GENOVA - Si fa un gran parlare di ecologia e di piani mirati a salvare il mare dall’invasione si plastiche e microplastiche. Ma al di là delle parole, dei convegni e delle promesse più o meno mantenute, c’è chi opera concretamente a piani di salvaguardia, con impegno costante, spesso fondato sul volontariato e sul sostegno di aziende sensibili al problema. Tra queste c’è anche un produttore di motori marini, ovvero Yamaha, che già da qualche anno ha varato l’Environmental Plan 2050, un piano globale di sostenibilità che si svilupperà fino al 2050, con il quale l’azienda si impegna nella riduzione delle emissioni, nel recycling, nell’educational e, contestualmente, mette a disposizione le proprie risorse per sostenere attività di terze parti già attive con iniziative concrete di preservazione dell’ambiente e delle biodiversità.
Ed è proprio in questo quadro che Yamaha ha deciso di dare sostegno a LifeGate PlasticLess, il movimento che si propone di tutelare la salute del mare per preservare l’ambiente e la salute dell’uomo, sensibilizzare l’opinione pubblica, promuovere buone pratiche nel segno della sostenibilità, attraverso la raccolta dei rifiuti plastici nelle acque dei porti, nelle marine e nei circoli nautici, e a promuovere un modello di economia circolare.
Protagonista di questa missione è il dispositivo Seabin, o cestino del mare, in grado di raccogliere dall’acqua la plastica ma anche la microplastica fino a 2 mm e microfibre fino a 0,3 mm: un vero e proprio strumento «mangia plastica» dalla struttura tanto semplice quanto efficace che consente una raccolta dei rifiuti continuativa e con impatti minimi a livello di gestione da parte delle strutture coinvolte.
The Mark of Adventure, l’avventura raccontata quasi un anno fa che ha visto il rider di Simone Zignoli affrontare in solitaria a bordo di una moto d’acqua Yamaha la circumnavigazione della Sardegna, ha spinto la casa dei tre diapason a credere con sempre più convinzione che il raggiungimento di obiettivi sostenibili debba essere legato ad azioni concrete. Così si spiega l’intervento, assieme ai partner Santander Consumer Bank e SP Plast, a sostegno di PlasticLess, il progetto targato LifeGate realizzatosi per il momento a Genova, con l’installazione di un dispositivo, e ad Alghero con l’adozione di un Seabin per raccogliere microplastiche e restituire un’acqua più pulita.
“Con l’ausilio del Seabin possiamo fare la nostra parte in modo concreto per ripulire il nostro splendido mare e siamo orgogliosi di partecipare al progetto LifeGate PlasticLess”. Questo il commento di Michele Rebuffo, consigliere del Rowing Club Genovese, che ha poi aggiunto: “Sarà inoltre l’occasione per sensibilizzare i nostri giovani atleti sul rispetto del mare e su come anche loro possano contribuire alla sua salvaguardia ogni giorno”.
“L’obiettivo di LifeGate PlasticLess è anche quello di creare un cambiamento culturale – spiega da parte sua Enea Roveda, CEO di LifeGate –. L’ambizione è posizionare i Seabin in tutto il territorio nazionale e le realtà che ci hanno sostenuto in questi anni dimostrano che il cambio di rotta non è solo possibile, ma anche realizzabile”.