NAPOLI - L’altra nave, quella nascosta. Quella che opera e produce sotto il livello del mare. Nel ventre di Msc Seaview, l’ultima ammiraglia del colosso mondiale delle crociere costruita da Fincantieri. Oltre 150mila tonnellate di stazza più di cinquemila passeggeri sparsi per saloni, cabine e passeggiate sul mare, più di 1400 persone di equipaggio. Lavorano per fare in modo che tutto funzioni a puntino, che la permanenza a bordo sia confortevole per ogni singolo passeggero. Ma per dare il meglio anche l’equipaggio deve avere il meglio possibile. Ed ecco, allora, un viaggio dove la stragrande maggioranza di queste persone vive e lavora. Cabine ben rifinite che ospitano due persone, una mensa tutta per loro dove sono serviti gli stessi pasti che si trovano nei menù dei piani superiori, una cucina tutta dedicata a loro, così come il bar con lo spaccio. I ponti occupati dall’equipaggio e dai principali impianti di bordo sono praticamente i primi quattro.
Questa parte della nave la si riconosce soprattutto per il colore verde acqua delle pareti. Corridoi ampi, ascensori dedicati, ognuno indossa la divisa che identifica il settore di appartenenza. E anche l’assegnazione delle cabine (quasi tutte per due persone tranne che per gli ufficiali e i dirigenti dei servizi) viene fatta tenendo conto del servizio di appartenenza. Così quando uno riposa, l’altro lavora e così via. Ed eccoci nel primo grande reparto di bordo, la lavanderia. Vi lavorano una ventina di persone, mediamente 16 di giorno e 4 di di notte. Macchine di portata eccezionale lavano, disinfettano e stirano biancheria a ciclo continuo. Pensate, in una giornata sulla Msc Seaview si possono lavare anche 30 tonnellate di asciugamani. Arrivano scivoli che collegano i singoli ponti con la lavanderia. Poi finiscono in enormi cesti che automaticamente le versano nelle macchina. Le asciugatrici e i grandi mangani per stirare fanno il resto. Le linee principali fanno tutte da sole, gli addetti, per lo più, garantiscono il controllo di qualità. Anche in questo reparto la divisione è netta, c’è una lavanderia dedicata esclusivamente al personale dove, nelle ore libere, si possono utilizzare lavatrici e asciugatrici di varie portate. E se una divisa si scuce? Nessun problema, c’è il sarto che rammenda o il magazzino per cambiarla.
Ed eccoci alle cambuse, ai frigoriferi. Su questa nave, che percorre il Mediterraneo in sette giorni, la gran parte della cambusa viene imbarcata nel porto di Genova. Gli ordini arrivano da bordo alla compagnia che li smista alle piattaforme che servono Msc Crociere. Tutto giunge a bordo selezionato a dovere. Nastri trasportano le pedane all’interno della nave dopo i controlli del personale addetto. Tonnellate e tonnellate di prodotti, vengono smistate a seconda di come deve avvenire la conservazione. Nessun prodotto, anche quello inscatolato, tocca il pavimento. Le pedane gestite da appositi carrelli provvedono al posizionamento negli scaffali. Le pedane, tutte in plastica, per una questione di sanitaria, vengono posizionate nelle rispettive celle nel minor tempo possibile onde evitare l’interruzione della catena del freddo. Una nave su cui vive una comunità di oltre seimila persone deve rispettare protocolli rigidissimi imposti dalla compagnia. Nei frigoriferi, enormi, stanze grandissime, conservano i vini e alimenti a temperature diverse. Verdure con verdure, carne con carne; pesce con pesce e così via. Il personale di questo reparto oltre a stivare si occupa dei prelievi necessari per rifornire le cucine.
Già, le cucine. Sulla Msc Seaview non c’è solo la cucina per i passeggeri e quella per l’equipaggio. Ci sono tante cucine, ognuna annessa ad un ristorante o ad un self service. E poi ci sono le cucine dei ristoranti tematici, quelli specializzati nel crudo o nella carne o nel pesce. Ma le sorprese più grandi arrivano con gli impianti che distribuiscono acqua dissalata o osmotizzata. Si tratta di acqua prelevata direttamente dal mare ed immessa negli impianti di bordo dopo passaggi in sofisticati impianti di depurazione (ben 3.200 metri cubi al giorno). Le analisi sono continue di giorno e di notte. Ogni goccia di acqua che finisce nella rete di distribuzione è controllata. Anche quella che riempie le vasche idromassaggio. Per le piscine (sono sette) invece, si preleva direttamente acqua dal mare ma solo quando la nave si trova almeno a 18 miglia dalla costa. È anche questa acqua, comunque, subisce trattamenti disinfettanti.
Ed eccoci ai motori. Le nove eliche si muovono con energia elettrica. La nave dispone di due eliche di propulsione azionate da due motori elettrici da 20 mega watt ciascuno. In termini pratici ciò significa che hanno una potenza 27.200 cavalli cadauna. In totale la potenza di spinta della nave è di 54.400 cavalli Le altre, thrusters, hanno una potenza di manovra da 3100 Kw cadauna, 4.200 cavalli. Queste sette eliche di manovra servono a far evoluire la nave ed a staccarla dalle banchina. Sulle due direzionali di poppa, naturalmente, come si vede è concentrata la maggiore potenza. Basti pensare che la nave può raggiungere una velocità massima di 22,8 nodi. Sulle altre sette (trasversali, quattro a prua e tre a poppa) si concentra potenza soprattutto in fase di manovra quando la nave ruota, si accosta o si allontana dalle banchine.
La propulsione elettrica, naturalmente, riduce al minimo le vibrazioni e la nave può anche ruotare di 360 gradi in pochissimi minuti. Ai generatori sono accoppiati alternatori. Sono quattro: due producono 14.400 Kw e due 16.800 Kw. E poi ci sono quelli di riserva. In pratica la centrale di bordo produce energia capace di alimentare il quartiere di una città. I generatori sono alimentati a gasolio, gli scarichi sono muniti di scrubber di ultimissima generazione che abbattono le sostanze tossiche immesse nell’aria. Insomma l’altra nave, quella che non si vede, è certamente meno appariscente dei saloni frequentati dai passeggeri, ma è ricca, ricchissima di tecnologia.