Da sempre Grande Incompresa del nostro sistema produttivo, la nautica italiana continua a bussare alle porte dei Palazzi della politica per ottenere il riconoscimento dei suoi meriti (crescita costante di vendite, export, fatturati, occupazione) e per reclamare attenzione verso problemi irrisolti da tempo immemorabile, in testa l’entrata in vigore del nuovo Codice della Nautica.
Il testo definitivo, com’è noto, è stato condiviso e approvato, ma non è mai diventato operativo in quanto manca il Regolamento di attuazione, che prevede il parere di ben 14 ministeri! Ancora irrisolto è anche il problema delle concessioni demaniali, con grave rischio per la portualità turistica, mentre funziona, ma va rafforzata, la collaborazione con ICE Agenzia per la promozione dei nostri prodotti all’estero.
Per parlare di tutto ciò si è svolta lunedì 6 marzo presso la Commissione Attività Produttive della Camera dei deputati l’audizione di Confindustria Nautica nell’ambito dell’Indagine conoscitiva sul Made in Italy. Nell’occasione, l’associazione di categoria ha ricordato una volta di più i numeri del settore, evidenziando, cifre alla mano, i successi registrati nel segmento dei superyacht, dove noi italiani siamo leader assoluti, con oltre la metà degli ordini, e primi esportatori di unità da diporto a livello mondiale.
E’ stato ricordato che il comparto impiega nella sua filiera oltre 190.000 addetti e continua ad assumere ininterrottamente dal 2016. Nel 2022, inoltre, l’industria della nautica ha chiuso con un incremento a doppia cifra, dopo l’eccezionale risultato del 2021, con il solo fatturato di cantieristica e componentistica che si attesta sui 7 miliardi di euro e segna il record storico dell’export, con 3,4 miliardi.
Confindustria Nautica ha sottolineato inoltre il ruolo strategico del Salone di Genova, e ha ricordato una volta di più ai rappresentanti della Commissione Attività Produttive l’importanza delle iniziative di incoming organizzate con ICE Agenzia. Tra queste, anche il coinvolgimento della stampa internazionale di settore ed extra settore. Ma non solo: ai politici è stata sollecitata anche una riflessione sull’orientamento degli Istituti Tecnici Superiori ed è stato sostenuto che la nautica andrebbe inserita nell’ambito di sviluppo di competenze in aree tecnologiche strategiche per il Paese.
E’ stato ricordato infine il problema dell’assegnazione delle concessioni demaniali degli approdi turistici (la Direttiva Bolkestein, com’è noto, esclude l’applicazione ai porti, peraltro da poco riconfermata dal Governo per i bacini mercantili), chiedendo una volta di più che le concessioni vengano ricondotte nell’alveo dei criteri di pubblica evidenza e trasparenza del Codice della Navigazione. Infine si è discusso dei visti per i marittimi esteri che si imbarcano su navi in sosta in Italia, questione tuttora irrisolta nonostante alcuni interventi legislativi tampone adottati lo scorso anno.