da sinistra Saverio Cecchi, presidente di Ucina e Lamberto Tacoli, presidente di Nautica Italiana

Ucina e Nautica Italiana depongono le armi: il Made in Italy del mare riunito in Confindustria

di Sergio Troise
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ROMA - Tra il 18 e il 19 dicembre, sull’asse Milano-Genova, la nautica italiana ha ritrovato la pace. Al termine delle rispettive assemblee di fine anno, Ucina e Nautica Italiana, le due associazioni in guerra dal settembre del 2015, hanno deciso infatti di deporre le armi e di avviarsi insieme verso un percorso di collaborazione mirato a rafforzare l’intero settore sotto il cappello di Confindustria: è stato deciso infatti di ritrovarsi insieme in un’unica associazione unitaria che si chiamerà proprio Confindustria Nautica.

I dissidenti della disciolta Nautica Italiana avranno tempo fino alla fine di gennaio 2020 per aderire alla nuova associazione, che partirà con un semestre di transizione, durante il quale costruire il nuovo progetto e integrare le strutture. Fino alle elezioni programmate per giugno 2020 resterà al vertice Saverio Cecchi, presidente di Ucina; Lamberto Tacoli, finora presidente della disciolta Nautica Italiana, sarà vice presidente vicario. Al termine del periodo transitorio, che porterà all’elezione di un nuovo presidente, i due diventeranno entrambi past president di Confindustria Nautica.

La pace appena raggiunta è il frutto di circa nove mesi di lavoro diplomatico, svoltosi con discrezione tra le colombe dei due schieramenti, in testa Massimo Perotti, titolare di Sanlorenzo Yachts e promotore dei primi incontri chiarificatori tra le parti in causa. Non tutti i tasselli sono però rientrati ancora a posto: sul “processo di pace” pesa infatti la posizione di Giovanna Vitelli, vice presidente di Azimut-Benetti (primo produttore al mondo di yacht oltre i 24 metri), che alla vigilia dell’assemblea di Nautica Italiana ha annunciato le dimissioni. Una mossa interpretata dai più come dissenso verso la riunificazione. Tra i partecipanti alla votazione decisiva, invece, si è registrato un voto quasi unanime (una sola astensione): in assemblea è stato superato il quorum del 50% di aziende presenti e dunque più della metà degli associati ha dato il via libera alla riunificazione.

Vedremo quali saranno gli sviluppi. D’altra parte appare chiaro che sarà un percorso articolato quello che porterà a una rappresentanza nazionale unitaria del settore industriale e dell’intera filiera. Prossima data decisiva sarà il 31 gennaio 2020, quando saranno concluse le operazioni necessarie per rispettare il “protocollo di intenti per la riunificazione” appena concordato e ritrovarsi insieme sotto il tetto confindustriale. A tal proposito, vale la pena ricordare che poiché la casa comune sarà Confindustria, lo statuto resterà quello di Ucina, integrato però con alcune modifiche richieste dai soci di Nautica Italiana, già accolte e votate dall’assemblea dei soci di Ucina.

“I miei principali obiettivi sono stati il completamento delle importanti modifiche del nostro statuto per essere sempre più inclusivi, una particolare attenzione al Mezzogiorno e, soprattutto, la riunificazione della rappresentanza della filiera nautica” – ha dichiarato il presidente di Ucina Saverio Cecchi -. In questa giornata di grande soddisfazione – ha aggiunto - vorrei condividere la mia gioia con i miei vice presidenti, che mi hanno accompagnato in questo cammino, con Lamberto Tacoli, che ha contribuito a renderlo possibile, ma soprattutto con tutti i soci. Ora daremo il via a un importante piano strategico per il settore”.

“La nostra votazione – ha commentato da parte sua Lamberto Tacoli - rappresenta l’approdo finale di un percorso di riavvicinamento durato per buona parte degli ultimi nove mesi. Il mio augurio per il futuro è che questa realtà associativa, che ci vedrà finalmente riuniti sotto un unico tetto confindustriale, possa rispondere in maniera forte alle opportunità rappresentate dal futuro del comparto, dalla sua internazionalizzazione alla valorizzazione della filiera interna. Spero, infine, che l’avvio operativo di Confindustria Nautica riesca a far mettere da parte gli individualismi, che ci hanno tenuti distanti nel passato, al fine di percorrere insieme un percorso di ulteriore consolidamento del nostro comparto”.

Le prospettive del settore riavviato all’unità vengono giudicate incoraggianti. Nonostante i ritardi della politica e i tanti problemi ancora irrisolti (in testa il contenzioso dei porti turistici con l’erario che mette a rischio 2.300 posti di lavoro), il comparto vive con soddisfazione l’avvio dell’operatività del registro telematico del diporto e la chiusura della procedura d’infrazione sul noleggio a breve termine. Soprattutto, nel corso dell’assemblea di Ucina si è parlato con soddisfazione del buon andamento del mercato.

