Charter nautico

Nautica in allarme per virus, charter e tasse sui porti. Incontro con la Commissione Finanze

di Sergio Troise
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ROMA - Nessuno può prevedere se e quanto la diffusione del Coronavirus inciderà sulle attività nautiche e in particolare sul charter, che è una delle pratiche più diffuse e, soprattutto, più utili allo sviluppo del turismo. Ciò detto è doveroso attrezzarsi per fare in modo che, una volta tornato il sereno, operatori e fruitori dei servizi possano contare su una situazione normativa adeguata. Ed è in questa ottica che una delegazione di Confindustria Nautica ha chiesto e ottenuto un incontro con la Commissione Finanze della Camera dei deputati, convocata per discutere dei temi sul tappeto: la definizione della procedura di infrazione sul noleggio di unità da diporto, l’impatto del Coronavirus sul settore, il rilancio della filiera del charter e della portualità turistica.

L’incontro si è svolto il 5 marzo negli uffici di presidenza della Commissione Finanze, con la presenza del presidente Raffaele Traino, insediatosi appena il giorno precedente ma subito dichiaratosi disponibile a discutere con le principali associazioni di categoria. Dall’incontro è emersa la necessità di coinvolgere il commissario europeo Paolo Gentiloni per la definizione della procedura di infrazione sul noleggio, questione sulla quale verrà sollecitato anche l’intervento del ministro dell’Economia Gualtieri. Dato per scontato che prima o poi il virus sarà debellato, ciò che allarma non poco gli operatori – sarà bene chiarirlo subito – è l’aumento dell’imponibile IVA, che – a giudizio di Confindustria Nautica – “non solo mette fuori mercato tutti gli operatori UE a favore di quelli extra comunitari, ma rischia di spazzare via le aziende italiane del charter che, a causa del coronavirus, hanno già registrato la disdetta del 23% delle prenotazioni della stagione”.

Non meno grave viene considerata la situazione dei 23 porti turistici in contenzioso con lo Stato da 13 anni per l’applicazione retroattiva degli aumenti dei canoni demaniali: nonostante la vittoria di tutte le cause di ogni ordine e grado, inclusa la pronuncia della Corte Costituzionale, i gestori di questi porti continuano infatti ad essere perseguitati dal Fisco, con l’emissione da parte dell’Agenzia delle Entrate di cartelle esattoriale e provvedimenti di blocco dei conti correnti. Nell’incontro con il presidente della Commissione Finanze è stato ricordato anche che il decreto milleproroghe ha trascurato un’altra questione che penalizza i marina resort italiani. “Con due semplici norme che non richiedono costi – rammentano gli operatori - sarebbe possibile rimuovere alcune storture che incentivano la delocalizzazione delle unità presso i Paesi confinanti. Invece, con la normativa in vigore nel nostro Paese, in materia di forniture di beni e servizi a unità commerciali da diporto, vengono favoriti i concorrenti francesi”.

Discorso simile per il charter: modificando una prassi consolidata da oltre 20 anni, la precedente Commissione aveva indicato infatti soluzioni attuative che risultano fortemente penalizzanti per gli Stati membri dell’UE, poiché favoriscono l’imbarco e la partenza dell’attività di charter dai Paesi extra-europei limitrofi, spostando, insieme al luogo di messa a disposizione dell’unità, anche quello dove deve essere versata l’IVA. “E’ un tema estremamente delicato e su di esso si gioca la competitività dell’Italia” si legge in una nota di Confindustria Nautica, che ricorda anche quanto importante sia il ruolo dell’intero comparto all’interno del sistema industriale italiano. In cifre, la nostra nautica genera infatti un valore aggiunto di quasi 12 miliardi di euro, con l’occupazione cresciuta del 20% negli ultimi due anni, per un totale di 22mila addetti diretti e 180mila nella filiera. Le stime dell’Ufficio Studi di Confindustria nautica mostrano inoltre una crescita del fatturato 2020 per il 62% delle aziende (intorno al 5% per due su tre), mentre per il fatturato globale la stima di crescita prevista per il 2019 è del +9,7%. In sintonia il boom del leasing, che ha registrato un significativo incremento in termini di volumi, con un valore dei contratti pari a 512,2 milioni di euro.

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Lunedì 9 Marzo 2020 - Ultimo aggiornamento: 12-03-2020 18:58 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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