La Volkswagen I.D. R Pikes Peak con cui la casa tedesca punta alla più prestigiosa corsa in salita del mondo

Pikes Peak, Volkswagen all’assalto alla più prestigiosa corsa in salita con un bolide elettrico

di Nicola Desiderio
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COLORADO SPRING - Un pilota non può permettersi di avere la testa tra le nuvole, ma deve metterci le ruote se vuole vincere la Pikes Pike Hill Climb, la cronoscalata più famosa del mondo che la Volkswagen si appresta a correre con un ambizioso obiettivo: stabilire il nuovo record per le auto elettriche con la I.D. R Pikes Peak. Quel pilota si chiama Romain Dumas ed è francese, a Colorado Springs ha già vinto 3 volte (2014, ’16 e ’17) e ha perso per 12 millesimi nel 2012, anno nel quale la cosiddetta “Race to the Clouds” è stata corsa per la prima volta su fondo interamente asfaltato. A battere Dumas fu Rhys Millen, che avrebbe vinto ancora nel 2015 proprio con un’auto elettrica, ed è figlio di quel Rod trionfatore per 5 volte su quella che gli indiani Arrapaho chiamavano “montagna larga” e che prese il nome da Zebelon Montgomery Pike, l’ufficiale degli Stati Uniti d’America che nel 1806 arrivò per la prima volta alle sue pendici.
 

Le corse possono diventare affari di famiglia. Pensate che tra Louis, Robby, Bobby e Al, il nome di un Unser è stato scritto per ben 25 volte negli annali della corsa che nel 1916 nacque per iniziativa di Spencer Penrose, capitano d’industria e magnate. Il primo a vincerla fu il 22enne Rea Lentz, insieme al suo meccanico Henry North, a bordo di una Romano Special spinta da un V8 aeronautico da 125 cavalli con 402 pollici cubi (circa 6,6 litri di cilindrata) della Hall Scott Aviation chiudendo i 19,9 km del tracciato con un tempo di 20’55”6.
La scelta del motore fu logica: quello di un aereo sopporta meglio un’altitudine che allora pochi velivoli raggiungevano. Oggi come allora si parte da 2.862 metri e bisogna salire fino a quota 4.302 lungo 156 curve costeggiando precipizi da brivido. Giusto per capire: un normale motore a pistoni che al livello del mare eroga 100 cv, al punto di partenza della Pikes Peak ne può disporre di 71 e alla bandiera a scacchi gliene rimangono 57.
Anche la macchina del corpo umano ha i suoi problemi, ma non i motori elettrici: gli ipotetici 100 cv rimarrebbero identici anche se ci fosse da scalare la cima dell’Everest (8.848 metri). Anche per questo, il futuro della Pikes Peak è necessariamente elettrico, quanto – se non di più – quello dell’automobile che nella competizione americana trova il modo migliore per dimostrare che il rispetto per l’ambiente e la ricerca delle prestazioni devono fare lo stesso percorso. La I.D. Pikes Peak R ha tutto per riuscire nel suo intento, a cominciare da un’aerodinamica raffinata e due motori per una potenza totale di 500 kW e una coppia di 680 Nm.

Non sembrano poi così tanti, ma su 1.100 kg danno un’accelerazione da 0 a 100 km/h in 2,25 secondi, meglio di una Formula 1. La batteria è agli ioni di litio e si ricarica in 30 minuti, gli pneumatici sono 31/71-18, la stessa misura delle LMP1 che corrono a Le Mans. Il Gruppo Volkswagen ha 5 trofei che vengono dalla Pikes Peak: 2 sono della Porsche (1976 e ’81) e 3 di Audi conquistati di fila tra il 1984 e il 1986. La tripletta fu aperta da Michelle Mouton che, dopo essere diventata nel 1981 la prima donna ad aver vinto una gara del campionato mondiale rally (Sanremo), diventò anche la prima “Queen of the Mountain” sempre a bordo della sua Audi Quattro e con la sua fida navigatrice, l’italiana Fabrizia Pons.

La Volkswagen ci provò dal 1985 al 1987 con la Golf Twin Engine, dotata di due motori 1,8 litri derivati da quelli della GTI di allora con l’aggiunta di un turbo per una potenza che crebbe da 380 cv a oltre 650 cv. Più o meno come la I.D. R che di quella Golf ricalca l’architettura a due motori. E a proposito di record, quello assoluto è 8’13”878, a quasi 148 km/h di media ed è stato stabilito nel 2013 da Sèbastien Loeb e dalla Peugeot 208 T16 spinta da un V6 3.2 biturbo da 887 cv. Quello per le auto elettriche è della lituana e0 PP100, un mostro a 7 motori da 1.190 kW che nel 2016 ha fatto fermare i cronometri su 8’57”118 (oltre 134 km/h di media) guidata da Rhys Millen che, nell’occasione, disse che, se non avesse avuto un problema tecnico, avrebbe tolto altri 30 secondi.
Sarà vero o no, si avvicina il tempo in cui le auto elettriche saranno le più veloci infrangendo il muro degli 8 minuti. Toccherà alla Volkswagen I.D. R Pikes Peak? Chissà! Il 24 giugno ce lo dirà, ma nel frattempo… testa e ruote tra le nuvole!
 

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Venerdì 25 Maggio 2018 - Ultimo aggiornamento: 25-06-2018 18:28 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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