Nella foto, la safety-car in azione a Singapore

Le polemiche tutte italiane per la decisione dei Commissari Sportivi sulla doppia penalità data e non data a Perez

di Massimo Costa
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Domenica sera, al termine del Gran Premio di Singapore, si rifletteva sul comportamento del collegio dei Commissari Sportivi della FIA in merito alla penalità data e non data a Sergio Perez, vincitore con grande merito della corsa. Sotto accusa, l'atteggiamento del pilota messicano della Red Bull in occasione dei due ingressi in pista della safety-car. Secondo alcuni, la decisione degli uomini della FIA doveva essere immediata, ma nella stanzetta della direzione gara la pensavano diversamente. E anche giustamente. Le condizioni del tracciato erano molto difficili essendo l'asfalto completamente bagnato e dunque per i piloti era estremamente complicato mantenere in temperatura le gomme e i freni. Per questo motivo, Perez faceva l'elastico tra sè e la vettura della safety-car, manovra però ripetuta anche nella seconda occasione in cui la Mercedes staffetta è entrata in pista quando l'asfalto era ormai asciutto e i piloti montavano le gomme slick. I Commissari Sportivi hanno quindi deciso di non effettuare scelte avventate e di aspettare la fine del Gran Premio per ascoltare le motivazioni di Perez riguardo il suo atteggiamento in regime di safety-car. La F1 non è il calcio, come si pensa in Italia, e prima di togliere una potenziale vittoria ad un pilota, se l'infrazione è molto dubbia, si attende per cercare di avere sotto mano tutti i dati possibili.

Ecco quanto riportato dalla FIA al termine dell'incontro con il vincitore del GP di Singapore: "Quando interrogato, Perez ha spiegato che le condizioni del tracciato erano decisamente bagnate e fosse difficile seguire da vicino la safety-car, con poca temperatura delle gomme e dei freni... Abbiamo tenuto conto delle condizioni e delle difficoltà evidenziate da Perez come circostanze mitiganti, e in accordo determiniamo di imporre una reprimenda". Per la seconda violazione, i commissari spiegano che è "avvenuta nonostante il direttore di gara abbia dato avviso al team che Perez non stesse rispettando la distanza dalla safety-car fra le curve 9 e 10. Il team ha girato l'avvertimento a Perez. Essendo questa la seconda violazione dell'articolo 55.10 durante la corsa, e dopo un rapido avviso dal direttore di gara, abbiamo ritenuto di imporre cinque secondi di penalità".

Dunque, comprensione per la prima infrazione, penalità per la seconda. Durante la gara, dal box Ferrari avevano comunicato a Charles Leclerc, secondo, che Perez poteva essere soggetto a due penalità di 5", quindi 10" in totale. E di cercare di rimanere in quella finestra per quanto riguarda il divario dalla Red Bull. Leclerc si manteneva a 3" dal rivale, ma nella parte finale della gara, il degrado delle gomme si è fatto sentire e il pilota Ferrari ha perso terreno concludendo a 7"5. Perez ha poi rimediato 5" di penalità mantenendo quindi la prima posizione. Dove sarebbe dunque lo "scandalo" che qualcuno, solo in Italia precisiamo, ha evocato. I Commissari Sportivi si sono comportati nel miglior modo possibile comprendendo la situazione difficile nel corso della prima safety-car e dando una penalità nel secondo caso. Peccato che Lecler non sia riuscito a rimanere sotto i 5" da Perez, in tal caso la vittoria sarebbe passata nelle sue mani. Il "caso" è chiuso.

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Mercoledì 5 Ottobre 2022 - Ultimo aggiornamento: 17:40 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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