VIAREGGIO - Vai al primo salone degli yacht di lusso, ti sposti in limousine con autista, alla cena di gala ti delizi con le prelibatezze di Carlo Cracco, ascolti musica colta e festeggi Paolo Vitelli, presidente di Azimut-Benetti, per l’assegnazione del premio intitolato a Carlo Riva, “il Ferrari della nautica” … e poi, quando metti piede nell’area espositiva, tra via vai di elicotteri e supercar, la prima barca che incontri è un piccolo natante di otto metri.
C’è qualcosa che non quadra, pensi. Ma che ne sai? In realtà è un modello unico, che esalta hi-tech ed esclusività artigianale facendo uso di fibra di carbonio e presentando, a ben guardare, una serie di accorgimenti come il sistema elettroidraulico di chiusura/apertura simile a quello di certe auto cabriolet. Deve entrare nella pancia d’un mega yacht e, all’occorrenza, trasportare a terra membri dell’equipaggio e ospiti dell’armatore. Insomma, un tender. Vorresti dire “carino”, ma l’aggettivo non è proporzionato al prezzo.
«Circa un milione di euro» c’informano, con nonchalance, i rappresentanti di Wooden Boats, esclusivo atelier specializzato nel tailor made nautico. Un po’ più avanti, lungo la banchina della darsena di Viareggio, l’oggetto della nostra meraviglia non è una barca ma un’automobile. Per la precisione un veicolo anfibio. E’ stato realizzato da Iveco per fare da tender al magnifico Exuma, 50 metri di charme e tecnologia della serie Vitrurius. Sottocoperta - ci raccontano - ci stanno anche un hovercraft, due moto d’acqua, due scooter elettrici e due barche di 21 e 14 piedi. Il cantiere Picchiotti (proprietà di Perini Navi) ne sta costruendo una nuova unità che sarà varata nel 2018 per essere consegnata a un fortunato armatore straniero per 31 milioni di euro. Ci dicono che l’IVA è compresa. Ma che cosa volete che sia...
È la fiera del lusso, signori! O, se volete, la fiera dei sogni, battezzata Versilia Yachting Rendez-vous e andata in scena a Viareggio, con 72 gioielli del mare attraccati alle banchine, per iniziativa di Nautica Italiana, l’associazione di aziende uscite da Ucina e affiliatesi a Fondazione Altagamma per ritagliarsi uno spazio autonomo in rappresentanza del top del mare. Una scelta che ha comportato polemiche a non finire e la rinuncia ai finanziamenti del Mise, finiti tutti al Salone di Genova. In compenso Lamberto Tacoli, leader degli scissionisti, ha incassato la partnership di Fiera Milano, che s’è accollata l’onere dell’organizzazione, e la firma di un piano di collaborazione triennale con la Regione Toscana, che ha già accordato un finanziamento di 400.000 euro per lo sviluppo del polo nautico viareggino: «un’eccellenza che dà lavoro e prestigio al made in Italy», come ha ricordato Vincenzo Poerio, presidente del Distretto tecnologico per la nautica e la portualità toscana.
Poerio è anche il Ceo di Azimut-Benetti, che a Viareggio ha esposto una flotta imponente, con un ruolo di riguardo per l’anteprima mondiale dell’Azimut 35 Grande e per il Benetti Skyler, super yacht di 38 metri motorizzato MTU-Rolls Royce. Tra i big del made in Italy, hanno recitato un ruolo da star anche i marchi del gruppo Ferretti, in testa CRN con l’Atlante, ammiraglia dell’evento con i suoi 55 metri, ma anche con i capolavori di Riva, Pershing, Itama, Custom Line, FSD.
Nonostante la fedeltà a Ucina, non ha fatto mancare la propria presenza Sanlorenzo, con un 36 e un 33 metri di recentissima costruzione. Nella vela, il ruolo d’ammiraglia lo ha ricoperto Aquarius: 46 metri di eleganza e hi-tech firmati Perini Navi. Baglietto ha esposto quattro unità, tra le quali il 46 metri Fast e, con il marchio Cerri, il 102 Flyngsport. Tra le barche di dimensioni più “umane” si sono viste alcune unità dei Cantieri di Sarnico, di Colombo e di Giorgio Mussini e, tra i maxi-rib, i gioielli di Anvera, Magazzù, Sacs e Tecnorib. S’è rivisto anche Apreamare, storico cantiere d’origine sorrentina, ora trasferitosi a Fano, dove continua a produrre gozzi plananti e i comodi yacht della linea Maestro, ma sta per lanciare qualcosa di nuovo. «Stiamo lavorando a una novità assoluta, che presenteremo in anteprima mondiale a Capri, a settembre, nella speranza di risvegliare anche il mercato interno» ha anticipato Cataldo Aprea.
L’export è stato, finora, la forza trainante del made in Italy, con una quota del 95% della produzione (seconda solo agli Usa, ma prima nel segmento dei mega yacht). Il problema – questa l’opinione diffusa tra gli operatori del settore - è che noi italiani dovremmo smetterla di guardare ai giganti del mare come scandalosi esempi di lusso sfrenato nelle mani d’incalliti evasori fiscali.