La ministra Santanchè ed il presidente di Afina Gennaro Amato sull'Aicon Audace 50

Chiusa la prima edizione del nuovo Salone nautico di Roma. Gli organizzatori di Afina: “Più saloni e più posti barca”

di Sergio Troise
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Si è concluso dopo 9 giorni il Salone nautico di Roma, evento che ha rilanciato l’attività fieristica nella capitale, giusto dieci anni dopo la fine del Big Blu, a suo tempo travolto dalla crisi della nautica da diporto. La manifestazione – sarà bene chiarirlo subito – è stata allestita con la consapevolezza che si sarebbe trattato di un primo passo sperimentale, una sorta di numero zero su cui costruire un grande futuro. Lo hanno detto chiaramente il presidente di Afina (Associazione Filiera Italiana della nautica), Gennaro Amato, e l’amministratore unico di Fiera di Roma, Fabio Casasoli, parlando di “una collaborazione destinata a crescere”.

Per questa prima edizione, infatti, il ritrovato Salone della capitale ha potuto sfruttare soltanto due padiglioni (il 7 e l’8) e mettere in mostra poco meno di 250 barche. Ma per il 2025 già si pensa ad allargare gli spazi espositivi ad altri due padiglioni e ad ospitare quindi un numero di barche maggiore. Nelle aspettative, anche una maggiore affluenza di pubblico (i dati sull’edizione appena conclusa non sono stati diffusi) e un giro d’affari più consistente. Intanto i vertici di Afina si dicono “soddisfatti per aver fissato le basi per un definitivo rilancio”.

Ma al di là del Salone, delle sue dimensioni, della capacità di mettere in mostra i prodotti più recenti e di attrarre visitatori, ai promotori del salone di Roma sta a cuore tenere costantemente accesi i riflettori sulla “piccola e media nautica”, quella più diffusa nel nostro paese. “Il mercato può avere oscillazioni più o meno sensibili, ma siamo da sempre convinti che le barche tra i 5 e i 15 metri rappresentino il cuore dell’intero comparto, sono le più diffuse nei nostri mari e bisogna fare di tutto per farle conoscere e utilizzare” dice il numero 1 di Afina, Gennaro Amato, sostenendo che le strade da seguire sono due: “Promuovere i prodotti attraverso più manifestazioni fieristiche disseminate sul territorio, e battersi per ottenere la realizzazione di un numero adeguato di porti turistici”.

Sul primo versante, quello delle manifestazioni fieristiche, non c’è dubbio che l’attivismo di Afina sia provato dai fatti: oltre ai tre eventi napoletani allestiti ogni anno (il Nauticsud e le due edizioni di Navigare), l’associazione organizza anche il Salone di Bologna e, da quest’anno, il ritrovato Salone di Roma. Nei piani per il 2025 c’è ora l’allestimento di un nuovo evento in Sicilia.

Sull’altro versante, quello della carenza di ormeggi dedicati alla nautica da diporto, la situazione – com’è noto - è ben diversa. Tutto ciò che può fare una struttura come Afina è battersi per sollecitare le amministrazioni locali e la politica affinché la questione venga affrontata e risolta. Ed è proprio in questa chiave che gli organizzatori del Salone di Roma hanno invitato in fiera la ministra del Turismo Daniela Santanchè. La quale non si è fatta pregare, e nella giornata di sabato 14 dicembre ha visitato il salone, è salita a bordo dell’ammiraglia (l’Audace Aicon 50), ha ascoltato gli operatori e ha rilasciato dichiarazioni rassicuranti.

Nell’occasione Afina ha affidato all’economista Gianni Lepre il compito di illustrare la situazione all’esponente di governo, in modo da valutare quanto la carenza di posti barca e servizi possa incidere negativamente sul turismo nautico. Secondo il noto esperto “i danni maggiori li subisce il Sud ma il problema riguarda l’intera penisola, provocando mancati introiti per circa 500 milioni l’anno”.

“Siamo molto attenti al settore e faremo tutto ciò che è possibile per risolvere i problemi che ancora ne condizionano lo sviluppo” ha detto la ministra, ricordando però anche i passi già compiuti, con lo stanziamento di 5 milioni di euro per la realizzazione della fibra wi-fi nei porti e l’importante legge approvata dal governo per il turismo subacqueo, in modo da far conoscere lo straordinario patrimonio che c’è negli abissi del nostro mare. “Ma siamo consapevoli del fatto che si deve lavorare ancora molto e che c’è ancora tanto da fare” ha aggiunto la ministra. “Sono venuta al Salone proprio per ascoltare. Noi ascoltiamo tutte le associazioni di categoria perché è da voi e dal vostro mondo che ci devono arrivare le proposte”.

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Lunedì 16 Dicembre 2024 - Ultimo aggiornamento: 17:41 | © RIPRODUZIONE RISERVATA