Il Prince 22 Nuova Jolly motorizzato Suzuki

Partito il Raid del Club del Gommone: 2800 miglia attraverso mari e fiumi d’Europa sul Prince 22 Nuova Jolly motorizzato Suzuki

di Sergio Troise
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FIUMICINO - E’ partito mercoledì 27 aprile da Fiumicino il Raid europeo 2022 organizzato dal Club del Gommone di Milano: una navigazione di 2.800 miglia, tra mari, fiumi e canali, organizzato con il triplice obiettivo di diffondere la passione per la navigazione, portare un messaggio di unione ai Paesi incontrati lungo la rotta e dimostrare che con un natante da diporto di media grandezza (un gommone Prince 22 di 6,80 metri della Nuova Jolly) e un normale fuoribordo da 200 cavalli (in questo caso il DF200AP fornito da Suzuki) nessuna meta è preclusa.

Pianificato due anni fa e slittato a causa della pandemia, il raid del Club del Gommone fa seguito a quelli svoltisi, con pieno successo, negli anni scorsi, ovvero il Giro d'Italia del 2017, con 1.717 miglia percorse; Gibilterra 2018 (2.414 miglia), Atene 2019 (2.550 miglia) e Mediterraneo 2021 (3.836 miglia). Come le precedenti, anche l’avventura appena intrapresa non vuol essere una sfida sportiva, ma – hanno tenuto a spiegare i promotori – “un evento/crociera mirato a contribuire emblematicamente all’unione dei Paesi europei che verranno incontrati lungo la rotta, dando un forte segnale di ritorno a un’auspicata normalità”.

Sono 10 gli equipaggi che si alterneranno ai comandi del Prince 22 della Nuova Jolly partito mercoledì 27 aprile dalla base nautica del concessionario Suzuki Giada ’96 di Fiumicino. La prima staffetta ha raggiunto Genova, dove ha passato il testimone al secondo equipaggio, che navigherà per 220 miglia fino a Marsiglia. Da qui, il terzo equipaggio percorrerà 100 miglia nel Golfo del Leone per entrare nel Canal du Midì, patrimonio dell’Unesco, dove, dopo 125 miglia percorse a circa 6 nodi e il passaggio di 63 chiuse, raggiungerà Tolosa.

Il compito del quarto equipaggio sarà di navigare il Canal Lateral de La Garonne per raggiungere, dopo 104 miglia e 52 chiuse, Castets en Dorte, entrare nella Garonne e raggiungere, dopo 30 miglia, Bordeaux. Da qui, l’equipaggio dovrà affrontare il fenomeno delle maree noto come Mascaret, che si presenta due volte al giorno e rappresenterà certamente un avversario ostico da superare per raggiungere la tappa di Les Sables d’Olonne.

Al quinto equipaggio toccherà il compito di raggiungere Saint Malò passando per il Nord della Bretagna e le isole d’Ouessant, 350 miglia di navigazione con poche possibilità di ridosso. Da Saint Malò, il sesto equipaggio dovrà affrontare le insidie della costa della Normandia per poi entrare nella Senna fino a raggiungere, dopo 380 miglia di navigazione, Port de l’Arsenal, approdo parigino con vista sulla Tour Eiffel. Dalla Capitale francese, il settimo equipaggio ripercorrerà la Senna per attraversare La Manica, entrare nel Tamigi e raggiungere Londra, in quella che con le sue 420 miglia è la tappa più lunga di tutto il raid.

All’ottavo equipaggio spetterà il compito di riattraversare il canale verso Dunkirk, navigare lungo le coste belghe e olandesi e raggiungere Amsterdam, dove il testimone passerà alla nona staffetta, che risalirà lungo il Reno fino a Strasburgo, il cuore dell’Europa. Inizialmente qui si sarebbe dovuto concludere il raid, ma grazie all’aggiunta di un equipaggio svizzero, si continuerà a navigare per ulteriori 70 miglia fino a raggiungere Basilea, capitale culturale della Svizzera.

Inutile dire che al di là delle capacità e alla buona dose di coraggio degli equipaggi selezionati dal Club del Gommone di Milano, in questa avventura giocano un ruolo decisivo il battello messo a disposizione da Nuova Jolly (come detto un Prince 22 di 6,80 metri strettamente di serie) e, soprattutto, il fuoribordo Suzuki DF200AP: non un motore speciale e preparato per l’occasione, ma un prodotto strettamente di serie, “tolto dall’imballo e installato”, come ha tenuto a sottolineare, alla vigilia della partenza, la filiazione italiana della Casa giapponese. Il cui obiettivo, com’è facile immaginare, è promuovere il proprio prodotto, con la consapevolezza che per affrontare avventure come questa occorrono affidabilità, robustezza e facilità d'uso, doti che i fuoribordo Suzuki hanno già ampiamente dimostrato di possedere, assieme a quelle di consumare poco per inquinare meno.

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Venerdì 29 Aprile 2022 - Ultimo aggiornamento: 02-05-2022 10:05 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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