Viken Group, il rendering del mega yacht di 196 metri

Da Viken Group il progetto di un mega yacht di 196 metri: 10 ponti, cabine per 112 ospiti e 125 membri d’equipaggio

di Sergio Troise
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E’ uno yacht o una nave da crociera? Per ora l’unica certezza è che è un progetto. Realistico e affascinante, ma nulla più di un’ipotesi. Un’ipotesi legata al futuro del crescente settore dei mega yacht di lusso. Si chiama Rei (nome poliedrico con molte possibili connotazioni, tra cui “bello” e “grazioso” in giapponese), misura la bellezza di 196 metri ed esibisce uno stile anticonformista, che ne fa un colosso dei mari unico, diverso da tutti gli yacht da crociera oceanica finora costruiti.

Per ora è possibile ammirarne lo stile anticonformista soltanto attraverso i rendering diffusi dagli autori del progetto, ovvero il gruppo svedese Viken, forte della collaborazione di TDoS (Tillberg Design of Sweden), azienda che può vantare 60 anni di esperienza nella progettazione di navi da crociera di lusso, e – soprattutto - dello studio italiano di design Hot Lab, che dal 2022 fa parte del gruppo Viken. Con loro anche Thalia Marine, altra eccellenza italiana composta da un team di architetti navali, interior designer e periti marittimi abitualmente coinvolti nella costruzione di navi da crociera.

Nello svelare l’ambizioso progetto, il cofondatore del Gruppo Viken e direttore esecutivo di TDoS, Fredrik Johansson, ha spiegato: “Il progetto di questa imbarcazione di 196 metri è la perfetta rappresentazione dell’offerta combinata del Gruppo Viken, dove gestiamo lo stile degli esterni, l’ingegneria, la pianificazione generale e gli interni sotto un unico tetto. Possiamo così aiutare i nostri clienti a semplificare notevolmente il processo, a controllare l’investimento e a ottimizzare il risultato sia per gli ospiti che per l’operatore. Lo yacht uscirà e genererà profitti molto prima, e avrà molto più successo e prosperità durante il suo ciclo di vita”.

Inutile dire che al di là delle dimensioni il nuovo mega yacht si distingue per lo stile non convenzionale e per i contenuti altrettanto innovativi. “Con Rei – ha detto infatti Johansson - abbiamo progettato un’esperienza, non solo una nave”. Insomma, non sarà un’imbarcazione tradizionale, ma un manifesto di design sperimentale sviluppato, come detto, su 196 metri di lunghezza, cui vanno sommati 10 ponti, un baglio di 28 metri e la capacità di ospitare fino a 112 ospiti e 125 membri d’equipaggio.

Martin Butler, direttore creativo di TDoS, illustra così il progetto: ”Con le sue linee slanciate che creano un effetto sobrio ma di grande impatto sull’acqua, gli esterni del Rei traggono ispirazione dalla natura, un guscio esterno protettivo e resistente che racchiude interni morbidi e accoglienti. Il design esterno funzionale, con le sue curve dinamiche e progressive, strizza l’occhio all’estetica tecnica, industriale e automobilistica”.

Una nota diffusa da Viken spiega che “il profilo affusolato, le curve fluide e il layout modulare sono stati studiati per richiamare una biologia marina stilizzata, quasi fosse una manta futuristica emersa da un laboratorio di morfologia avanzata”. E ancora, dal quartier generale svedese tengono a spiegare che “il design è ispirato a una corazza naturale che protegge un nucleo morbido e rivela un pensiero tecnico preciso: ogni curva è funzione, ogni volume è gesto”.

Al di là dello stile, viene esaltata la sostenibilità, essendo la nave predisposta per accogliere propulsione elettrica, solare, eolica e a idrogeno. “In questo senso – dicono in casa Viken - lo yacht Rei non è solo una piattaforma nautica: è un sistema tecnologico avanzato mascherato da oggetto estetico”. Non sono però comunicate, per ora, le caratteristiche della carena e le possibili prestazioni.

Tra le innovazioni più interessanti c’è la possibilità di riconfigurare gli ambienti esterni, rendendoli adattabili a eventi o momenti personali. La poppa può così trasformarsi in una sorta di cortile sul mare multifunzione, mentre la prua ospita una grande piscina panoramica che pare sospesa sull’orizzonte. Ma non solo: Enrico Lumini, co-fondatore e direttore del design di Hot Lab, ha tenuto a dire che “gli spazi esterni del ponte possono essere prenotati per eventi privati e gli ospiti possono rilassarsi nelle piscine private collegate alle splendide terrazze delle suite, nonché sfogarsi nelle spa semiprivate”.

Quanto all’interior design, è stato concepito non per stupire, ma per sintonizzarsi con le esigenze psicofisiche dell’ospite. Parole d’ordine: rallentare, rigenerarsi, disconnettersi. Se l’esterno è sintesi di aerodinamica e biomimesi, ovvero della disciplina che studia la natura come fonte d’ispirazione per l’innovazione tecnologica e il miglioramento delle attività umane, l’interno del Rei vuole essere dunque un esperimento di design ambientale adattivo.

“Le luci – dicono in casa Viken - si modulano con l’umore, i materiali parlano la lingua del tatto e gli spazi si adattano a chi li abita”. Ogni ambiente è dunque progettato per rispondere al principio di comfort silenzioso, in cui tecnologia e design si integrano in modo invisibile, ma percettibile, anche con la possibilità di sfruttare un giardino d’inverno o d’intraprendere un viaggio culinario esplorativo. Come su una nave da crociera…

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venerdì 25 aprile 2025 - Ultimo aggiornamento: 21:48 | © RIPRODUZIONE RISERVATA