Nautica, in vigore il nuovo Codice: c'è anche l'alcol test. Semplificazione e vantaggi per il diporto

Nautica, in vigore il nuovo Codice: c'è anche l'alcol test. Semplificazione e vantaggi per il diporto

di Sergio Troise
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NAPOLI - Dopo la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale dello scorso 30 gennaio, dal 13 febbraio è in vigore il nuovo Codice della Nautica. Lo hanno annunciato con un comunicato congiunto il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e la presidenza dell’Ucina, l’associazione che rappresenta gli operatori del settore.

Svolta epocale. «Con soddisfazione vediamo oggi in vigore il nuovo codice, una delle misure più attese, che fa bene alla risorsa mare e alla sua economia - ha dichiarato il ministro Delrio -. Tra i cambiamenti importanti, condivisi con il settore – ha aggiunto il ministro - la semplificazione burocratica e amministrativa, il coordinamento con la disciplina del Registro telematico del diporto e dello sportello telematico del diportista (il tanto atteso PRA del mare, ndr) , l’istituzione di nuove figure professionali, il riconoscimento dell’11 aprile di ogni anno come Giornata del mare nelle scuole, il rilancio della portualità per la nautica sociale e la garanzia di una maggiore tutela di interessi pubblici primari quali la protezione dell’ambiente marino, la sicurezza della navigazione e la salvaguardia della vita umana in mare».

Lavoro di gruppo. Grande soddisfazione ha manifestato anche la presidente di Ucina, Carla Demaria, sottolineando l’impegno riformatore che ha coinvolto anche le altre associazioni di categoria come Assilea (leasing), Assomarinas e Assonat (marine, approdi e porti turistici), Confarca (agenzie e consulenti) e Federazione Vela. «Grazie all’impegno di tutti – ha ricordato la Demaria – il lavoro è sostanzialmente completato, anche se alcune norme hanno efficacia diretta e sono già applicabili, mentre per altre sono previsti strumenti attuativi».

18 mesi per le verifiche. Il confronto con l’amministrazione è comunque già iniziato e le parti si sono date 18 mesi di tempo per un “tagliando” mirato alla verifica della funzionalità e dell’efficacia del codice appena varato. Lo ha rivelato Roberto Neglia, responsabile per le relazioni istituzionali di Ucina, nel corso di una conferenza tenutasi a Napoli, nell’ambito del Nauticsud, proprio per illustrare a operatori e diportisti i contenuti della riforma. Una riforma non facile, che ha richiesto – pensate – 1.248 ore di incontri istituzionali. Senza contare il “lavoro nell’ombra” che s’è dovuto fare per difendere il settore dagli attacchi di coloro che volevano abolire norme in vigore da tempo, come l’esenzione dall’obbligo di immatricolazione delle barche fino a 10 metri (“tre progetti di legge sono stati respinti” ha ricordato Neglia) e per bloccare il tentativo di modificare la normativa sulle patenti nautiche, che prevede – come è noto - l’esenzione per le motorizzazioni fino a 40 cavalli (le più diffuse nella cosiddetta “piccola nautica”, la più economica e popolare).

Valori culturali. Tra le novità più apprezzabili del nuovo Codice ce n’è anche una di respiro culturale, ovvero l’introduzione della Giornata del mare, che verrà celebrata ogni anno l’11 aprile. Come? Attraverso eventi e iniziative specifiche, ma soprattutto obbligando le scuole a diffondere la conoscenza del mare attraverso lo studio della storia, della geografia, della letteratura, dell’economia legate al mare stesso.

Norme chiare, regole semplici. Le novità introdotte dal nuovo Codice sono contenute in una pubblicazione di ben 72 pagine. Dal testo emerge chiaramente che razionalizzazione e semplificazione sono state le linee guida che hanno ispirato i riformatori, portando benefici agli operatori del settore (cantieri produttori, dealer, noleggiatori, gestori di porti e di servizi) e, soprattutto, ai diportisti.

Bollino Blu permanente. In particolare, tra le novità introdotte, spicca l’istituzione permanente del Bollino Blu per i controlli in mare. Prima era una disposizione provvisoria rinnovata di anno in anno, per il periodo giugno-settembre, ora è legge dello Stato. La misura si è rivelata efficace, tanto che i controlli in mare si sono già ridotti del 52%, evitando l’esecuzione di più controlli consecutivi da parte di diverse autorità di polizia nel giro di poche ore (il modo ideale per rovinare una giornata di vacanza).

