Gli organizzatori del Salone di Genova hanno comunicato che le barche esposte al Salone sono 1030. Davvero tante. Molte sono già in produzione da tempo, molte altre sono versioni aggiornate, restyling più o meno approfonditi di modelli già noti; altre sono new entry autentiche, novità pronte a debuttare sul mercato con l’ambizione di misurarsi anche con i nomi più noti e prestigiosi. Di barche con queste caratteristiche, soprattutto tra quelle di dimensioni medie, attorno ai 10 metri (le più diffuse sul mercato) non ce ne sono tante. Anzi, ce ne sono pochissime. Tra queste, però, spiccano alcune in grado di distinguersi per capacità d’innovazione: pregio non comune, vista la consolidata tendenza a copiarsi a vicenda.
E’ in questo contesto che tra gli stand di Genova brilla un marchio targato Napoli, terra di grandi tradizioni marinare. E’ il neonato I-Boat, ovvero l’Innovative Boat del Gruppo Izzo, celebre colosso delle forniture navali con sede storica nel porto partenopeo, per la prima volta cimentatosi nella costruzione di una barca da diporto. Ha messo in mostra a Genova qualcosa di realmente nuovo, meritandosi, se non altro, l’attenzione di visitatori incuriositi.
La prima curiosità legata a I-Boat sta nel nome dato alla barca: #404, sigla che evoca quel page not found che a volte compare su Google, quando si cerca qualcosa di sconosciuto. Quanto al numero, sta a indicare la misura in piedi, “traducibile” in 10,8 metri (12,20 fuori tutto).
Progettata interamente “in casa”, a cominciare dalla carena a V profondo con un solo redan (una scelta volta a efficientare la ventilazione e le pressioni che si creano sotto lo scafo, fiche progettuale studiata per favorire l’entrata in planata e le prestazioni sportive), è una barca walkaround disponibile sia con motorizzazione fuoribordo (quella esposta a Genova) sia entrobordo (in costruzione) in grado di distinguersi per una serie di soluzioni originali che ne fanno un unicum nel panorama della categoria.
Tanto per dire: avete mai visto prima un cucinotto allestito a poppavia del pozzetto, sopra ai motori fuoribordo, realizzato con una struttura abbastanza ampia da contenere lavello, piano a induzione a due fuochi e, sotto, una cantinetta per tenere il vino in fresco?
E ancora: vero è che su barche di questa categoria è abbastanza comune la trasformabilità del pozzetto da zona pranzo con relative sedute a prendisole largo e comodo come un letto; ma in questo caso la trasformazione avviene in due secondi, con un semplice comando manuale, che attiva un impeccabile automatismo. Ad amplificare la godibilità della vita a bordo ci pensano poi la tenda, che prolunga la copertura dell’hard-top (sostenuto da due montanti in acciaio e due in carbonio) e una serie di dotazioni come una coppia di frigoriferi da 40 litri ciascuno che si trovano nel pozzetto. Un invito a godersi la vita all’aperto.
Ma la convivialità non è l’unico pregio assicurato nella zona alle spalle della postazione di comando (centrale, comoda e ben allestita). Sebbene non classificabile, in questo caso, come soluzione originale, si fa apprezzare anche l’apertura delle murate, che regala davvero tanto spazio a filo d’acqua, rendendo ancor più comode e piacevoli le soste in rada. Non del tutto originale, ma pregiatissima e comodissima risulta anche la plancetta di poppa con movimentazione elettrica (eventualmente anche manuale), utile sia per entrare e uscire dall’acqua quando si fa il bagno, sia per salire e scendere dalla barca in porto.
E’ invece unica e originale, autentico pezzo forte della barca, l’ampia tuga che è stampata a forma di chaise longue, replicando l’ergonomia della famosa seduta di Le Corbusier. Chiunque l’abbia provata non ha potuto che riconoscerne la straordinaria comodità. Nulla da spartire con i soliti prendisole di prua più o meno imbottiti e più o meno rivestiti e arredati con cuscini di vario tipo e dimensione. Questa è un’altra cosa! Essendo una rarità, a nostro parere può incidere in misura considerevole sulla scelta della barca.
Originali sono anche le soluzioni adottate per gli interni. Che non sono stati progettati mirando alla spasmodica ricerca di spazio, ma con l’obiettivo di assicurare “quanto basta” per comodità, funzionalità, eleganza. L’accesso è comodo e porta a un open space luminoso, in grado di ospitare due persone per la notte con una buona dotazione di gavoni e stipetti. Ingegnosa la soluzione che consente di ribaltare la paratia dietro lo schienale del divano che arreda la prua, trasformandolo in un letto. La movimentazione è elettrica e si aziona con un pulsante. Ovviamente non mancano bagno e doccia, ma senza la ricerca spasmodica di spazi superflui per una barca che vuole proporsi come un day cruiser di pregio, non adatto a lunghe crociere con famiglie stipate in spazi angusti.
L’esemplare numero 1 dell’I-Boat esposto a Genova adotta una motorizzazione fuoribordo affidata a due Suzuki da 350 cavalli, in grado di assicurare velocità di punta di 35 nodi. Secondo Eugenio Izzo, il giovane manager che guida il cantiere, “si naviga magnificamente alla velocità di crociera di 26 nodi, con una tenuta di mare frutto di studi approfonditi di fluidodinamica computazionale e di sette mesi di test in mare”.
Il progetto I-Boat prevede comunque anche altre motorizzazioni. Con i fuoribordo, si può partire da un’entry level spinta da due propulsori da 300 cv, oppure optare per il top di gamma, con due motori da 450 hp. A breve verrà presentata la versione entrobordo, motorizzabile con due motori da 300 o 450 cv, in linea d’asse. Il prezzo della versione esposta a Genova, con due fuoribordo Suzuki da 350 hp, è di 350.000 euro (più IVA, ma con motori inclusi). Decisamente aggressivo.