l OTAM 65 HT, è un mostro di potenza : 2000 cavalli, 60 nodi di velocità massima, 50 di crociera

Otam 65 HT: Guida svela i segreti dello yacht One-Off da 60 nodi: «Niente oblò, ma la luminosità interna non manca»

di Sergio Troise
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GENOVA - Le barche di nuova generazione si assomigliano tutte, ma se un armatore richiede un modello One Off, ovvero costruito “su misura” per lui, sulla base di richieste specifiche e gusti personali, è assai improbabile che in acqua vada qualcosa di “già visto”. Il discorso vale in particolare per i clienti OTAM, il cantiere di Genova specializzato in costruzioni esclusive, a beneficio di armatori disposti a spendere cifre fuori mercato pur di entrare in possesso di qualcosa di speciale, qualcosa di unico e inimitabile.

L’ultima creazione, in materia di One Off, è l’OTAM 65 HT, un “mostro” di potenza (2000 cavalli, 60 nodi di velocità massima, 50 di crociera) consegnato ad agosto 2020 al suo fortunato armatore (come questo sito ha riportato a suo tempo). Oggi, a distanza di sei mesi dal varo, il cantiere ha svelato alcuni dettagli che illustrano ciò che è stato fatto per realizzare, su questa imbarcazione di 20 metri, interni e arredi esterni decisamente fuori dall’ordinario, in parte ispirati alle soluzioni sperimentate a bordo di jet privati. Se ne è occupato Francesco Guida, designer napoletano che da tempo collabora con alcuni dei più importanti cantieri italiani, conciliando al meglio funzionalità, stile ed eleganza.

La base di partenza – vale la pena ricordarlo – è uno scafo dalla linea tutto sommato classica quanto sportiva, progettato con la collaborazione di Umberto Tagliavini, di Marine Design and Service, il quale ha realizzato una carena con 21° di deadrise a poppa, in modo da assicurare una navigazione e una tenuta di mare che non temano confronti. Inoltre, permette di ottenere un’efficienza dei consumi sensibilmente maggiore rispetto a barche delle stesse dimensioni.

Carena a parte, elementi di spicco sono l’hard-top in carbonio e, soprattutto, l’assoluta mancanza di oblò o vetrature lungo le murate. Una peculiarità, quest’ultima, che comporta problemi di luminosità all’interno. Di questo si è occupato Francesco Guida, che ha spiegato: “La mancanza di finestrature ci ha imposto uno studio molto attento, una vera e propria sfida. Abbiamo dovuto realizzare tre cabine sottocoperta che fossero ariose e accoglienti senza ricorrere alla luce naturale. Tutta l’illuminazione è dunque indiretta e sfrutta le superfici bianche per riflettere la luce nelle cabine ed enfatizzare le forme scolpite. Per interrompere il corridoio a S che collega le cabine, inoltre, abbiamo inserito una lobby ovale nel mezzo, così da creare un punto centrale di riferimento”.

Altro impegno non facile è stata la ricerca dell’armonia tra look esterno ed interno dell’imbarcazione, in modo da ottenere un’immagine unica e coerente. “I letti rivestiti in pelle e i mobili laterali – ha spiegato in proposito Guida - ricordano le poltroncine-nido che si possono trovare in prima classe su un aereo, mentre i dettagli e le maniglie delle porte in acciaio inox spazzolato si abbinano al grigio chiaro della morbida moquette in seta e lana”. E ancora: un elemento che colpisce è anche il marmo striato utilizzato per la cucina. “Si tratta dell’unico materiale tradizionale usato a bordo – fa notare Guida - ma le sue ardite striature orizzontali nere e grigie conferiscono un look molto moderno, che si armonizza perfettamente con il resto del décor”.

Particolare non trascurabile: per mantenere i pesi ridotti, tutto il marmo è montato su un substrato di alluminio a nido d’ape. Fuori dell’ordinario anche i bagni, dove sono stati eliminati i tradizionali lavandini sostituendoli con totem autoportanti in acciaio inox spazzolato. Anche il WC è nascosto da una copertura in acciaio inox, un po’ come sui jet.

A cura di Francesco Guida è stato realizzato anche il pozzetto esterno, caratterizzato da misure non troppo estese in larghezza e con una pavimentazione ben diversa dal classico teak. “Abbiamo scelto di utilizzare listoni in Esthec grigio posizionati trasversalmente per accentuare la larghezza piuttosto che la lunghezza” ha spiegato il designer, aggiungendo che “una vera sfida è stata la realizzazione di un mobile laterale che fosse grande abbastanza per accogliere non solo un lavandino e un frigorifero, ma anche altri elettrodomestici come un ice-maker e una cantinetta, oltre a molti spazi di stivaggio per il vasellame”. Al di là delle soluzioni adottate per ricavare spazio, il mobile sistemato nella parte laterale destra del pozzetto si fa notare anche per le modanature in acciaio inox spazzolato sulla sezione frontale: un tocco di classe che dona eleganza all’insieme.

Per il resto, non solo l’hardtop ma tutto l’armamento di coperta è arricchito da inserti in carbonio: dall’ancora fino alla plancetta bagno sono stati scelti, come nella tradizione OTAM, materiali tecnologicamente avanzati, che consentono non solo di creare un contrasto cromatico con il bianco metallizzato dello scafo, ma anche di assicurare un risparmio in termini di peso, a tutto vantaggio delle performance.

“Abbiamo dedicato allo sviluppo del design di questa barca di 20 metri il doppio del tempo solitamente necessario - ha rivelato Francesco Guida -. E credo che si veda: le eleganti e innovative geometrie donano all’Otam 65 HT un carattere senza tempo e, contemporaneamente, rappresentano un nuovo punto di riferimento nel mercato degli yacht sportivi”.

In perfetta sintonia si sono espressi i vertici del cantiere ligure, sottolineando come la nuova barca sia “pura espressione della customizzazione estrema, che ben si riassume nell’espressione “Made in Italy one off”, capace di racchiudere in sé i concetti di esperienza, ricerca, sviluppo, flessibilità, design iconico e altissime prestazioni con un’efficienza fuori dal comune”.

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Mercoledì 10 Febbraio 2021 - Ultimo aggiornamento: 11-02-2021 14:13 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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