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Il Mugello è un piacevole ricordo per Kimi Raikkonen. Esattamente qui, 20 anni fa, nell’estate 2000, il finlandese guidò per la prima volta una F1. Iniziò proprio in Toscana la sua carriera di pilota professionista. All’epoca Kimi era un ragazzino 21enne che aveva corso fino a quel momento soltanto con la Formula Renault. D’improvviso fu catapultato nel grande mondo della F1. Guarda caso Raikkonen guidò proprio una Sauber (anche se oggi si chiama Alfa Romeo). Il test fu organizzato dal titolare della Sauber di allora, Peter Sauber, che era in cerca di giovani talenti da valorizzare. E Raikkonen stupì subito tutti quanti.
Che ricordi hai di quel debutto?
«Beh, andai piuttosto forte quella volta. Mi ricordo che nel primo test non feci tantissimi giri perché ebbi qualche disturbo fisico sia per via delle curve così veloci che sollecitano il fisico sia perché non avevo mai guidato prima una macchina così rapida come una Formula 1. Ma il secondo test fu molto più facile per me. E andai molto forte».
Quel giorno del 2000 al Mugello la Sauber non era sola in pista: i test erano stati organizzati dalla Ferrari che era scesa in pista con Schumacher per sviluppare la F2000. Siccome la Sauber era motorizzata Ferrari era stata invitata anche lei a svolgere collaudi. Per cui a un certo punto il debuttante Raikkonen si trovò a precedere sulle curve del tracciato proprio Schumacher che rimase impressionato dalla velocità dimostrata da quel giovane esordiente. Tanto che al rientro al box chiese ai suoi tecnici chi fosse quel ragazzino con la Sauber che andava così veloce. Da quel giorno la carriera di Kimi è decollata in F1. Nel 2001 ha esordito in F1 con la Sauber, l’anno dopo è passato alla McLaren e nel 2007 è entrato in Ferrari con cui ha vinto il titolo mondiale quello stesso anno. In 20 anni di F1 Raikkonen ha corso 323 GP vincendone 21 e al Mugello si troverà di nuovo a guidare su quella pista dove iniziò la sua storia di pilota F1.
Vista la scarsa competitività attuale della Alfa-Sauber, sarà più facile più difficile di allora?
«È più facile guidare adesso che 20 anni fa al Mugello per me, quelle del mio debutto erano F1 impegnative e dure, e io avevo poca esperienza. Adesso è parecchio tempo che non vengo più qui al Mugello anche se ho guidato qui sia la McLaren che la Ferrari quando correvo per loro».
Che speranze hai per questa gara?
«Mugello non è una pista facile. E soprattutto non è una pista dove sarà facile superare, ci sono curve velocissime e in corsa specialmente chi è davanti smuove l’aria e disturba l’aderenza di chi è dietro. Quindi anche restare vicino a un avversario in quella lunga serie di curve sarà molto difficile. Non ci sono nemmeno frenate così secche da tentare azzardi. L’importante è qualificarsi non troppo indietro».
Tornando indietro con la mente alla gara di Monza qualche giorno fa, dove hai fatto scalpore nella prima parte di corsa lottando nelle primissime posizioni, col senno di poi non era meglio dopo la bandiera rossa montare gomme hard invece che soft per non soffrire nel finale di quel degrado che ti ha fatto perdere posizioni?
«Eh, col senno di poi è facile… Avevo altre scelte ma nel primo run di corsa prima della sospensione avevo usato le medium, quindi non potevo rimettere le stesse gomme. Avevo un set di gomme dure ma erano usate: le avevo impiegate già dopo il primo stop. Quindi con quel genere di mescola consumata avrei avuto poca aderenza nei primi giri della seconda gara e mi avrebbero superato tutti quanti. Per cui ho deciso di rischiare e visto che partivo nelle primissime file, nella seconda fase di gara ho scelto di usare l’unico treno di gomme nuove che avevo: di mescola soft. Speravo tenessero più a lungo, nei primi giri hanno retto ma poi via via che si sono degradate mi hanno superato tutti e dal secondo o terzo posto dell’inizio sono scivolato fuori dai top dieci».
Ad ottobre compirai 41 anni. Si rincorrono voci circa un tuo ritiro. Cosa farai? E cosa ti dà ancora la motivazione per correre?
«Non so ancora cosa farò nel 2021. Di certo io mi diverto ancora a guidare. Vorrei divertirmi di più, il che che significa fare risultati migliori. Ma dipende dalle prestazioni della macchina e da come si adatta ai diversi circuiti. Qui al Mugello è un’incognita al momento: non sappiamo se la nostra macchina si adatterà bene o no. Farà caldo e dovremo usare le mescole più dure della gamma Pirelli e anche questa è una variabile. In ogni caso correre in F1 anche alla mia età è una bella sfida, ma mi diverte ancora. Vorrei provare a migliorare la macchina assieme al team per ottenere risultati migliori».