Un fuoribordo Yamaha a Gpl da 150 cavalli

Fuoribordo bifuel, la denuncia di Autogas Italia: «Noi pronti a ridurre le emissioni anche in mare, ma nessuno ci ascolta»

di Sergio Troise
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MODENA - Nel 2020 sono state vendute in Italia oltre 130.00 automobili alimentate a GPL, il gas di petrolio liquefatto che costa meno della metà della benzina e abbatte le emissioni inquinanti. Se a queste si sommano le trasformazioni eseguite su auto usate, con il montaggio after market di impianti bifuel, si avrà chiaro il quadro di un fenomeno interessante, che incide positivamente sulle tasche degli italiani e sulla salvaguardia dell’ambiente.

Nella nautica da diporto, ma anche in quella professionale (legata alla pesca) la situazione è totalmente diversa: nei nostri mari e nei nostri laghi e fiumi navigabili sono appena alcune decine le imbarcazioni con doppia alimentazione benzina/GPL, poche quelle omologate direttamente dal costruttore del natante, pochissime quelle sottoposte a trasformazione da piccoli armatori. Eppure la crescita dell’alimentazione a GPL su scala più vasta potrebbe rappresentare un importante aiuto allo sviluppo della green economy promossa dalla Comunità Europea e un’occasione di consolidamento per la nostra economia: il comparto delle aziende Italiane del settore è infatti leader mondiale e non teme confronti sul piano ingegneristico e tecnologico.

Il problema dei ritardi accumulati dalla nautica su questo fronte è stato sollevato da Autogas Italia, società modenese che opera in collegamento con Ecomotive Solutions del Gruppo Holdim, attiva nell’ambito dei carburanti alternativi e delle energie rinnovabili. L’azienda può vantare oltre 3000 applicazioni bi-fuel GPL eseguite su motori fuoribordo di potenza compresa tra 40 e 200 cavalli (ma può operare anche su altre potenze). “La nostra attività – viene però contestato – è stata svolta prevalentemente all’estero, in particolare in Sud America, mentre nel nostro paese affrontiamo un percorso a ostacoli, anche a causa di una normativa poco chiara”.

“L’Italia – sottolineano all’Autogas Italia - ha un territorio con oltre 7.500 chilometri di coste marine e oltre dieci laghi navigabili, dove sono presenti sia imbarcazioni da diporto che da lavoro, ma il tema della riduzione delle emissioni inquinanti in acqua non sembra riscontrare particolare interesse, se non a parole, da parte delle istituzioni, siano esse nazionali o regionali. Esiste già una normativa europea che regolamenta queste trasformazioni, ma risulta assai complesso, da noi, comprendere quale possa essere il corretto percorso per poter convertire a bi-fuel motori fuoribordo già naviganti, senza tralasciare l’aspetto rifornimento.”

Che cosa comporta, in dettaglio, la trasformazione di un motore fuoribordo da benzina e bi-fuel? Secondo le informazioni diffuse dai tecnici di Autogas Italia la conversione al carburante gassoso consente prestazioni inalterate e abbattimento degli inquinanti CO, HC e NOX, ovvero monossido di carbonio, idrocarburi incombusti e ossidi di azoto. “La riduzione di queste emissioni inquinanti – viene spiegato – rappresenterebbe uno strumento decisivo per la salvaguardia delle acque lungo aree marine costiere, nei porti, nei laghi, nei fiumi, per non dire delle zone in cui si concentrano grandi allevamenti di pesca. E tutto ciò – viene ricordato – risponderebbe pienamente a quanto previsto dalla normativa comunitaria in vigore”.

Sul piano tecnico – vale la pena ricordarlo – il sistema bifuel benzina-GPL deriva dal settore automobilistico: il gas di petrolio liquefatto viene prelevato in fase liquida dal serbatoio (o dai serbatoi, se ne è presente più di uno) e trasformato in gassoso grazie a un riduttore di pressione modificato per uso nautico. Il gas in fase gassosa viene inviato poi al motore e iniettato cilindro per cilindro per mezzo di iniettori controllati da una centralina elettronica che gestisce tutto il sistema gas dialogando con l’elettronica originale del motore. Particolare importante: la centralina, visto il tipo d’impiego, è completamente sigillata/resinata per evitare possibili infiltrazioni di acqua sui componenti elettronici.

Quanto alle prestazioni dei motori così trasformati, l’Autogas Italia non ha dubbi: “Tutti i test hanno dimostrato che i motori bi-fuel non subiscono cali di potenza. I nuovi sistemi a iniezione da noi progettati permettono ai motori con doppia alimentazione di mantenere le medesime prestazioni durante il funzionamento a gas”. Sostenere lo sviluppo delle alimentazioni a GPL anche in mare dipende, dunque, esclusivamente dalle scelte della politica. Che in verità – lo sappiamo – non vive un momento particolarmente tranquillo.

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Giovedì 4 Febbraio 2021 - Ultimo aggiornamento: 07-02-2021 14:12 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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