Il mercato globale della nautica continua a crescere ed è arrivato a toccare quota 33 miliardi, di cui oltre 25 miliardi solo per i superyacht. Trend in espansione anche per la cantieristica nautica italiana che, con un giro d’affari da 4,4 miliardi di euro, registra un +20% rispetto all’anno precedente. Anche nel caso italiano una quota significativa, pari al 70%, è generata dai cantieri attivi nella produzione dei superyacht, su cui il nostro Paese è leader mondiale indiscusso con una quota di mercato pari al 54% in termini di volume e al 31% in termini di valore del portafoglio ordini.
È questa la fotografia del mercato globale della nautica che emerge dallo studio di Confindustria Nautica e Deloitte “The state of the art of the global yachting market”. Una immagine che testimonia inequivocabilmente lo stato di grazia di un settore in crescita non stop, che in Italia si avvia a vivere un settembre da protagonista con il Salone di Genova, in programma dal 19 al 24 settembre, subito dopo lo Yachting Festival di Cannes (10-15 settembre) dove i migliori prodotti del Made in Italy nautico saranno in primissima linea.
Ma vediamo, più in dettaglio, quali sono i dati più significativi emersi dallo studio illustrato a Milano da Confindustria nautica e Deloitte. Secondo quanto dichiarato da Stefano Pagani Isnardi, direttore dell’Ufficio Studi dell’associazione confindustriale, “il settore della nautica da diporto è restato solido nel 2023, proseguendo il trend di crescita reattiva che ha caratterizzato gli anni post pandemia e il fatturato del comparto industriale (cantieristica e produzione di accessori e motori marini) dovrebbe superare il valore record di addirittura 8 miliardi di euro”. Tra i fattori determinanti che hanno alimentato questa crescita “va considerato – secondo quanto dichiarato da Pagani - l’exploit delle esportazioni di unità da diporto italiane, che nel 2023 ha superato la soglia dei 4 miliardi di euro, con gli USA che continuano a essere il più importante mercato a livello globale per i nostri cantieri”.
Un’altra buona notizia viene dalla crescita molto significativa dei superyacht, che – secondo gli esperti - continueranno anche nei prossimi anni a costituire il principale driver di crescita a livello internazionale. Ciò vuol dire – secondo Ernesto lanzillo di Deloitte - che “nonostante operino nel nostro paese numerose aziende di piccole e medie dimensioni, noi italiani riusciamo a incidere e a contribuire alla leadership indiscussa dell’Italia nella produzione di questo tipo di imbarcazioni grazie a passione e culto della qualità”.
Tornando ai dati globali, nel corso della presentazione di Confindustria nautica e Deloitte è stato sottolineato come la succitata crescita del +11% e il giro d’affari arrivato a 33 miliardi di euro, non rappresentano di certo un exploit isolato, ma “sono il frutto di una espansione costante che dal 2014 ha fatto registrare un tasso composto di crescita annuale del +10%”.
A livello geografico, Nord America ed Europa dominano la scena, rappresentando circa il 70% del mercato globale. Per quanto riguarda la propulsione, le imbarcazioni a motore coprono circa il 90% del mercato, con i motori fuoribordo che prevalgono in Nord America (70% circa), mentre in Europa il mercato si divide al 50% circa tra entrobordo e fuoribordo.
Nell’ultimo anno analizzato, il portafoglio ordini mondiale di superyacht ha raggiunto le 600 unità: un dato in crescita, come detto in apertura, del +21% rispetto all’anno precedente. Il valore si attesta a 25,3 miliardi di euro di cui il 60% è generato dal segmento delle imbarcazioni di oltre 60 metri. “La domanda di nuovi ordini – spiegano gli analisti - è alimentata soprattutto dal segmento delle imbarcazioni da 30-40 metri, realizzate in acciaio e materiali compositi, grazie alla crescente presenza di nuovi acquirenti”.
Secondo gli esperti di Deloitte, “nonostante il segmento dei superyacht e delle imbarcazioni “high-end” rappresenti una nicchia all’interno del mercato del lusso (1% circa), dal 2019 si è registrato un tasso composto di crescita annuale notevole, pari al +5,4%”. A livello di marginalità, gli stessi esperti affermano che “lo yachting si posiziona al di sotto della media degli altri settori del lusso, ma negli ultimi anni è in corso un continuo recupero della profittabilità, con un +5,5% dal 2015 al 2022”. Ciò detto, il mercato dei superyacht continua comunque ad avere una limitata penetrazione rispetto alla domanda potenziale (circa il 3%), rilevandosi un significativo potenziale ancora inespresso. Per i prossimi anni, comunque, le previsioni di crescita sono positive, principalmente grazie al traino dei mercati emergenti.
Lo studio illustrato da Deloitte e Confindustria nautica ha dato conto anche di iniziative tese ad incrementare la collaborazione tra aziende diverse, ovvero acquisizioni e fusioni, spiegando che a livello mondiale se ne sono registrate circa 400 (prevalentemente nei segmenti a valle della catena del valore), una trentina delle quali in Italia, di cui il 50% circa relativo alla componentistica e agli accessori nautici, mentre il 40% circa riguarda cantieri attivi nella costruzione di imbarcazioni.
Ma vediamo, più in dettaglio, lo stato dell’arte della cantieristica italiana. In base ai dati consolidati, e illustrati da Deloitte e Confindustria nautica, il valore della nostra produzione nautica valeva, nel 2022, circa 4,4 miliardi di euro, con un +20% rispetto all’anno precedente; il 70% generato da cantieri attivi anche nella produzione di superyacht. Rispetto al mercato globale, i cantieri navali italiani sono principalmente concentrati sulla produzione e vendita di imbarcazioni entrobordo (91% contro 52%), registrando un tasso composto di crescita annuale del 15,6% nel periodo 2017-2022. Significativo anche il dato sull’export: quasi il 90% della produzione nazionale è destinata a mercati internazionali.
Secondo lo studio, la nostra nautica da diporto continua a essere un comparto molto frammentato, con un’alta presenza di produttori di piccole e medie dimensioni. Il 90% degli operatori generano il 17% della produzione nazionale, mentre i top 10 rappresentano l’83% del settore. Nell’ambito dei superyacht, comunque, la cantieristica nautica italiana è, come detto, leader mondiale con una quota di mercato pari al 54% in termini di volume e al 31% in termini di valore del portafoglio ordini. Inoltre – vale la pena ricordarlo - la cantieristica nautica italiana è la seconda industria mondiale con una quota di mercato pari a quasi il 15% della produzione nautica internazionale (in crescita di 2 punti percentuali rispetto all’anno precedente), quota che raggiunge il 25% circa nel segmento delle imbarcazioni entrobordo.
Per l’anno 2023 (i dati consuntivi non sono ancora disponibili e saranno presentati da Confindustria Nautica il 19 settembre al Salone di Genova) la crescita del valore della produzione della cantieristica italiana (nuove costruzioni) è stimata con un incremento medio previsto tra +5% e 15%, in parte trainato dalle consegne di ordini raccolti durante il periodo Covid. Inoltre, è prevista una crescita nel mercato nautico retail globale (new build) pari al +8%, per poi normalizzarsi nel triennio successivo con un tasso composto di crescita annuale attesa del 6% tra il 2024 e il 2026. I grandi yacht saranno il principale driver di crescita del mercato, mentre si prevede un rallentamento (tutto da dimostrare) del segmento delle costruzioni artigianali. Quanto alla vela, continuerà il suo trend evolutivo con un ritmo di crescita intorno al +3/+5%.