Accolta con un misto di fiducia quasi messianica e di preoccupazioni non sempre giustificate, ma comunque destinata a incidere profondamente sul nostro modo di vivere, l’Intelligenza Artificiale si appresta – e in molti casi lo sta già facendo – a diventare protagonista nell’abitacolo delle nostre auto per renderne più facile la gestione e più sicuro l’utilizzo.
È questo il quadro disegnato dal secondo appuntamento con gli “Autopromotec talks”, la serie di convegni sui temi di attualità e che anticipano la 30a edizione della rassegna biennale internazionale che dal 21 al 24 maggio 2025 richiamerà nei padiglioni di Bologna Fiere la filiera dell’assistenza e della riparazione.
L’anticipazione milanese si è svolta nell’ormai familiare location del Volvo Studio con un titolo quanto mai esplicito ("IA on the Road: come l'Intelligenza Artificiale sta trasformando il mondo automotive e l'aftermarket") che ha trovato immediata conferma nell’intervento di apertura di Alessio Jacona, curatore dell’Osservatorio Intelligenza Artificiale di Ansa.it, che ha preso la parola subito dopo il saluto di Roberto Lonardi, responsabile Pubbliche Relazioni di Volvo Italia. In qualità di curatore dell’Osservatorio Intelligenza Artificiale di Ansa.it, Jacona ha evidenziato l’importanza che la nuova tecnologia può avere per esempio nel campo della manutenzione predittiva grazie alla capacità di prevedere – analizzando i dati raccolti dai veicoli – i guasti e di suggerire gli opportuni interventi. Analoghi principi sono già applicati in molte fabbriche dove l’IA, monitorando i macchinari e prevedendone le esigenze manutentive, può migliorare la qualità del prodotto e ridurre i tempi (costosi) di inattività degli impianti stessi.
Una valutazione largamente condivisa, nell’intervento non a caso intitolato «Prevenire è meglio che curare», da Marco Bettin, direttore commerciale di Launch Italy, emanazione nazionale del gruppo cinese nato nel 1992 con l’obiettivo di rivoluzionare il mondo della manutenzione automobilistica e oggi forte di oltre mille dipendenti sparsi nel mondo.
Da parte sua Francesco Ricciardi, vicepresidente del gruppo «Car Design & Engineering» dell’Anfia, l’associazione che raggruppa le oltre 2.100 aziende italiane (con quasi 170.000 addetti) attive nell’automotive, ha tenuto a sottolineare la persistente importanza del fattore umano per verificare la validità dei risultati perché l’IA generativa «può avere difficoltà a comprendere il contesto e quindi fornire interpretazioni errate o fantasiose dei dati».
Sulla persistente e irrinunciabile centralità dell’essere umano ha concordato Franco Benati, responsabile Vendite della Sipav, società del gruppo Cemb e leader in Italia nel settore delle attrezzature per gommisti e officine meccaniche, sostenendo che l’accettatore umano sarà comunque supportato da un robot il quale grazie all’IA imparerà a raccogliere le informazioni necessarie con la semplice scansione della targa, trasformando il “partner” umano in un programmatore e gestore di dati, capace di interpretare risultati complessi, di configurare il sistema e, soprattutto, dicreare una relazione di fiducia con il cliente perché il suo compito principale sarà quello di comunicare con chiarezza i risultati dell’analisi, spiegare le necessità di intervento e garantire un’accoglienza impeccabile.
Cinzia Carbone, responsabile Vendite di Solera Italia, società impegnata nell’evoluzione digitale in campo assicurativo,ha ricordato che se l’accettazione della IA e dei suoi vantaggi in termini di risparmi (economici o di tempo) è diffusa tra i consumatori, non si può dire lo stesso delle aziende la cui propensione per il nuovo che avanza dipende spesso dalle dimensioni dell’azienda stessa.
Riccardo Sesini, responsabile della trasformazione digitale di una società del gruppo Bosch, ha messo l’accento sull’aumento della produttività aziendale collegata all’adozione dell’Intelligenza Artificiale generativa in termini di supporto alla manutenzione e all’analisi dei requisiti dei clienti, entrambi aspetti nei quali è in atto un’autentica rivoluzione provocata da «questi strumenti avanzati, progettati per comprendere e generare il linguaggio naturale».
A concludere i lavori ha pensato Renzo Servadei, amministratore delegato di Autopromotec, ricordando come «La rivoluzione nell’aftermarket automotive sia già iniziata» e interrogando “in diretta” la stessa intelligenza artificiale sui vantaggi che promettere ai clienti. Le risposte che riassumiamo sembrano disegnare un futuro davvero idilliaco nel rapporto tra l’uomo e l’amata automobile.
1) Prevenzione dei guasti: Grazie alla diagnostica predittiva, l'IA identifica segnali di usura o anomalie prima che diventino problemi seri.
2) Risparmio di tempo: L'auto pianifica le manutenzioni in base alle abitudini di guida e agli impegni del proprietario.
3) Riduzione dei costi: Intervenendo solo quando necessario e ottimizzando la sostituzione dei componenti.
4) Esperienza personalizzata: Ogni conducente è diverso, l’IA lo sa e si adegua proponendo percorsi e manutenzioni su misura.
5) Maggiore sicurezza: Prevedendo i problemi e suggerendo interventi mirati, l’auto resta sempre nelle condizioni ideali.
6) Valore nel tempo: Una manutenzione ben pianificata aumenta il valore di mercato dell’auto.