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SAN PAOLO – Toyota torna a dominare la scena del FIA WEC. Dopo la cocente sconfitta della 24 Ore di Le Mans, la squadra giapponese è arrivata sul tracciato di Interlagos desiderosa di riscattarsi. Obiettivo centrato con l’equipaggio formato da Sebastien Buemi, Brendon Hartley e Ryo Hirakawa che hanno letteralmente dominato la 6 Ore di San Paolo. I presupposti per siglare una doppietta c’erano tutti, ma il terzetto composto da Mike Conway, Kamui Kobayashi e Nyck De Vries è stato costretto a cedere il passo, per noie tecniche, alle due Porsche del Penske Motorsport che hanno, così, completato il podio.
La lotta è iniziata fin dallo spegnimento dei semafori quando Hartley è arrivato lungo alla prima staccata transitando nella via di fuga della S do Senna. Nessun danno per la Toyota del neozelandese che si è accodato a Conway, scattato dalla pole. Proprio l’inglese, al rientro dopo l’infortunio in bici che l’ha costretto a saltare la 24 Ore di Le Mans, si è rivelato il pilota più veloce nelle prime battute di gara. Imprendibile, l’alfiere Toyota ha preso il largo prima di dover scontare un drive through per un’infrazione commessa durante un periodo di Full Course Yellow.
Nonostante la penalità, Conway è riuscito a mantenere il comando della gara seguito da Hartley. Le due Toyota sembravano lanciate verso una perentoria doppietta quando, allo scoccare della terza ora, è arrivato il colpo di scena sulla GR010 Hybrid numero 7. Rientrata ai box per il cambio pilota tra Conway e De Vries, i meccanici del team nipponico hanno dovuto sostituire una centralina difettosa sulla vettura perdendo oltre due minuti. Scivolato in fondo al gruppo delle Hypercar, l'olandese ha quindi iniziato una disperata rimonta.
Ereditato il comando, Hartley ha ceduto il volante della Toyota a Hirakawa, al quale è spettato il compito di consolidare la prima posizione. Infine Buemi ha tagliato il traguardo per primo con un vantaggio di un minuto e otto secondi sulla Porsche di Kevin Estre, André Lotterer e Laurens Vanthoor. Proprio quest’ultimo, nelle prime fasi di gara, è stato tamponato dalla 963 LMDh di Will Stevens. Ad avere la peggio è stata la Porsche ufficiale costretta a una sosta supplementare dopo aver forato l’anteriore destra.
Il team Penske ha cercato di minimizzare i danni adottando una strategia differente. Ciò ha permesso di risalire fino al secondo posto mantenendo, così, saldamente il comando della classifica di campionato. Ancora una volta Porsche si è dimostrata la LMDh più competitiva in griglia con Matt Campbell, Michael Christensen e Frederic Makowiecki che hanno ottenuto il terzo gradino del podio. Dopo la disavventura accusata a metà gara, la Toyota GR010 Hybrid ha tagliato il traguardo al quarto posto grazie alla rimonta di Kobayashi che, a quattro minuti dalla bandiera a scacchi, ha sorpassato la Ferrari di Alessandro Pier Guidi.
Brasile tutt’altro che facile per gli uomini di Maranello. Dopo il trionfo di Le Mans è arrivata la delusione di San Paolo. Un BoP (Balance of Performance) troppo penalizzante ha estromesso dalla lotta per la vittoria le 499P. Al netto del drive through, per aver commesso un’infrazione durante il regime di Full Course Yellow, il terzetto Pier Guidi, Antonio Giovinazzi e James Calado non è riuscito a stare al passo con i primi. La LMH del Cavallino Rampante è parsa la brutta copia di quella vista sul circuit de la Sarthe, tant’è vero che i vincitori della 24 Ore di Le Mans Antonio Fuoco, Miguel Molina e Nicklas Nielsen non sono andati oltre il sesto posto staccati di un giro dalla Toyota vincitrice.
