Piccola nautica da diporto

La “piccola nautica” in Italia ha un futuro? Afina incontra 5 ministri, a Gaeta summit sull’economia del mare

di Sergio Troise
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NAPOLI - La piccola nautica (barche tra i 5 e i 16 metri, le più diffuse in Italia) ha un futuro? Si risolverà finalmente il problema della mancanza di porti turistici? Verrà scongiurato il rischio che in certi territori costieri, soprattutto del Sud, si rimanga in balia dell’abusivismo, dei campi boa illegali allestiti per sopperire alla mancanza di posti barca? E sarà possibile finalmente creare una terza occasione fieristica, dopo Genova (che guarda a Ovest) e Venezia (che guarda a Est), in grado di richiamare i Paesi più importanti del Mediterraneo?

Sono questi gli interrogativi attorno ai quali poggia da tempo il piano strategico di AFINA, l’Associazione Filiera Italiana della Nautica, sodalizio di imprese del settore che in gran parte non si riconoscono in Confindustria Nautica e portano avanti, in totale autonomia, iniziative mirate a salvaguardare prevalentemente aziende e diportisti del Sud, ovvero di quella parte del Paese che dispone di un potenziale di sviluppo straordinario, legato alla crescita del turismo nautico.

Dopo aver incassato, in occasione di eventi fieristici svoltisi a Napoli, come il Nauticsud e Navigare, promesse e proponimenti a iosa, con la “discesa in campo” di autorevoli esponenti del governo e delle amministrazioni regionali e comunali, nessun progetto è stato definito, nulla di concreto è stato fatto sia sul fronte della progettualità, sia su quello della disponibilità economica, che pure era stata in qualche misura assicurata dagli stessi operatori privati dell’industria nautica, legatisi tra l’altro a doppio filo alla BCC (Banca di Credito Cooperativo) con un patto da 100 milioni di euro siglato nel 2020. Insomma, un immobilismo allarmante, a dispetto di promesse e dichiarazioni d’intenti.

Ed è probabilmente per questo motivo che i vertici dell’associazione si sono decisi a tornare alla carica, mettendo in calendario incontri (in AFINA li definiscono ottimisticamente “tavoli programmatrici”) con ben cinque ministri: per il turismo Santanchè (nella foto con il presidente di AFINA Gennaro Amato); Urso (Made in Italy), Musumeci (Politiche del Mare), Salvini (Infrastrutture), Esteri (Tajani). In una nota dell’ufficio stampa dell’associazione si legge che “i cinque incontri sono stati programmati per affrontare e tentare di risolvere i numerosi punti critici che affliggono un comparto in trend di crescita per fatturato e produzione da oltre 6 anni, ma che ora rischia di fermarsi”.

“Da tempo – dice il presidente di AFINA Gennaro Amato - la nautica italiana gode di buon vento, grazie ad oltre tre miliardi e mezzo di commesse con l’estero e tre miliardi di fatturato prodotto dalle vendite sul mercato interno. Ciò rappresenta sia un vanto per il made in Italy sia un punto di forza del Pil nazionale, eppure non è tutto oro ciò che luccica. L’assenza di marina moderni e attrezzati e la cronica mancanza di posti barca lungo gli oltre ottomila chilometri di coste italiane rischiano di penalizzare sia il turismo nautico sia la produttività del settore per quella parte di cantieristica che si dedica a imbarcazioni tra i 5 e i 16 metri, un comparto che rappresenta, tra gozzi, battelli pneumatici, motoscafi e piccoli yacht, la nautica vera, quella che si vede nelle baie e nelle insenature delle coste e delle isole dell’Italia e dell’intero Mediterraneo. Nessuno – sottolinea Amato - compra una barca se non può ormeggiarla. E se a tutto ciò aggiungiamo il mancato indotto per i territori costieri e per l’entroterra si avrà chiaro il quadro di una situazione insostenibile, che non può lasciare indifferenti coloro che ci governano e che amministrano i nostri territori”.

Il primo ministero dichiaratosi disponibile ad ascoltare proteste e sollecitazioni degli operatori che si riconoscono in AFINA è stato quello del Turismo. E infatti, in occasione della visita al Nauticsud del febbraio scorso, la ministra Santanchè si disse “stupita dall’incapacità di sfruttare al meglio un territorio baciato da Dio” e aggiunse che sarebbe stato presentato a breve “un progetto elaborato con l’onorevole Schiano, completo di tutti i dati, per far sì che lo sviluppo nautico possa favorire il transito di turisti e risolvere i problemi strutturali”.

Al momento non è dato conoscere il progetto di cui ha parlato Santanchè, e inascoltato sembra essere l’appello alla collaborazione tra Governo e istituzioni locali. Per tranquillizzare gli operatori nautici sempre più allarmati in vista della stagione estiva 2023, l’amministrazione comunale napoletana ha annunciato, sempre in occasione dell’ultimo Nauticsud, un tavolo di concertazione per l’ampliamento del porto di Mergellina. Ma finora non sono state neanche convocate le parti. E il presidente Amato non ha potuto fare a meno di diramare, attraverso l’ufficio stampa di AFINA, l’ennesima dichiarazione allarmistica.

“Ho ascoltato con grande interesse le parole di buona volontà spese per trovare soluzione ai nostri problemi, a Napoli però il progetto di ampliamento del porto turistico di Mergellina è ancora fermo al palo e c’è il rischio che dovremo ridimensionare i programmi per l’edizione autunnale di Navigare, in programma dall’11 al 19 novembre”.

Ancora più a rischio è il futuro del Nauticsud, storico salone napoletano organizzato da AFINA in collaborazione con la Mostra d’Oltremare, l’ente che mette a disposizione l’area fieristica senza però curarsi di ampliarla e ammodernarla, così come richiesto dai partner. I quali hanno manifestato da tempo l’intenzione di allestire, per febbraio 2024, un evento internazionale in grande stile, aperto ad almeno 20 nazioni, in modo da festeggiare al meglio i 50 anni della manifestazione. Finora, però, tutto tace. Nelle prossime settimane – informa la più recente nota stampa di AFINA – verrà richiesto un incontro ai vertici della Mostra d’Oltremare per definire i contenuti dell’evento da sottoporre poi al ministro Santanchè”.

Intanto, dei tanti problemi, dei ritardi e delle criticità del comparto si è parlato martedì 9 maggio a Roma, in occasione della conferenza stampa di presentazione del 2° Summit Nazionale sull’Economia del Mare Blue Forum, in programma a Gaeta dal 25 al 27 maggio. Con enfasi, è stato attribuito a questa seconda edizione il titolo di “Italia Nazione di Mare” e tra i presenti (stakeholder pubblici e privati di tutti i settori che operano nell’economia del mare, esponenti di Assonautica, delle Camere di Commercio e della politica) è spiccata la figura del ministro per le Politiche del Mare Nello Musumeci. “L’Italia – ha detto l’esponente dell’esecutivo - ha tutti i numeri per consolidare il suo ruolo di leader nel Mar Mediterraneo e il governo Meloni punta talmente sul mare da aver voluto istituire un ministero con compiti, per ora, di coordinamento e programmazione, ma nella prospettiva di realizzare anche funzioni gestionali. Dobbiamo mettere assieme i vari soggetti che concorrono a formare l’economia del mare ed è questo il significato essenziale dell’appuntamento di Gaeta”.

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Giovedì 11 Maggio 2023 - Ultimo aggiornamento: 12-05-2023 09:45 | © RIPRODUZIONE RISERVATA