Gennaro Amato, presidente della neonata associazione Afina

Afina annuncia l’uscita da Ucina Confindustria: «Scelta dovuta, diversità di vedute sulla piccola nautica»

di Sergio Troise
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NAPOLI - La pace nel mondo della nautica? Pia illusione. Il settore è in ripresa e forti sono stati i segnali di distensione scaturiti dalle assemblee di fine anno, quando i dissidenti usciti nel 2015 da Ucina e confluiti in Nautica Italiana hanno deciso di deporre le armi e di dare avvio a un processo di pace che entro sei mesi dovrebbe far ritrovare tutti o quasi in un’unica associazione denominata Confindustria Nautica. Ma – come anticipato da questo sito – mentre nella parte alta del settore si operava per la tanto auspicata riconciliazione, dal basso, ovvero dal comparto della cosiddetta piccola nautica, si avvertivano turbolenze e malumori che non lasciavano presagire nulla di buono. Quasi in sordina è nata infatti a Napoli una nuova associazione nazionale denominata Afina (Associazione Filiera Italiana della nautica), dalla quale è partito ieri un siluro diretto a Genova che di fatto ha prodotto una nuova frattura nel comparto.

Con un comunicato stampa è stata annunciata infatti l’uscita dei soci di Afina (circa 130 aziende) da Ucina. Gennaro Amato, presidente della neonata associazione concentrata sulle aziende che si occupano di barche di misura compresa tra 4 e 18 metri, ha parlato di “scelta dovuta”, denunciando “l’indifferenza dei vertici di Ucina verso gli sforzi compiuti per concordare strategie condivise”.

“Negli ultimi anni – ha spiegato Amato - abbiamo più volte ricevuto poca attenzione sulle necessità ed i progetti della piccola e media nautica. L’assenza di attenzione ai programmi di crescita della vera filiera della nautica italiana, che si concentra nel segmento produttivo d’imbarcazioni tra quattro e diciotto metri, come dimostrano gli stessi dati della ripresa economica del settore presentati da Ucina, ci ha costretti a lasciare l’associazione alla quale eravamo iscritti poiché non riscontriamo comuni intenti per il futuro. Ogni sforzo che abbiamo compiuto per trovare intese e soluzioni condivise si è rivelato inutile”.

La nascita di Afina, la successiva costituzione della società Saloni Internazionali d’Italia e l’annuncio di un salone “autonomo” dedicato alla piccola nautica (in programma a Bologna dal 17 al 25 ottobre) avevano fatto pensare, in verità, ad un voltafaccia radicale, deciso senza sperimentare nessun tentativo di mediazione, e tantomeno di collaborazione. Invece, mentre Ucina per ora tace sulla nuova querelle, dall’ambiente dei “piccoli” trapela che non sono mancati contatti e tentativi di dialogo, culminati però – a quanto si apprende – in un fallimentare incontro avvenuto a Genova, pochi giorni prima di Natale, tra le delegazioni delle due associazioni.

“Purtroppo l’incontro non ha preso la direzione auspicata, ma è scivolato in questioni sterili e non previste nel programma, rappresentate da alcuni dirigenti con notevole aggressività” ha fatto sapere Amato. “Nella mia qualità di presidente di Afina – ha aggiunto – resto comunque disponibile ad ogni ulteriore sforzo collaborativo tra le nostre associazioni per sostenere la nautica italiana e la promozione del bene mare, che non conosce padronanze, bandiere e confini associativi di alcun tipo”.

I piani dell’associazione sono ormai operativi. In testa c’è l’organizzazione di eventi indipendenti dedicati alla “piccola nautica”: dall’8 al 16 febbraio il Nauticsud di Napoli, giunto ormai alla 47ma edizione, e dal 17 al 25 ottobre il primo Salone Nautico di Bologna. Alle due fiere si aggiungono i due appuntamenti di Navigare, con prove in mare, in primavera e in autunno.

Se ci siano margini di manovra per evitare che la frattura si acuisca è tutto da verificare. Ma chiunque frequenti l’ambiente, soprattutto dalle parti di Napoli, dove il movimento indipendentista della “piccola nautica” è nato da una costola della ANRC (Associazione Nautica Regionale Campana) sa bene che a Genova non l’hanno presa bene. Al punto che qualche membro di Ucina si sarebbe premurato di contattare aziende campane per mettere i loro dirigenti sull’avviso: o con noi o contro di noi. D’altra non potrebbe essere altrimenti, visto che lo statuto di Ucina (ora in fase di trasferimento in Confindustria Nautica) non consente di far parte di due associazioni nazionali diverse. Se non bastasse, ci sarebbero opinioni discordanti anche all’interno della neonata Afina, che pur di irrobustirsi avrebbe accolto al proprio interno soci non a tutti graditi, per via di gestioni aziendali e comportamenti non sempre in linea con le normative e con il rispetto delle regole della concorrenza. Finora tutto è stato tenuto sotto controllo, ma non sono da escludersi altri colpi di scena.

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Lunedì 23 Dicembre 2019 - Ultimo aggiornamento: 26-12-2019 10:58 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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