Pur vincendo la classifica riservata ai team privati, il Team Jota ha molto da recriminare. A partire dal quarto posto sfumato nelle ultime battute dal terzetto Oliver Rasmussen, Philip Hanson e Jenson Button. Con quest’ultimo pizzicato a commettere un’infrazione nel corso dell’ultima Full Course Yellow. Tutt’altra storia per la Porsche numero 12. Dopo il contato con Vanthoor, Stevens ha dovuto scontare uno stop & go di 30”. La rimonta di Norman Nato è poi stata vanificata nelle ultime battute da un errore commesso da Callum Illot, andato a muro distruggendo l’alettone posteriore della Porsche.
Ottavo posto per una rediviva Peugeot 9X8. A discapito del tracciato poco congeniale alla LMH francese, Jean-Eric Vergne, Mikkel Jensen e Nico Müller hanno finalmente mostrato sprazzi di competitività chiudendo davanti la BMW M Hybrid V8 di Raffaele Marciello, Marco Wittmann e Dries Vanthoor. A completare la top 10 l’Alpine A424 LMDh di Mick Schumacher, Nicolas Lapierre e Matthieu Vaxiviere.
Pur ottenendo il secondo posto nella classifica riservata ai team privati, la Ferrari 499P di AF Corse ha avuto un fine settimana tutt’altro che facile. Così come le LMH ufficiali del Cavallino, anche la Hypercar del team piacentino non è apparsa in forma. Inoltre Robert Kubica, Yifei Ye e Robert Shwartzman sono stati anche invischiati in contatti che hanno ulteriormente rallentato la loro gara. Dopo la buona qualifica, la Cadillac V-Series.R è scivolata inesorabilmente a centro classifica chiudendo tredicesima assoluta. Una foratura ha compromesso la gara della Lamborghini, diciassettesima al traguardo, mentre Isotta Fraschini è stata costretta al ritiro per un problema al motore accusato nel corso della quinta ora.
Porsche è tornata a dettare legge in LMGT3. Con l’affermazione nella 6 Ore di San Paolo Alex Malykhin, Joel Sturm e Klaus Bachler (nella foto sopra) hanno ottenuto il secondo successo stagionale allungando, così, in classifica assoluta. Il team Manthey si è ritrovato la strada spianata a due ore dal termine della gara quando la Lamborghini delle Iron Dames è stata costretta alla resa. Rientrata ai box, dalla Huracan è cominciato a fuoriuscire acqua per via della rottura del radiatore, la sfortunata Michelle Gatting non ha potuto far altro che uscire sconsolata dall’abitacolo.
A conquistare il secondo posto, nonostante un drive throug scontato proprio sul finale, è stata l’Aston Martin Vantage GT3 dell’Heart of Racing. Daniel Mancinelli, Alex Riberas e Ian James sono stati protagonisti di una gara solida e priva di sbavature. Intensa, fino all’ultimo, la lotta per il terzo posto. Ad avere la meglio proprio negli ultimi giri, è stata la McLaren di Nicolas Pino, Marino Sato e Joshua Caygill che hanno battuto i compagni di squadra Nicolas Costa, James Cottingham e Gregoire Saucy.
Podio sfiorato per Valentino Rossi, Maxime Martin e Ahmad Al Harthy che si sono dovuti consolare con la top 5 di classe. Buon sesto posto per la Ferrari 296 GT3 griffata AF Corse di Simon Mann, François Heriau e Alessio Rovera, con quest’ultimo autore di una spettacolare rimonta nelle ultime battute. Protagonista in negativo Yasser Shahin che nelle prime fasi di gara ha mandato in testacoda dapprima la Corvette di Tom Van Rompuy e poi la Ferrari di Thomas Flohr.
Concluso l’appuntamento brasiliano, il FIA WEC si prende ora la pausa estiva. La ripresa delle ostilità avverrà sempre in America ma negli USA, il primo settembre, in occasione della Lone Star Le Mans sul COTA di Austin in Texas, circuito che va’ a sostituire la tappa di Sebring e che ospita abitualmente anche la Formula 1.
FIA WEC – 6 Ore San Paolo: Risultati Gara