Una panoramica del Monaco Yacht Show 2021

Il meglio della nautica di lusso al Monaco Yacht Show: un Benetti di 108 metri l’ammiraglia del salone

di Sergio Troise
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MONTECARLO - E’ ritornato quest’anno, dopo lo stop del 2020 imposto dalla pandemia, il Monaco Yacht Show, il salone della nautica di lusso che dal 22 al 25 settembre ha messo in mostra, nel suggestivo scenario di Port Hercules, il meglio dello yachting mondiale, ovvero imbarcazioni di misura superiore a 24 metri. Ben 100 le regine del mare esposte, di cui 88 a motore e 12 a vela; 9 di misura superiore agli 80 metri, 5 tra 70 e 80, 5 tra 60 e 70, 10 tra 50 e 60, 36 tra 40 e 50, 22 tra 30 e 40. Soltanto 14 yacht non raggiungevano i 30 metri.

L’evento ha concluso il trittico di saloni nautici di settembre, apertosi con lo Yachting Festival di Cannes (7-12), proseguito con Genova (16-21) e culminato con questa autentica parata del lusso riservata a una élite di paperoni provenienti da tutto il mondo, in alcuni casi a bordo di aerei privati o elicotteri, in altri di auto blasonate come Rolls, Bentley, Ferrari…

In questo contesto noi italiani, da sempre produttori di imbarcazioni straordinarie, abbiamo recitato un ruolo da autentici protagonisti. Basti dire che l’ammiraglia del salone è stata proprio una imbarcazione made in Italy, il giga yacht Benetti “IJE” di 108 metri, custom in acciaio messo in esposizione per la prima volta in assoluto. Hanno incantato il pubblico i suoi 5 ponti, i mille metri quadri di spazi esterni, la piscina riscaldata sul main deck, l’ampiezza, la raffinatezza, la comodità e l’eleganza di interni degni di una nave da crociera. Non per niente la barca è stata progettata per attraversare gli oceani per migliaia di miglia senza necessità di rifornimento.

A completare la flotta dello storico cantiere toscano sono stati esposti lungo le banchine del porto monegasco anche il mega yacht di 65 metri “Zazou”, con il suo inconfondibile scafo in acciaio verniciato in blu, e la prima unità del Diamond 44M, maestoso yacht in vetroresina di 44 metri.

Con il marchio Azimut, che assieme a Benetti fa parte del gruppo controllato dalla famiglia Vitelli, sono stati invece esposti a Montecarlo il nuovo Grande Trideck e il Grande 35 Metri: due “barchette” a confronto dei 108 metri del Benetti, ma vale la pena ricordare che il Trideck, con i suoi 38 metri, è l’imbarcazione più grande mai costruita da Azimut e che il Grande 35M rappresenta il meglio, nella sua categoria, in termini di utilizzo dei volumi e numero di ambienti.

Il Grande Trideck è la prima imbarcazione a tre ponti con 4 terrazze a cascata sul mare (per questo la chiamano Trideck + One) ma è anche il simbolo dell’attenzione crescente che Azimut dedica alla sostenibilità: la barca poggia infatti su una carena D2P (Displacement to Planing) di seconda generazione che assicura risultati significativi in termini di efficienza e di autonomia. Gran parte della sovrastruttura, inoltre, è realizzata in fibra di carbonio, e ciò consente una riduzione del 30% del peso dell’imbarcazione a favore di una significativa riduzione dei consumi.

Anche Baglietto, altro colosso della cantieristica made in Italy, ha intrapreso con impegno crescente una rotta mirata a una nautica green ed ecosostenibile. Nel corso di una conferenza svoltasi nell’ambito del salone monegasco, i vertici del cantiere spezzino hanno ricordato che sono 13 le imbarcazioni da 38 a 52 metri in costruzione presso i due stabilimenti di La Spezia e Carrara, di cui 11 già vendute. Soprattutto, è stata sottolineata l’importanza del progetto green Bzero (“B raised to Zero”) avviato con alcuni partner di rilevanza internazionale e mirato al raggiungimento delle zero emissioni.