Sanzioni severe. A fronte delle nuove disposizioni che indubbiamente portano benefici al settore e semplificano la vita dei diportisti, va ricordato che il nuovo Codice introduce anche sanzioni molto severe per chi viola le norme pregiudicando la sicurezza. La nuova normativa prevede, in particolare, l’introduzione dell’alcol-test sul modello di quanto già previsto dal Codice della strada. Ma a differenza di quanto disposto per gli automobilisti, le sanzioni pecuniarie sono molto più salate: nel caso si venga colti in stato di ebbrezza ai comandi di una unità da diporto, la multa va da un minimo di 2.755 euro a un massimo di 15.000 euro. L’entità della sanzione aumenta in relazione al tasso alcolemico accertato (il valore minimo tollerato non deve superare 0,5 grammi per litro). Nei casi più gravi (che riguardano anche l’assunzione di sostanze stupefacenti) viene anche revocata la patente nautica e vengono raddoppiate le sanzioni nel caso in cui il responsabile provochi un sinistro per effetto dello stato d’ebbrezza.

Qualcosa da rivedere. Considerando la finalità dei provvedimenti, ovvero la tutale di valori sacrosanti e imprescindibili come la sicurezza e la salvaguardia della vita in mare, il rigore del legislatore va apprezzato e lo spirito dei provvedimenti condiviso. Ciò detto, l’entità delle sanzioni pecuniarie sembra obiettivamente spropositata, soprattutto in relazione alle violazioni meno gravi. Così come stanno le cose, infatti, può capitare che una piccola dose di vino bevuta in rada, a ora di pranzo, prima della pennichella sotto la tenda, o addirittura di sera, in porto, prima di andare a dormire in cabina, possa provocare, in caso di un controllo con l’etilometro, una multa di 2.755 euro! Ciò detto, e a scanso di equivoci, vale la pena osservare che se invece i trasgressori fossero gli skipper delle tante barche popolate di ragazzi che scambiano le baie per discoteche, sparano musica a palla e consumano intere cassette di alcolici d’ogni tipo (lungo le coste e nelle isole se ne vedono tanti, anzi troppi) ben vengano le supermulte, i ritiri di patente e magari anche i sequestri delle barche!

Burocrazia e truffe sconfitte. Ma torniamo agli aspetti positivi. Con il nuovo Codice scompare la documentazione cartacea finora custodita nelle Capitanerie di porto e, grazie al Registro Telematico diventa molto più semplice e rapido l’espletamento di pratiche legate alla compravendita di barche e a tutto ciò che riguarda la vita stessa delle imbarcazioni. Grazie allo sportello telematico del diportista le agenzie lavoreranno esattamente come avviene oggi per le automobili, in tempi rapidi e con la consapevolezza di evitare imbrogli: il vecchio sistema non consentiva infatti di stabilire con certezza l’effettiva proprietà di una barca, ed è stato calcolato che con le doppie iscrizioni sono state messe in atto truffe per 100 milioni di euro. A vantaggio dei diportisti, inoltre, ora è consentito usare la barca con una documentazione provvisoria per 20 giorni, mentre 7 giorni è il termine massimo consentito per il rilascio di un duplicato.

Noleggio e locazione. Il nuovo Codice introduce nuove norme anche per la locazione e il noleggio di natanti, istituendo tra l’altro il titolo professionale nazionale, utile per chi lavora esclusivamente in Italia. In pratica la nuova normativa prevede il rilascio di una sorta di superpatente per imbarcazioni e navi da diporto e introduce il certificato di idoneità dell’imbarcazione. In questo caso, però, la nuova normativa è soggetta al varo di un decreto attuativo, e dunque bisognerà attendere ancora un po’ perché abbia efficacia.

Porti a secco per legge. Tra le altre principali novità meritano di essere ricordate, ancora, l’obbligo di destinare aree portuali dismesse a porti a secco per piccole unità; la semplificazione per il rilascio della targa prova, la possibilità di conservare la bandiera italiana anche all’estero; la regolamentazione dell’uso del gas per i motori marini, l’introduzione della figura del mediatore del diporto e la definizione della figura dell’istruttore di vela.

Navi da diporto. Se non bastasse, è stata rivista anche la regolamentazione per l’iscrizione delle navi da diporto al Registro internazionale, con la rimozione del limite delle 1.000 tonnellate, l’introduzione di documenti semplificati e di un solo libro di bordo, oltre allo snellimento delle procedure di arrivo e partenza delle unità estere. «Questo aspetto del nuovo codice – osserva Neglia - interesserà poco la maggior parte dei diportisti, ma è bene ricordare che i grandi yacht che arrivano lungo le nostre coste muovono un giro d’affari considerevole e rappresentano una risorsa molto importante per il turismo nautico e l’economia dei territori coinvolti».

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Giovedì 15 Febbraio 2018 - Ultimo aggiornamento: 17-02-2018 10:01 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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