E’ emerso infatti che per il 62% delle aziende del settore è prevista, sulla base del portafoglio ordini, una crescita del fatturato: il 37% indica un aumento fino a +5%; il 14% tra il 5 e il 10%; l’11% oltre il 10%. Per il 27%, inoltre, il 2020 sarà un anno di stabilità, mentre soltanto l’11% prevede una contrazione rispetto al fatturato 2019. Per quanto riguarda l’andamento dell’industria nautica italiana, il trend di fatturato 2019 sulle previsioni di chiusura bilancio si attesta sul 9,7% (11,1% per la cantieristica, 6,9% per accessori e motori).

Nell’ambito dell’assemblea si è parlato anche del prossimo Salone di Genova (17-22 settembre 2020) al quale si dà molta importanza, essendo il 60mo della serie. L’obiettivo è trasformarlo in una grande festa del mare, di respiro internazionale. Anche se nessuno lo dice ufficialmente, si spera nel “ritorno a casa” di big del settore come Baglietto, Perini Navi e Ferretti Group (con Ferretti Yachts, Riva, Pershing, Itama, Mochi, Wally, CRN, Custom Line) che negli ultimi anni hanno disertato la manifestazione, preferendo organizzarsi in proprio un salone a Viareggio, il Versilia Yachting Rendez Vous, riservato alla grande nautica.

Su questo fronte al momento non ci sono certezze. Anzi, vale la pena ricordare che Fiera Milano, abituale partner della disciolta Nautica Italiana nell’allestimento dell’evento versiliese, il 13 dicembre scorso ha diffuso un comunicato in cui viene annunciata la conferma dell’appuntamento per il 2020, dal 28 al 31 maggio. Per ora non sono stati forniti particolari sui partecipanti, ma è stato anticipato che saranno dedicati nuovi spazi al refitting e al brokerage e che verrà allestita un’area dedicata al lusso “per accogliere il bello e ben fatto tipicamente italiano”.

“Il prossimo anno – fa sapere Fiera Milano - l’evento si svolgerà per la prima volta alla fine di maggio e all’interno della darsena Viareggio: un momento dell’anno ritenuto molto favorevole dagli operatori del settore, in una darsena più strutturata per accogliere imbarcazioni di grandi dimensioni”. Troppo presto per sapere quali saranno i cantieri che aderiranno all’evento fieristico versiliese, ma è probabile che la collaborazione con il Distretto Tecnologico della Nautica e della Portualità Toscana induca le aziende del territorio a non mancare, e tra queste potrebbe dominare la scena Benetti, vista la collocazione attuale fuori dai giochi della riunificazione. Da verificare la posizione di Perini Navi e di altri colossi che operano in Toscana, ma appare scontato che non si alimenterà una concorrenza tra Viareggio e Genova.

Piuttosto vale la pena osservare che la pacifica atmosfera di questo Natale di riconciliazione tra Ucina e Nautica Italiana potrebbe malauguratamente subire una scossa dal basso. E’ noto infatti che molti operatori della cosiddetta “piccola nautica” sono in agitazione da tempo, rivendicando scarsa attenzione verso il proprio comparto, al punto da essersi ritrovati in gran parte sotto il cappello della neonata AFINA (Associazione Filiera italiana della Nautica) presieduta da Gennaro Amato, imprenditore napoletano noto per aver rilanciato il Nauticsud (in collaborazione con l’ente Mostra d’Oltremare).

Come è noto, il 10 ottobre scorso Amato ha annunciato l’organizzazione di un Salone nautico a Bologna, dedicato a barche di misura non superiore a 18 metri, che si svolgerà dal 17 al 25 ottobre 2020. Per portare avanti il progetto è stata costituita una società denominata Saloni nautici Internazionali d’Italia, che ha come ragione sociale proprio l’organizzazione autonoma di eventi fieristici. Finora nessuno degli associati al nuovo progetto dedicato alla piccola nautica ha annunciato dimissioni da Ucina; nell’ambiente sono però ricorrenti le voci di un interessamento di CNA (la Confederazione nazionale dell’artigianato e della piccola e media impresa) ad accogliere eventuali dissidenti di Ucina. Un colpo dal basso inatteso, che potrebbe indebolire il processo di pace appena avviato e sottrarre a Genova molti espositori. L’auspicio, per il bene della nautica, è che si trovi un’intesa. Ma il meteo degli umori segnala burrasca.

 

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Venerdì 20 Dicembre 2019 - Ultimo aggiornamento: 23-12-2019 11:22 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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