 263 millesimi dalla pole, che poi si è tramutato in terzo per la penalità a Charles Leclerc. Mezzo secondo rifilato a Pierre Gasly, il compagno che si è piazzato settimo, la posizione naturale per una Alpine.
Una cosa così ad Ocon gli era riuscita a Spa, altro circuito dove si possono creare magie, nel 2018 con la Force India quando aveva segnato il terzo tempo dietro a Lewis Hamilton con la Mercedes e a Sebastian Vettel con la Ferrari, di poco davanti all’allora compagno Perez. Una prestazione che aveva suscitato scalpore perché proprio in Belgio era avvenuta l’acquisizione della squadra da parte di Lawrence Stroll, che avrebbe cambiato il nome in Racing Point, e Ocon era in procinto di dover lasciare il sedile dopo tre mesi al figlio del patron, Lance, rimanendo così a piedi. Era già tutto scritto.
Hamilton non aveva perso tempo per elogiare Ocon e sostenere pubblicamente che sarebbe stata una vergogna per la F1 non avere Esteban nel Mondiale 2019, soprattutto dopo quel risultato in qualifica a Spa. L’appello di Hamilton non venne ascoltato da nessuno ed Ocon è effettivamente rimasto a piedi. E’ poi tornato nel 2020 con la Renault, ed ecco la magia a Sakhir, secondo in gara da 11esimo in partenza. Poi, col nome Renault cambiato in Alpine, la miracolosa vittoria di Budapest 2021 in una gara pazza che più pazza non si poteva. Ma lui era lì, pronto a raccogliere la coppa del primo classificato dopo essere scattato dalla quarta fila.
Domenica scorsa, pur guidando una monoposto più lenta tra quelle che lo seguivano, Ocon se l’è giocata bene sapendo bene che a Montecarlo (e soltanto lì) se chiudi nei punti nevralgici chi ti segue pur essendo più rapido, non ti passano. Carlos Sainz disperatamente tentava in tutte le maniere di superarlo, è addirittura arrivato al contatto con la Alpine, rischiando di forare al francese una gomma posteriore. Ad Ocon è andata bene in quel caso. Imperterrito si è tenuto il terzo posto, quando ha iniziato a piovere, la fregatura era dietro ad ogni curva, gli saranno tornati in mente quei giri finali di Budapest. Ha tenuto botta, ha visto avvicinarsi la sagoma nera e minacciosa della Mercedes di Lewis Hamilton, ma non si è scomposto. Prendimi e superami se hai il coraggio, si diceva sotto il casco Esteban. E come avesse sentito tale provocazione, Hamilton si è arreso accontentandosi della quarta posizione.
E’ uno bravo Ocon in F1, lo sanno tutti, ma lo aveva già mostrato ampiamente in F.Renault 2.0, in Formula 3 vincendo il campionato (e litigando in pista in più di una occasione con Verstappen), conquistando la GP3 al termine di una lunga volata con Luca Ghiotto. Gwen Lagrue, uomo del programma Junior Lotus prima e Mercedes poi, ha allevato Ocon fin dal karting concedendogli tutte le opportunità possibili nonostante il francese arrivi da una famiglia senza alcuna possibilità economica per sostenere la carriera del figlio. Lagrue l’azzecca spesso, ha spinto per Russell in Mercedes e ci ha portato Andrea Antonelli. Ocon ha ripagato la fiducia con vittorie e grandi prestazioni anche in F1. Questa qualifica e questa gara di Monaco rimarranno ben scolpite nella storia.