La Aston Martin Valkyrie in Qatar

WEC: esordio difficile per Aston Martin nella 1812 km del Qatar, la Valkyrie è ancora acerba ma bisogna reagire

di Michele Montesano
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LUSAIL – Accusato il colpo, ora ci vuole la forza di rialzarsi e saper reagire. Il debutto delle Aston Martin Valkyrie LMH nel FIA WEC non è stato di certo facile e, tantomeno, positivo. Nella 1812 km del Qatar le Hypercar inglesi hanno pagato lo scotto del noviziato mostrando un passo gara nettamente più lento, se paragonato a quello dei ben più esperti avversari. Non solo, problemi di affidabilità hanno costretto alla resa anche una Valkyrie, mentre l’altra LMH inglese è arrivata al traguardo con un distacco di 23 giri dai vincitori.

La strada da percorrere è ancora lunga per il team The Heart of Racing che, però, può comunque trarre diversi spunti positivi dalla 1812 km del Qatar. Le difficoltà non sono mancate, con la Valkyrie numero 007, dell’equipaggio composto da Harry Tincknell, Tom Gamble e Ross Gunn, costretta al ritiro per un problema alla trasmissione. Mentre la gemella numero 009, di Alex Riberas, Marco Sørensen e Roman De Angelis, pur arrivando al traguardo ha dovuto affrontare diverse battute d'arresto, tra cui la perdita della portiera destra e un guasto elettrico.

Non sono mancate anche delle penalità, dovute all’inesperienza della squadra, e i problemi di vibrazione che hanno attanagliato entrambe le vetture. Ricordiamo, a tal proposito, che le Aston Martin sono le uniche Hypercar in griglia derivate da vetture stradali. Anche sul passo gara le Valkyrie sono state ben distanti dalla vetta. Tincknell, il più veloce al volante della LMH inglese, ha pagato un distacco di 3”407 dal giro più veloce siglato da Antonio Giovinazzi, autore di 1’38”359 al volante della Ferrari 499P. Mentre Sørensen, con un 1’41”902, è stato il più rapido al volante dell’altra Valkyrie.

Gli imprevisti hanno sicuramente rallentato il passo della squadra, ma i dati raccolti sulla pista di Lusail in condizioni di gara saranno fondamentali per il proseguo dello sviluppo. A sottolinearlo è stato lo stesso Sørensen protagonista, suo malgrado, della perdita della portiera voltata via pericolosamente in pista: «Finire la prima gara è davvero speciale, ma certamente abbiamo ancora molto da imparare e dobbiamo assicurarci di migliorare e di avere meno problemi. Però questo genere di cose è normale per un nuovo programma. Stiamo progredendo continuamente e credo che con il nostro passo gara abbiamo dimostrato che la vettura ha un potenziale molto interessante che riusciremo a sbloccare».

Nonostante le difficoltà, il potenziale della vettura è emerso in più occasioni, e anche Riberas lo ha confermato: «È stata sicuramente una di quelle gare in cui non sapevamo cosa aspettarci. Era importante portare a casa una vettura entro il 90% della distanza rispetto ai vincitori e ci siamo riusciti, quindi è già un primo traguardo raggiunto».

Anche De Angelis ha evidenziato l'importanza dell'esperienza accumulata: «È stata sicuramente una gara piuttosto intensa. Anche se non è andata come volevamo, è stato un momento davvero speciale tagliare il traguardo per la prima volta, così come per tutto il team. Abbiamo imparato molto e la strada da percorrere è ancora lunga. Non vediamo l'ora di crescere e da qui in poi si può solo migliorare».

Nonostante il ritiro dopo 136 giri, Tincknell è apparso fiducioso: «Abbiamo imparato moltissimo durante l'intero Prologo e la settimana di gara. Naturalmente, avremmo voluto finire la gara senza problemi, ma questo non è realistico nelle corse automobilistiche. Abbiamo però visto abbastanza in questo fine settimana per sapere che ci arriveremo presto».

Gunn, nonostante il ritiro, ha parlato di un primo passo positivo: «È una bella sensazione aver completato i miei primi stint sulla Valkyrie LMH, abbiamo lavorato su diverse opzioni con gli pneumatici e migliorato la vettura prima nel corso del Porlogo e poi in tutto il weekend di gara, il che è molto positivo. Abbiamo accumulato molti chilometri nell'ultima settimana che ci aiuteranno a crescere».

A livello gestionale, il Team Principal Ian James ha riconosciuto la complessità dell'esordio, ma anche il potenziale che la vettura può esprimere: «Sapevamo che questa prima gara sarebbe stata difficile. Ma il team si è unito davvero bene, ha lavorato duramente e abbiamo visto una prova concreta di ciò che la vettura è in grado di fare. Ora dovremo iniziare ad applicare le lezioni apprese in Qatar nel prosieguo del campionato».

Adam Carter, responsabile di Aston Martin per l'Endurance, ha aggiunto: «Sapevamo che questo sarebbe stato un weekend di apprendistato per la Valkyrie LMH e abbiamo riscontrato alcuni dei problemi che si manifestano quando si comincia un nuovo programma. Detto questo, siamo stati incoraggiati dal ritmo di gara che entrambe le vetture hanno mostrato durante i loro stint».

Ora l'attenzione si sposta sulla 6 Ore di Imola, gara prevista il prossimo 20 aprile, dove Aston Martin potrà verificare i primi progressi e cercare di incrementare ulteriormente il potenziale della Valkyrie LMH. Il lavoro da fare è ancora molto, ma il team ha già mostrato di avere le basi per crescere e competere al massimo livello.

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mercoledì 5 marzo 2025 - Ultimo aggiornamento: 16:20 | © RIPRODUZIONE RISERVATA