La Ford Gt impegnata in pista sotto l'acqua

WEC, battaglia Ferrari-Ford nelle GT: il primo round va al Cavallino

di Nicola Desiderio
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SILVERSTONE – La Porsche ricomincia il WEC, il campionato mondiale di durata, così come lo aveva finito vincendo la 6 Ore di Silverstone, prima gara di un calendario che avrà il suo culmine alla 24 Ore di Le Mans e che rivedrà, a 50 anni di distanza il duello tra Ford e Ferrari, autentica dominatrice sul circuito inglese tra le GTE.

La prima a vedere la bandiera a scacchi era stata in verità l’Audi R18 e-tron numero 7, guidata dal terzetto Fassler-Lotterer-Treluyer, ma intorno alla mezzanotte i giudici hanno assegnato la vittoria alla Porsche 919 Hybrid numero 2 di Dumas-Jani-Lieb che si era dovuta arrendere a pochi minuti dalla fine per una foratura mentre era alla rincorsa della testa della gara. La direzione di gara ha verificato infatti che la parte frontale dell’Audi era consumata oltre i 5 mm minimi previsti dal regolamento e non ha potuto far altro che assegnare la vittoria alla Porsche togliendola ai cugini di Ingolstadt che hanno fatto ricorso.

L’ultima neve di primavera sulla prima del WEC. La gara è stata comunque appassionante e ha visto l’Audi fare da lepre dopo aver conquistato la prima fila nel corso di una sessione di prove ufficiali disputata con temperature invernali, la pista bagnata e la neve, caduta nel corso della mattinata, ai lati della pista. I Quattro Anelli sono stati in testa per la prima mezz’ora, tanto è bastato all’ex pilota di Formula 1 e campione in carica del WEC, Mark Webber per sbarazzarsi delle due R18 e-tron mentre l’altra 919 Hybrid rimaneva al quarto posto e le due Toyota TS050, dotate di una propulsione ibrida totalmente nuova e reduci da un sessione di prove disastrosa, giravano ad un ritmo costante, ma più lento rispetto a quello indiavolato delle due coppie tedeche. La svolta è avvenuta con un doppio colpo di scena avvenuto alla fine della seconda ora. È successo tutto in un giro di lancetta: dapprima la 919 numero 1 del neozelandese Brendon Hartley si è messa fuori gioco mentre era in testa scontrandosi con la 911 RSR della Gulf Racing; subito dopo la R18 numero 8, che la seguiva a breve distanza con il brasiliano Di Grassi, si è piantata in mezzo alla pista per un guasto, probabilmente di natura elettrica.

Una Toyota che ha potenziale e tanti cognomi illustri. Altro momento importante della gara è arrivato nel corso della quarta ora quanto la Toyota numero 5 di Buemi-Davidson-Nakajima è incappata in una foratura e il conseguente detallonamento dello pneumatico ha provocato la rottura di diverse parti della carrozzeria costringendo ad una sosta ai box di oltre mezz’ora e, alla fine, ad un distacco di 24 giri dalla testa. Nell’ultima ora invece si attendeva l’attacco della 919 Hybrid all’R18 e-tron, ma una foratura, stavolta senza conseguenze, ha costretto la Porsche inseguitrice di Dumas ad un’ulteriore sosta ai box che ne ha definitivamente fermato la rincorsa mettendone addirittura in pericolo il secondo posto, a favore della Toyota numero 6 di Conway-Kobayashi-Sarrazin il cui passo era diventato interessante con tempi molto vicini a quelli delle due tedesche. Anche nella LMP2 il confronto non è certo mancato, ma è stato chiaro il dominio della Ligier-Nissan del team RGR Sport By Morand condotta da Gonzales, Albuquerque e Bruno Senna, nipote dell’indimenticato Ayrton e che, insieme a Mathias Lauda, Nelson Jr Piquet e a Nicholas Prost, è uno dei cognomi illustri del WEC di quest’anno.

Ferrari imbattibile e Ford sulla buona strada. Ma l’impresa del giorno è avvenuta sicuramente nella classe GTE Pro, riservata alle auto di derivazione stradale con equipaggio professionista, dove la Ferrari di Gianmaria “Gimmi” Bruni e di James Calado è arrivata seconda alle spalle dell’altra 488 GTE numero 71 di Bird-Rigon dopo un’incredibile rimonta. Il duo italo-britannico aveva iniziato il fine settimana nel peggiore dei modi fissando il miglior tempo nelle prove, ma senza raggiungere il numero minimo di giri per un guasto che lo aveva costretto a cambiare il motore e a partire con una penalizzazione di ben 3 minuti.

La Rossa numero 51 ha chiuso la sua rincorsa a 29 minuti dalla fine quando si è lasciata definitivamente alle spalle l’Aston Martin V8 Vantage numero 95 del trio Sørensen-Thiim-Turner e le due Ford GT, tornate con l’obiettivo di vincere la 24 Ore di Le Mans a 50 anni esatti dalla prima delle 4 vittorie inanellate dalla GT40 tra il 1966 e il 1969. Le esordienti dell’Ovale Blu si sono mostrate ancora acerbe, ma affidabili e sia i vertici, sia i piloti si sono detti fiduciosi sul potenziale delle vetture che, in occasione della famosa gara francese, saranno uno squadrone di quattro, sommando a quelle iscritte al WEC anche quelle che corrono nel campionato americano Imsa. Intanto per la versione stradale, che sarà prodotta in soli 500 esemplari, sono stati aperti gli ordini proprio pochi giorni fa.

Appuntamento a Francorchamps, aspettando Le Mans. A chiudere la giornata di trionfo per la Ferrari c’è la vittoria anche nella classe GTE AM (con piloti anche non professionisti in squadra) con la vecchia F458 (Aguas-Collard-Perrodo), capace ancora di imporsi con un giro di vantaggio sulle avversarie. Il prossimo appuntamento è per il 7 maggio prossimo a Spa-Francorchamps mentre la terza gara del WEC sarà la 24 Ore di Le Mans (18-19 giugno), la gara che non vale solo il campionato, ma l’ingresso nella leggenda per qualsiasi pilota e costruttore.

 


 

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Sabato 30 Aprile 2016 - Ultimo aggiornamento: 01-05-2016 15:17 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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