Lamberto Tacoli, presidente di Nautica Italiana

Tacoli (Nautica Italiana): «Un sottosegretariato del Mare per dare forza al settore»

di Sergio Troise
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ROMA - «Il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti dovrebbe istituire una commissione permanente, una sorta di sottosegretariato del mare all’interno del quale sviluppare un confronto tra le parti dove la propositività sia legata a tutte le tematiche relative al comparto, dalla diportistica al trasporto merci, dalla salvaguardia del mare alle strategie per tutelarlo». E’ questa la proposta lanciata da Lamberto Tacoli, presidente di Nautica Italiana, l’associazione d’imprese affiliata ad Altagamma nata nel 2015 per iniziativa di alcuni tra i più importanti brand italiani del settore nautico distaccatisi nel 2015 da Ucina, la storica associazione confindustriale. «Di questo nuovo organismo dovrebbero occuparsi – secondo il numero 1 di Nautica Italiana – anche i rappresentanti del ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare e quelli del ministero dello Sviluppo Economico».

La proposta Tacoli nasce dall’esigenza del comparto di tenere stretti i rapporti con la politica all’indomani della costituzione del governo guidato dall’inedita coalizione Lega-M5S. E proprio in questa ottica il leader dell’associazione (oltre 100 aziende per un fatturato globale di 1,8 miliardi di euro e circa 4000 addetti diretti) ha tenuto ad esternare pubblicamente «il più vivo apprezzamento per le nomine dei sottosegretari al ministero dello Sviluppo Economico Andrea Cioffi, Davide Crippa e Michele Geraci, e di Michele Dell’Orco, Edoardo Rixi e Armando Siri al ministero delle Infrastrutture e Trasporti». Secondo il numero 1 di Nautica Italiana «sono estremamente funzionali al proseguimento della discussione politica relativa ad alcuni temi urgenti quali l’applicazione e lo sviluppo dei decreti attuativi del nuovo Codice della Nautica e, più in generale, del sostegno all’intero settore».

Nel 2017, il valore della produzione cantieristica italiana relativa alle nuove costruzioni si è attestata sui 2,3 miliardi di euro con una crescita pari al 14% ed i numeri per il 2018 sono più che rassicuranti vista la previsione, sviluppata da Deloitte e Nautica Italiana, di una crescita nel 2018 pari al 12-15%. «È proprio in virtù di questi numeri – ha spiegato Tacoli - che nasce la proposta di istituire presso il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti una commissione permanente, una sorta di Sottosegretariato al Mare, un luogo fisico di confronto tra le parti».

Vedremo se la proposta avrà un seguito. Intanto gli operatori aderenti all’associazione sono particolarmente interessati alle strategie internazionali. E proprio per questo hanno mostrato molta attenzione al summit svoltosi l’11 giugno a Bruxelles e dedicato alla discussione sulla Direttiva europea relativa ai motori elettrici di propulsione per imbarcazioni da diporto. L’incontro è stato di particolare rilevanza, in considerazione del fatto che la direttiva ha visto recentemente il suo primo anno di applicazione definitiva per l’industria nautica europea e sono ancora molti i quesiti e le interpretazioni richieste dai produttori e dai progettisti, costantemente costretti a confrontarsi con i funzionari ministeriali che partecipano a questi incontri (nel caso specifico il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti). Pur non disponendo di un proprio rappresentante ufficiale negli organismi internazionali della nautica (ICOMIA ed EBI), Nautica Italiana ha inviato a Bruxelles il proprio Segretario Generale, Lorenzo Pollicardo, che – si legge in un comunicato dell’associazione – «ha offerto un ulteriore contributo di competenza al necessario processo di implementazione della nuova direttiva».

Inutile dire che la salvaguardia del Made in Italy nautico è utile e apprezzabile e l’auspicio di tutti è che tanto impegno porti risultati apprezzabili su tutti i fronti coinvolti (produzione industriale e artigianale, occupazione, mercato, sviluppo dei servizi connessi al comparto e del turismo nautico). Resta il problema – riferiamo fatti, non opinioni – che si sta sviluppando un altro capitolo della politica del doppio binario, con Nautica Italiana e Ucina che si muovono separatamente pur perseguendo i medesimi obiettivi. Una attenta lettura degli ultimi eventi rivela i tatticismi sul fronte politico (Ucina è stata vicinissima al governo a guida PD, Nautica Italiana si è subito schierata con i nuovi governanti) e fa emergere una volta di più la rivalità tra chi sia deputato a rappresentare al meglio gli interessi del settore a livello nazionale e internazionale.

Su quest’ultimo fronte – riferiamo ancora fatti, non opinioni – emergono dati oggettivi: Andrea Razeto e Piero Formenti, entrambi di Ucina, sono i presidenti di Icomia (International Council of Marine Industry Associations) e di EBI (European Boating Industry). Se non bastasse, in occasione del Satec 2018, svoltosi il 13 giugno a Rapallo, il responsabile dei rapporti istituzionali Roberto Neglia ha pubblicamente ricordato che “Ucina è stata interpellata dagli uffici del ministero dell’Economia e delle Finanze per fornire una serie di elementi tecnici utili a completare la risposta che l’Italia ha inviato alla Commissione Europea in materia di dazi”. Nell’occasione è stato ricordato anche che sono stati tenuti caldi i rapporti con i funzionari dei vari ministeri per preparare i decreti attuativi del Nuovo Codice della Nautica (varato al culmine di laboriose trattative tra Ucina e il governo precedente).

Data per scontata la legittimità di due associazioni rappresentative, di due saloni distinti (Genova per Ucina, Viareggio per Nautica Italiana) e riconosciuti i meriti di entrambe (da versanti opposti hanno tenuto vivo un settore che tra il 2009 e il 2013 ha rischiato di naufragare) sarebbe bello, e soprattutto utile, se le questioni di comune interesse venissero ora affrontate in un clima di collaborazione e non di conflittualità permanente.

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Martedì 26 Giugno 2018 - Ultimo aggiornamento: 28-06-2018 07:46 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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