Il Ceo del cantiere spezzino, Diego Michele Deprati, ha spiegato che il progetto prevede l’integrazione a bordo delle imbarcazioni della tecnologia fuel cell a idrogeno su piattaforma ibrida o diesel-electric, e ha informato che per questo è stato istituito un dipartimento chiamato Baglietto Energy, espressamente dedicato allo studio delle nuove tecnologie ecosostenibili. “Tutto ciò – ha aggiunto il manager – rappresenta per noi la grande sfida del futuro, che porterà gradatamente all’eliminazione degli idrocarburi”.

Italiana anche un’altra anteprima mondiale: l’ha presentata a Montecarlo Palumbo Superyachts, l’azienda che rappresenta anche i marchi ISA, Mondomarine e Columbus. Ed è stato proprio un gioiello di Columbus, il nuovo Sport 50M K2, il protagonista dello stand allestito lungo le banchine del porto monegasco. Frutto della collaborazione con HydroTec e con lo studio di design e architettura di Luca Dini, anche questo yacht di 50 metri si distingue per la capacità di assicurare trasferimenti transoceanici, navigando ad andatura di crociera di 17 nodi, con la possibilità di spingersi fino a 21.

Dal punto di vista dell’ingegneria e dell’architettura navale il Columbus Sport 50 M ha linee caratterizzate dalla prua verticale e affilata, con le sezioni trasversali a doppio spigolo per migliorare la tenuta di mare e mantenere la barca asciutta anche in condizioni di mare mosso. A bordo c’è posto per 11 ospiti in 5 cabine, mentre gli 11 membri dell’equipaggio sono divisi in 7 alloggi. Inutile dire della flessibilità e delle molteplici possibilità di allestimento degli spazi esterni: a prua dell’upper deck c’è una piscina con idromassaggio raggiungibile dal pozzetto attraverso due grandi camminamenti laterali che rendono tutto il ponte un’area dedicata al relax e al divertimento. Non manca una zona fitness, con palestra abbinata all’hammam presente nel bagno armatoriale.

Oltre al Columbus, Palumbo ha presentato a Montecarlo anche il GT 45 con marchio ISA, uno yacht di 45 metri in grado di mixare al meglio una silhouette slanciata, simile a quella di certe auto sportive, con grandi volumi interni. L’ISA 45 GT può ospitare 10 ospiti in 4 spaziose cabine nel ponte inferiore e nella lussuosa cabina armatoriale a tutto baglio. Tra le caratteristiche più particolari spiccano, nella parte poppiera, la grande piscina sul ponte principale e il beach club/palestra con porte in vetro al livello del mare sul ponte inferiore. L’autonomia dichiarata è di oltre 3.500 miglia a una velocità di 12 nodi.

Presenta una linea meno ardita l’altra barca presentata da ISA, lo yacht Classic di 65 metri realizzato con la collaborazione del Team di Design di Enrico Gobbi. In questo caso l’innovazione ha privilegiato ancor di più la ricerca di soluzioni per mettere l’armatore e i suoi ospiti in condizione di godersi al meglio gli spazi all’aperto e il contatto con il mare. Basti dire, in proposito, che il portellone di poppa della dimensione di 3,9x4 metri si abbatte verso l’acqua, convertendosi in “spiaggia”. Contemporaneamente la porzione corrispondente della spiaggetta di poppa si combina al portellone per avere un unico livello di calpestio a pelo d’acqua. Con i tre portelloni aperti, l’intera area si trasforma in un fantastico beach club da 180 metri quadri.

Non mancano due piscine (una con nuoto controcorrente) e tutta una serie di giochi e dotazioni per il divertimento e il benessere, come l’area lounge, la sala gym, la sala massaggi vista mare, il bagno turco, il cinema all’aperto, 2 jet-sky, 2 tender e tanto altro. A impreziosire il tutto il pannello di vetro di Murano smerigliato e zigrinato a decoro del bancone del bar.

Nessuna anteprima, ma presenza qualificata quella di Ferretti Group, che allo Yachting Festival di Monaco ha esposto, accanto al noto 43 Wallytender, il nuovo Wally WHY, barca rivoluzionaria per il marchio fondato da Luca Bassani, che già aveva suscitato stupore al recente salone di Cannes. A differenza di tutti i Wally di precedente generazione, infatti, è un’imbarcazione molto più grande (27 metri) e, soprattutto, presenta linee, struttura, abitabilità e prestazioni del tutto diverse, adattandosi – grazie allo specifico studio della carena – sia a una tranquilla navigazione in assetto dislocante sia planante (con velocità massima di 20 nodi).

