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Jeep, oltre ogni ostacolo. Continua a crescere in Europa e in Italia grazie al successo dell’Avenger: elettrica, termica, ibrida
Jeep, oltre ogni ostacolo. Continua a crescere in Europa e in Italia grazie al successo dell’Avenger: elettrica, termica, ibrida
E’ la Jeep più piccola di sempre, la prima 100% elettrica (ma disponibile anche in una versione con motore termico), capace di muoversi bene in città e su strada e di cavarsela anche in fuoristrada: qualità non comuni, che hanno consentito al Gruppo Stellantis, titolare del marchio americano, di aggiudicarsi il premio Auto dell’Anno 2023. Parliamo della Avenger, americanina progettata e costruita in Europa (nello stabilimento di Tichy, in Polonia) sfruttando la piattaforma elettrica eCMP2, la stessa di altre vetture del Gruppo, come Opel Mokka e Peugeot 2008. E’ un’auto di segmento B che segna l’inizio di una nuova fase dell’elettrificazione dello storico marchio di origine yankee, impegnatosi a lanciare 4 veicoli 100% elettrici entro il 2025. Nel 2030, poi, le vendite di Jeep in Europa saranno costituite solo da veicoli full electric.
Tutto ciò consente a Eric Laforge, responsabile del marchio nel Vecchio Continente, di sbilanciarsi fino a dire che “con l’Avenger si può fare tutto e andare ovunque, è la scelta giusta per coloro che desiderano un’auto compatta, solida, elegante, che offra soluzioni tecnologiche all’avanguardia, spazio, comfort e divertimento”.
L’enfasi del manager francese è tipica dei lanci di nuovi modelli. Tuttavia è fuor di dubbio che quest’auto di nuova generazione rappresenti davvero una svolta: mai prima s’era vista una Jeep così piccola (4,08 metri), e dunque così pratica e maneggevole. Ma il valore aggiunto, tutto da scoprire, sta nella capacità di offrire anche 5 posti, un vano bagagli capiente e un comportamento dinamico sorprendente, pur rinunciando alla trazione integrale. Grazie alla coppia istantanea tipica delle auto elettriche la piccola Jeep si fa apprezzare per la buona accelerazione (0-100 in 9 secondi), per il sorprendente comportamento dinamico e per un insospettabile comfort in tutte le condizioni, anche le più difficili. Ciò grazie a una specifica messa a punto delle sospensioni e a un incremento del 20% delle capacità di ammortizzazione, che – informa la Casa - contribuiscono a ridurre l’accelerazione verticale del 20%, il rollio del 12% e l’accelerazione di beccheggio del 18%. Se a tutto ciò si aggiunge il lavoro fatto sullo stile, si avrà chiaro il quadro di un’operazione completa, eseguita a 360 gradi, per elevare anche la penetrazione aerodinamica. A tal proposito vale la pena ricordare che grazie alla parte frontale di soli 2,25 metri quadri e a un coefficiente di resistenza di 0,33, l’Avenger è una delle vetture migliori nella sua categoria.
La nuova mini Jeep è disponibile anche in versione tradizionale, con la sola motorizzazione termica, ovvero con un propulsore 3 cilindri turbo a benzina di 1,2 litri, abbinato a un cambio manuale a 6 marce. Incomprensibile la rinuncia a un cambio automatico, non disponibile neanche in opzione. Ciò detto l’entry level a benzina vanta una potenza di 101 cv/205 Nm e assicura prestazioni migliori della versione elettrica, ad eccezione delle capacità di accelerazione (10,6 secondi contro 9). In compenso la velocità massima raggiunge (ove consentito) i 184 km/h, contro i 150 dell’altra. Quanto al consumo, vengono dichiarati 5,6 litri/100 km, con emissioni di CO2 a 124 gr/km, contro 0 dell’elettrica.
In un secondo tempo dovrebbe arrivare anche una Avenger mild hybrid 1.2, con un cambio robotizzato a 7 rapporti, ma per ora il massimo dell’impegno è stato concentrato sulla Avenger full electric, espressione della punta più avanzata del progetto, in grado di esaltare la tecnologia mirata al rispetto ambientale oltre che lo stile e la funzionalità tipici di tutte le Jeep. La propulsione è affidata, in questo caso, a una power unit denominata M3: in pratica un motore elettrico da 400 Volt di seconda generazione altamente efficiente. Più in dettaglio, si tratta della prima power unit lanciata da eMotors, la joint venture 50/50 di Stellantis con NIDEC. Anche la nuova batteria da 54 kWh è prodotta “in casa” da Stellantis, nello stabilimento di Tychy: il “pacco” è costituito da 17 moduli e 102 celle agli ioni di litio. Si tratta di un sistema molto compatto, collocato sotto i sedili anteriori e posteriori e sotto il tunnel centrale.
Quanto al consumo di energia, in casa Jeep assicurano che “è il migliore della categoria, con 15,4 kWh per 100 km nel ciclo WLTP” e che l’autonomia in elettrico raggiunge 400 km nel ciclo WLTP e fino a 550 km in città. Questi risultati – viene spiegato - sono resi possibili per l’efficienza del nuovo sistema di propulsione, ma anche per la leggerezza del veicolo, che contiene il peso a 1.536 kg. (comunque molti di più della sorella a benzina, che ferma l’ago della bilancia a 1.182 kg.). Secondo gli ingegneri che hanno lavorato al progetto “il nuovo motore elettrico ha consentito di aumentare l’autonomia del 5%, la nuova batteria offre un ulteriore 12% di vantaggi e un altro 5% è stato ottenuto operando sull’aerodinamica, sul rapporto di trasmissione e sui pneumatici”. Se non bastasse, viene aggiunto che “contribuisce a ottimizzare il rendimento anche la pompa di calore di serie, che permette un incremento dell’autonomia fino al 10% in condizioni di caldo e di freddo estremi” (da meno 30 a più 40 gradi).
Per i tempi di rifornimento, la Casa afferma disinvoltamente che “bastano pochi minuti per il pieno quotidiano di energia”. Ma attenzione: in questo caso ci si riferisce a coloro che non hanno necessità di coprire lunghe distanze. La ricarica rapida standard richiede infatti solo 3 minuti, ma assicura un’autonomia di appena 30 km. 24 minuti sono richiesti invece per una ricarica dal 20 all’80%, eseguita con il caricatore di bordo di serie da 100 kW in corrente continua. Per una ricarica totale, da 0 al 100%, presso una colonnina pubblica, il tempo richiesto è di 5 ore e mezzo.