Soprattutto il nuovo Wally offre spazi degni di una imbarcazione più grande (oltre 200 metri quadri di area living al coperto e 144 di area esterna) e una serie di geniali soluzioni per migliorare il comfort. Tra queste spiccano la cabina armatoriale ultrapanoramica sistemata a prua e, a poppa, le murate abbattibili, che espandono l’area del beach club al livello di quelle tipiche dei superyacht, con una superficie di 32 metri quadri e accesso al mare su tre lati. Se non bastasse due garage sono in grado di ospitare un tender di 4 metri e numerosi water toys.

Ferretti Group ha affidato a Custom Line il compito di rappresentare il meglio della propria produzione di superyacht dislocanti, con il Custom 37 e la Navetta 37, mentre al Dolcevita è stato affidato il compito di rappresentare il marchio Riva.

Tra le imbarcazioni capaci di esaltare il connubio tra lusso, eleganza e massime prestazioni, ha recitato un ruolo fondamentale il nuovo Pershing 140, che pur non rappresentando una novità assoluta (la barca era stata presentata in anteprima, a inizio settembre, a un ristretto gruppo di clienti invitati al tradizionale private preview di Ferretti Group) ha attirato l’attenzione di tutti- E’ la prima ammiraglia del brand costruita interamente in alluminio ed è anche il primo yacht con plancia di comando rialzata e direttamente collegata al ponte sole, il primo ad avere l’area dedicata all’armatore sul ponte principale, e il primo dotato di beach area completamente apribile su tre lati. Tutto ciò a bordo di una barca in grado di volare sull’acqua alla velocità massima di 38 nodi (30 di crociera).

Interessanti le novità di Bluegame, che al Monaco Yacht Show ha esibito la nuova ammiraglia BG72, massima espressione dell’anima anticonvenzionale e crossover del brand, che ha appena ricevuto il “Design & Innovation Award” e il “Best Innovation Award” ai recenti saloni di Genova e Cannes.

Decisamente originale e lontana da schemi tradizionali, la nuova barca combina i concept delle gamme BG e BGX, e il risultato è un felice incontro tra open e flybridge, in grado di mettere d’accordo gli amanti delle due tipologie. Per arrivare a tanto hanno lavorato al progetto Luca Santella, l’architetto navale Lou Codega e lo studio Zuccon, che ha impresso grande personalità sia al profilo che agli spazi esterni ed interni. Per la prima volta, tra l’altro, su di un open è stata introdotta una cabina di comando con visibilità a 360 gradi caratterizzata dal parabrezza con vetro rovescio e dalla possibilità di chiusura totale. Per la motorizzazione è stato adottato il sistema di propulsione Volvo Ips che assicura prestazioni elevate e consumi contenuti.

Ha conquistato la scena anche un’altra imbarcazione italiana: il Polaris di Rossinavi, la più grande costruzione del cantiere di Viareggio. Oltre alle grandi dimensioni (70,2 metri) il mega yacht in acciaio e alluminio viene definito “un grande esploratore, in grado di navigare in tutti i mari, anche nelle più estreme regioni polari”.

Se non bastasse, l’ingegno italiano ha recitato un ruolo da protagonista anche nel campo dell’innovazione tecnologica e di stile. Ciò grazie a Pininfarina Nautical (la divisione del colosso del design dedicata alla nautica) e a Fincantieri (attraverso la controllata Vard Electro). Al Monaco Yacht Show è stata presentata infatti un’innovativa postazione di comando per mega yacht (e grandi navi da lavoro) basata sul SeaQ Integrated Bridge System, sistema che pone l’operatore al centro dell’attenzione, supportandolo con tecnologie di realtà virtuale e di realtà aumentata. Tutto ciò valorizzando anche lo stile, l’ergonomia e la funzionalità della postazione di comando, grazie proprio al lavoro di Pininfarina, che per raggiungere lo scopo ha preso spunto dalle esperienze maturate nei campi delle auto sportive e dell’aviazione.

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Domenica 26 Settembre 2021 - Ultimo aggiornamento: 16:05 | © RIPRODUZIONE RISERVATA